Il Movimento del 77
Cronologia

VENERDI’ 11 FEBBRAIO
Roma. Il ministro Malfatti incontra i rappresentanti dei lavoratori non-docenti e annuncia di essere pronto a fare alcune concessioni importanti in deroga al suo progetto di riforma. Malfatti promette 11.500 posti per i precari, rispetto al progetto di riforma che ne prevedeva 4.000; i precari sono 26.000 e quindi più della metà verrebbero espulsi dall’università. E’ questo il senso di un comunicato del Coordinamento nazionale dei precari che stigmatizza come strumentale la proposta di Malfatti. Discorso diametralmente opposto fa la delegazione sindacale che giudica «positiva l’apertura dimostrata dal Ministro... ». Nonostante l’opposizione del Coordinamento nazionale dei precari la manovra congiunta dei sindacati e di Malfatti finisce per cogliere nel segno: la presenza dei precari nel movimento diminuisce e diventa sempre più contrastata. Sui problemi dei rapporti tra compagni viene convocata a Scienze politiche un’assemblea; ne nasce una discussione sul corpo e sul personale che coinvolge tutto il movimento e, in particolare, alcuni movimenti di liberazione. Ecco alcuni brani di un volantino del Fuori: «Il Fuori (movimento di liberazione omosessuale) aderisce all’occupazione dell’università di Roma portata avanti dagli studenti. Anche noi siamo contro questa cultura impostaci dal potere clericale e capitalista. A scuola e all’università l’informazione passa scempiata e distorta in funzione esclusiva della sopravvivenza del sistema. Ogni tematica alternativa viene censurata e, soprattutto, quelle riguardanti la sessualità. Perciò crediamo che oggi l’unica forma di cultura alternativa passi attraverso l’autogestione degli studenti. In tutta l’università gli omosessuali non hanno nessuno spazio. Questo spazio va conquistato... Compagni, noi vi vogliamo a fianco a noi nei dibattiti e in tutte le iniziative in cui parleremo dì questi problemi, vogliamo che siate coinvolti in prima persona, capaci, confrontandovi con noi, di mettere in discussione voi stessi, i vostri ruoli e tutti i condizionamenti che ci impone questa società di merda...». Con questo volantino il Fuori prende anche l’iniziativa di un’assemblea per il 17 febbraio a Lettere. Ma quel giorno arriverà Lama e poi la polizia... Intanto si va delineando una spaccatura nel fronte dei comitati di occupazione fra la vecchia struttura dell’Intercollettivi di Scienze in cui si ritrova anche quel che rimane dei gruppi della nuova sinistra, il Comitato di Lettere e altri collettivi legati all’Autonomia (Fisica e Magistero). Una divisione in tre tronconi, non ancora nettìssima, ma che porta subito a riunioni separate. Le assemblee di facoltà di Medicina, Economia, Ingegneria, Farmacia e Scienze politiche (facoltà con forte presenza dell’Intercollettivi) decidono la fine dell’occupazione e la continuazione della lotta attraverso l’interruzione della didattica. La stessa proposta viene fatta a Lettere, ma è bocciata, e così pure nelle altre facoltà occupate. E si delinea una spaccatura anche dall’altro lato, con le occupazioni di Fisica e Matematica gestite con picchettaggio duro che esclude la partecipazione degli studenti e provoca continue frizioni. Vertice in Campidoglio promosso dall’Amministrazione comunale sull’ordine pubblico. Partecipano oltre alla giunta con il sindaco Argan, il questore di Roma Migliorini, i rappresentanti politici e sindacali e gli aggiunti del sindaco nelle circoscrizioni. Si fa l’elenco, quartiere per quartiere, delle lotte del movimento definite «atti di teppismo».
A Torino e a Milano sciopero provinciale di due ore contro il decreto che «sterilizza» la scala mobile.
Mentre la Dc insiste sull’ordine pubblico, nasce il sindacato di polizia, il SIULP. I leader democristiani, appositamente riuniti, annunciano che il loro partito si impegnerà per ottenere nuove misure penali contro gli «armati» e per chiudere i «covi». In questo clima da «leggi di emergenza» cinquecento delegati della polizia, riuniti a convegno insieme a Luciano Lama, sottoscrivono l’atto di nascita del sindacato. Cossiga manda un telegramma di adesione, ma il sindacato di polizia non è ancora riconosciuto giuridicamente e i settori più oltranzisti della Dc si battono perché sia autonomo dalla federazione Cgil-Cisl- Uil.
Occupata a Modena economia e commercio. Paolo Tommasini, ferito a Roma dalla polizia il 2 febbraio, è iscritto a questa facoltà e gli studenti chiedono la sua liberazione e quella di Daddo Fortuna.

Note: Malfatti tira fuori dal cappello 11.500 posti per i precari. Messo alle strette dal movimento che da due settimane blocca le università, pugnalato alle spalle dai suoi stessi compagni di partito (una ventina di deputati democristiani si sono dissociati dal progetto di riforma del ministro, accusandolo di individualismo) Malfatti si rifà vivo promettendo ai sindacati, nell’ambito della vertenza sull’università, 11.500 nuovi posti d’insegnamento. Sull’effettiva consistenza di questi posti si è aperta una polemica piuttosto vivace, e quindi vale la pena di entrare nei dettagli. Una parte della stampa sottolinea che i nuovi posti sono solo 6.500, quelli istituiti ex novo nella fascia degli associati (mentre il progetto Malfatti, nella prima stesura, ne prevedeva circa 4.000). Gli altri 5.000 verranno lasciati liberi nei prossimi cinque anni dagli assistenti ordinari e dagli incaricati stabilizzati che vinceranno i concorsi, a loro riservati, per altrettante cattedre di professore ordinario (sono le 5.000 cattedre già previste dai provvedimenti urgenti del ‘73). Anche dando per buona la stima degli 11.500 posti, resta il fatto che i precari sono circa 21.000 (26.000 considerando anche gli incaricati stabilizzati) e quindi la promessa di Malfatti si configura come una manovra volta a spaccare il loro movimento. Sebbene i precari ne denuncino subito il carattere strumentale, questa manovra registrerà nei giorni seguenti un certo successo: d’ora in poi, nelle cronache sul movimento universitario, si parlerà sempre meno dei precari, che pure avevano svolto un ruolo di primo piano nella fase iniziale dell’agitazione, soprattutto al Sud. I sindacati, invece, «valutano positivamente» la proposta di Malfatti e, pur dichiarando ancora aperta la vertenza col ministro, annunciano di aver raggiunto un accordo di massima sui seguenti punti:
1) garanzia di permanenza nell’università per assegnisti e contrattisti fino all’espletamento dei concorsi;
2) potenziamento dei fondi destinati all’università per la ricerca;
3) disponibilità, da parte del ministro, a ridiscutere il rapporto ricerca-didattica (tema che coinvolge la natura del dipartimento) e la presenza degli studenti nel consiglio di dipartimento;
4) unicità della funzione docente (formula misteriosa per aggirare lo scoglio del ruolo unico);
5) sistemazione in ruolo dei precari non docenti (20.000 circa);
6) inquadramento nel nuovo stato giuridico del personale delle opere universitarie.