LE MILIEU DU MONDE (1974) (t.l. Il centro del mondo)
Regia e dialoghi: Alain Tanner; 
Soggetto: Alain Tanner e John Berger; Fotografia (35mm., colore): Renato Berta; Scenografia: Serge Etter; Musica: Patrick Moraz; Montaggio: Brigitte Sousselier; Interpreti: Olimpia Carlisi, Phiippe Léotard, Juliet Berto, Denise Perron, Jacques Denis, Roger Jendly, Gilbert Bahon, Pierre Walker, Paui Pasquier, Adrien Nicati; Produzione: Citel Films Ginevra — SSR TV Ginevra — Action Film Parigi. Coproduzione Franco-svizzera; 
durata: 117’.

Adriana, una donna vicentina di 28 anni, il cui marito, operaio comunista, è morto in un incidente sul lavoro, arriva a Moruz, piccola cittadina del Jura, per lavorare come cameriera al "Café de La Gare". Lo stesso giorno, Paul Chamoret, figlio di un contadino di Eligoz, che ha fatto carriera diventando dirigente tecnico della fabbrica meccanica in cui lavora e consigliere comunale, viene prescelto come candidato alle prossime elezioni, nelle liste di A.D.P., il partito della maggioranza. È efficiente, sposato, con un figlio e una villa che domina la città di Saint-Claret a 25 Km. da Moruz. Paul incontra Adriana nel Café dove lei lavora ed è subito preso da passione. In uno scenario invernale e nevoso, i due danno inizio ad una relazione sempre più scoperta, che mette in pericolo la carriera di Paul e gli procura continui richiami da parte dei superiori. Paul è innamorato e incurante di tutto: chiede ad Adriana di vivere con lui, vuole trasferirla subito nella casa della moglie, che nel frattempo è ritornata dalla madre, vuole sottrarla al suo lavoro, le regala una cinepresa, progetta un viaggio a New York. Ma Adriana, benché innamorata, rimane distante, ogni proposta di lui le è indifferente, perché, in realtà, non è rivolta a lei. Certo, Paul finisce per compromettere le sue possibilità di essere eletto, ma se lo fa è perché la cosa non lo interessava abbastanza. Paul non seguirebbe mai Adriana da un’altra parte: vuole semplicemente farla entrare nel suo cerchio, farne la sua seconda “signora”. La storia, il dramma vertono essenzialmente su questo. La cameriera è una donna capace di passione, ma in questo caso non se ne concede la possibilità, perché gradualmente capisce che l’uomo è incapace di passione. Mentre la storia avanza, l’uomo si dimostra capace di una specie di pazzia. Sacrifica carriera e matrimonio, ma tuttavia è ancora incapace di lasciarsi andare a quell’ignoto che è la passione. Quando Paul perde le elezioni e la padrona del locale in cui lavora Adriana muore all’improvviso, qualcosa accade nella ragazza. Adriana se ne va, abbandona Paul che non riesce a capire, si trasferisce in una zona industriale della Svizzera tedesca, dove vive con degli altri emigrati italiani. Ritorna, palesemente al «suo posto». Ognuno fa le proprie ipotesi su ciò che non andava, ma Adriana nega ogni possibile razionale risposta. Dice la voce fuori campo: «Paul sapeva dove situare le sue speranze, ma erano frammentarie e non contemplavano la possibilità di un vero cambiamento. Può darsi che Adriana, lei sapesse solamente ciò che non voleva. E questo l’ha portata a prendere una decisione. Ma né l’una nè l’altro seppero scoprire, nelle loro speranze, la possibilità di un rinnovamento. E così le loro speranze furono normalizzate».