LA CANZONE DELLA MICHELIN
TESTO E MUSICA DI F. AMODEI
Cantiamo questa sera una canzone
per tutti i cittadini di Torino,
che serva a darci a tutti uno scrollone
e a dire pane al pane e vino al vino
Noi crediamo fascista vero
solo chi ha l'orbace nero;
ma ci son quelli
colla camicia bianca ed i gemelli.
Fascisti, qui da noi, sono i padroni
di oggi alla Michelin, ieri alla Lancia:
se non riusciamo a farli stare buoni
finisce a casa nostra come in Francia.
Non nutriamo le pretese
di chiamarci il "Bel paese":
questo è retaggio,
al massimo, di un tipo di formaggio.
Sentite, impiegati e contadini,
sentite voi, studenti ed artigiani:
ci son quattromila cittadini
che da due mesi sono senza pane.
Stan lottando, per noi tutti,
contro i vecchi farabutti
che, guarda caso,
da un secolo ci menan per il naso;
che ci hanno sempre e solo comandati,
ci han fatto far le guerre in casa altrui,
che ci hanno addormentati e comperati
per fare sempre i comodacci sui.
Cerchiam d'esser cittadini
e non sudditi cretini:
dobbiam capire
che è finito il tempo di servire.
Togliamoci di dosso 'sta mania
che chi ci ha i soldi deve aver ragione:
piantiamola così di dario via
in cambio a un'auto e ad un televisore,
che diventa un fatto comico
'sto miracolo economico
se tanta gente
da ben due mesi vive senza niente.
Facciamolo noi altri, 'sto miracolo
di unirci nella lotta all'ingiustizia:
su questa strada non esiste ostacolo
che possa trattenere chi la inizia.
La bandiera del lavoro
è di noi, come di loro:
andiamo avanti,
tenendoci per mano tutti quanti