“Nel mio corpo ci son delle fognature: tutti quanti le chiamano vene, ma dentro ci sono dei topi che corrono”. Un inizio senza dubbio eloquente quello di "Un galantuomo", primo sconvolgente brano di uno dei dischi italiani più strani e inquietanti degli anni ‘70: La finestra dentro del 1974. Prodotto da Franco Battiato e Pino Massara per la Bla Bla Edizioni Musicali, l'album è la testimonianza di un genio esplosivo e vigoroso, in cui con una inusitata originalità vengono mescolati psichedelia, folk e progressive, con testi oltretutto nuovi e visionari: topi, metamorfosi kafkiane, un inferno dominato dagli animali, travestiti, fiumi di luce, l’identificazione con Dio. L'interprete usa la voce, a tratti sgraziata, con forte intensità espressiva, con toni irruenti e allucinanti, tra il timido e il selvaggio, l'alienato e lo sconvolto, per trasportare gli ascoltatori dentro i suoi incubi surreali. Nessun progetto intellettualistico: lui è solo il testimone ignaro dell'assurdo che emerge terribile dalla realtà tutt'intorno. Chi è l'autore, l'interprete?
Roberto "Juri" Camisasca
è una delle figure più oscure e affascinanti del panorama musicale
italiano. Nato nel 1951 a Melegnano, nel milanese, musicista autodidatta
ha conosciuto Battiato durante il servizio militare. A La finestra dentro
seguono poi nel 1975 due singoli: |
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