GIPO FARASSINO

Chansonnier e attore torinese, classe 1934, ottimo interprete di canzoni popolari e d’autore in dialetto locale, ha saputo focalizzare la sua produzione teatrale e concertistica su una originale caratterizzazione del piemontese tipico, del popolo dei mercati, della case di ringhiera, della periferia più sconsolata dove...


In una delle strade della più tipica periferia torinese, in via Cuneo, è nato Gipo Farassino. "Una strada tutt’altro che allegra: case grigie, con i balconi legati fra di loro come carcerati, panni senza colore stesi ad un sole sbiadito dallo smog e turbe di bambini pallidi che giocano con niente". È  difficile dire se il luogo di nascita influisce sul temperamento di un artista. Nel caso di Farassino, la risposta è affermativa. Senza quel «6 di via Cuneo» Gipo sarebbe stato forse un qualunque cantante di musica leggera. Aveva cominciato a suonare e a cantare come tutti i ragazzi che nascono in queste periferie: dopo il complesso dilettantesco, la sala da ballo rionale ed il refrain modellato sullo stile del cantante alla moda, un po’ per passione ed un po’ per necessità. Poi, qualche anno di duro lavoro in orchestra, in giro per il mondo, dal Nord al Medio Oriente. Ma Farassino aveva altre mire: sentiva nel sangue di avere qualcosa di originale da dire e certi spunti, certi versi, certe immagini gli frullavano in testa, fra un refrain commerciale e l’altro, da sussurrare nelle ombre di un ballroom . La sua rottura col mondo della musica leggera tradizionale avvenne nel modo più semplice e più logico. Cercava nuove espressioni, difficili da trovare attraverso i frusti moduli della canzonetta di largo consumo e perciò, rammentando temi, figure, personaggi, idee musicali della sua città, di quella città nella città che è la periferia industriale di Torino,  cominciò a scrivere in dialetto. Perché? Forse perché certi personaggi e certi ambienti non potevano trovare, in quei tempi, altra strada che quella del dialetto, ben più vivo e popolare di quell’inesistente lingua italiana avvilita in neologismi di tipo borghese. Del periodo dialettale di Farassino restano testimonianze di meritatissimi successi: piccoli cabaret e dischi che si imposero al pubblico senza alcun strombazzamento pubblicitario, un proficuo lavoro con Leo Chiosso e poi l’incontro con Piero Novelli, un torinese che non si occupava affatto di musica leggera tradizionale e che perciò capì subito chi fosse Farassino. Nacque uno spettacolo, con la collaborazione di Dino Tedesco, che ebbe un felice successo torinese ("Cerea Turin"). Fu il passaggio senza traumi dalla ristretta platea del cabaret al più vasto pubblico di teatro. Da allora Gipo ha conquistato un grande successo che non gli ha impedito il gusto del rischio e della ricerca. Nel 1970, fondò con Massimo Scaglione, una compagnia teatrale che ha realizzato numerosi spettacoli di grosso consenso nell’ambito della tradizione popolare piemontese. Contemporaneamente Farassino proseguiva anche in quella sua ricerca di stile e di temi, cercando di portare la lingua italiana, in uso nella canzone, ad un livello più accettabile di poesia-canzone, così come accadeva da secoli in Francia.


Gipo, cantautore di cabaret, ottimo attore comico, è, da sempre, un artista che affronta con passione ma con pudore, con forza ma con misura, i sentimenti e gli argomenti più gravi. La solidarietà con la povera gente, con le vittime della miseria o dell’ingiustizia o della guerra, non è un tema d’obbligo, non è una moda. Egli non cede alla demagogia nè al populismo, resta immune dalle ipocrisie del radical-chic. I suoi canti non sono comizi; esprimono invece un sentimento che in Gipo è fortissimo: la pietà. Fors’anche per esperienze vissute, egli guarda con dolente tristezza agli uomini e alle donne che hanno trascinato nelle ristrettezze una vita grigia, senza raggi di sole: compiange chi ha conosciuto soltanto i fumosi quartieri di periferia, i contadini che «tremano per un lampo o un tuono», i pensionati che aspettano la morte tra le ristrettezze e l’ombra del sentirsi inutili; le ragazze che invecchiano senza amore; sua madre. Le tenerissime, strazianti canzoni dedicate alla madre sono la più alta espressione di questa pietà: che è fatta di slanci dolcissimi e di ribellione, di abbandono e di rimpianto, di amore e di rivolta contro la crudeltà della vita. Ma in queste canzoni alla madre una tenerezza struggente allevia il dolore. Altre sono più disperate: come l’allucinante ballata del folle «che ha visto i marziani», o i versi sconsolati di «Non puoi capire»: «Sei come il vento/che non si rende conto/del pianto di un bambino/a cui senza ragione/distrugge l’aquilone». Forse la parola che ritorna più spesso nell’ampio repertorio di Farassino è «magone»: l’allegro chansonnier scrive e canta, più che non sembri, con il cuore stretto. Piemontese anche in questo, sente fortissima la nostalgia delle cose perdute, delle memorie lontane, del tempo passato, il desiderio impaziente di fuggire e la consapevolezza che la verità può essere trovata solo ritornando alle proprie origini, accettando se stessi e il proprio mondo.


Gli è più vicina, e ritorna più spesso in canzoni e ballate, la Torino popolare: il mondo della periferia industriale, l’universo dei quartieri operai; le fabbriche, le piole, l’ambiente ben circoscritto del «borgo»; gli amici del bar, i vecchi compagni delle balere e delle partite a bocce; le ragazze dei primi appuntamenti e dei primi amori, i «balordi» che erano gli eroi e i modelli dell’adolescente ansioso di farsi credere uomo; l’officina, la Fiat, la spiaggia dei poveri al Sangone; e Porta Palazzo ... e tutto l’intero mondo torinese: la Consolata, la Gran Madre, le vecchie strade del centro; certi negozi bui, la gelateria; la collina, sospesa tra i ricordi di Pavese e le devastazioni del dopoguerra, non più campagna ma ancora propizia ai sogni e all’avventura. Indubbiamente la forza evocativa di tante canzoni torinesi è legata al dialetto, che Gipo Farassino utilizza con spontaneità e bravura, con sensibilità e intelligenza, chansonnier dialettale per nascita, per attaccamento al mondo popolare, per istinto. Gipo canta in dialetto quando il dialetto è necessario, senza esserne prigioniero; lo varia, lo modula, ne accentua il carattere popolaresco, addirittura gergale, oppure lo innalza a toni più alti, a seconda delle canzoni; ne sfrutta tutte le risorse. Per intuizione spontanea o per studio, Farassino è un filologo di prim’ordine. Nelle canzoni giocose, di puro e irresistibile divertimento, egli inventa addirittura un suo linguaggio, che è una felice contaminazione tra il dialetto e un italiano maccheronico. 


Discografia 


Le cansôn ëd Pòrta Pila (inizio anni '60)
(Giuseppe Farassino - Giuanin d' Porta Pila - Riz Samaritano)

Marieme voei marieme / Lassela pa pi scapè / Tume e tumin / Spunta l 'sol / I rubinet / Chila / L' parcô d' me pais / La balilla / I pouri pelegrin / La munferrina / La congiuntura / Quand jera giôvô / A la duminica / Me amis Giacö


Le cansôn ëd Pòrta Pila 2 (inizio anni '60)
(Giuseppe Farassino)

La nostra crica / Maria Giöana / Oi bela vorreìssi v' ni / La rosa bianca / Bela munfrinota / La brandulina / 'L luv / Guarda che bianca luna / Ciao Turin / 'L grimpor / Mia mama mi veul dare / A l'umbretta del büssun / An sögn tremendo


Le cansôn ëd Pòrta Pila 3 (inizio anni '60)

La guera d'Abissinia / La giassa artificial / Mia mama veul che fila / Barún litrun / La veja senssa dent / Rivand da via Nizza / Linda / J alpini a la stassion / Gin gin / Me ritôrn / Canssôn del vin / Lu gril e la fürmia


Auguri (1966)

Matilde Pellissero / 'L 6 'd via Cuni / Salopa / Porta Pila / Veuj cômpreme na cassina / Sangon blues / Serenata ciôcatôna / Côr nen va pian / Campagna / La mudaja / Pitô e cincillà


Avere un amico (1967)

Avere un amico / Il bar del mio rione / L'organo di Barberia / La mia città / Non devi piangere Maria / La balada del Ruscôn / Côr nen va pian / 'L tolè 'd Civass / Je suis cioch ce soir / Porta Pila


Due soldi di coraggio (1969)

La mia città / L'organo di Barberia / Il bar del mio rione / Serenata a Margherita / Fanette / Non puoi capire / Le scarpe nuove / Due soldi di coraggio / Remo la barca / America / Cella 21 / Ballata per un eroe / L'eco


Gipo a sò Turin (1970)

Montagne del me Piemont / La tera / Teste parei / I marssian / Per 'l decòro 'd la sità / Je suis cioch ce soir / L'hai capì bin? / I bonbon / Giovanass / 'L tolè 'd Civass


Gipo a sò Piemont (1971) doppio live

Veuj compreme na cassina / Campagna / La mudaja / La bela famija / Meri / Perchè / Salopa / Camila / La mannequin / Matilde Pellissero / T'em ciamave Prussot / I marssian / Mi la batlina / Pito e Cincillà / 'L trenin 'd Leynì / 'D la del pont / Garino / Porta Pila / 'L 6 'd via Cuni / Ente turismo / Per 'l decoro 'd la sità / La predica / 'L tolè 'd Civass / Sangon blues / Serenata ciôcatôna / Cor nen va pian


Ij bogianen (1972)

Ij bogianen / L'è nen l'età ch'a l'è importanta / Lasseme stè / Ël miscredent / Requiescant / Ël poeta / Le trombëtte 'd la celebrità / Me borgh / Col dì / Ans la strà dël Pin / Barba Michlin / Me testament


Uomini, bestie e ragionieri (1973)

Gente / Mani nere / Carlo Rossi / La mia collina (Mon ile de France) / Un paese / È amore / Il pic-nic / Il mio viaggio / Noi / I persuasori occulti / Fiaba 2000 / Buon Dio


Mè car Artuf (1973)

Dammi quella littra / Tirte na bala / Avventura d'un contadino / Uh che da sgiaflon / Domani concerto in piazza / Mi povr'om me mort la vaca / I porci del nostro paese / El pais 'd la cucagna / Na parentela baravantan-a / Na supplica a San Bastian / Cola  birba 'd Filipot / Veui mostrete na riceta


La patria cita (1974) poesie piemontesi dette da Gipo Farassino

Sernada al Piemont / Ij mè vej / Canta, però / Novèmber / Primavera / Matin sla borgà mòrta / Vos matinere / La copà / Pòrta Palass / L'ùltim banch / Crosiere / Ancontra al sol / Le dòne d'mè pais / La diana / La patria cita


C'è chi vòle e chi non pòle, grassie listesso (1974)

Lice Cagnasso / Cesare / Ziki paki - ziki pu / Historia delle brache / La sartoira di borgo da Po / Il mafalda / Il gazzettino del carcerato / Amalia Pautasso


Guarda che bianca lun-a (1974) Gipo canta Angelo Brofferio

Crudel destin / Ël bòsch ëd vignòle / Sor baron / Mè can / Ij bonbon ëd sor cont / Mè ritorn / La barchëtta / La marmòta  / L'apontament / La carafin-a rota / Lë spìrit folèt / Ij bogianen


Mantello, stivali e coltello (1975)

Un amico che cos'è / Ogni cosa comincia da te / Fuoco e paglia, paglia e fuoco / Mantello, stivali e coltello / Quello che non c'era / Vorrei essere la vela / Briganti in città / Mayno dove mai sarà... / Corri uomo, corri in montagna


Recital Gipo (1976) doppio live

Il bocciatore / Giovanass / Teste parej / Gamba / Marba Miclin / Remo la barca / Il fatto / Quando qualcuno / Va fuori schema / Ballata per un eroe / Mani nere / Fiaba 2000 / Ritratto / Buon Dio / Montagne del me piemont / Mosaico / La mia collina / Ël dehors del Marghè / Me borgh / Col di / Ël giudissi universal / Paesaggio / Mè bel amor / La publica moral / Mè testament / Ij bogianen


Ij mè amor dij vint'ani (1976)

Gipo a Paris / Tango se-mail / Ij wahha put-hanga / Ël dehors del Marghè / Tera 'd Piemont / La Principessa Sukay - petè / Ël paisan / Ël balòss / Me bel amor / Ij mè amor dij 20 ani


Per la mia gente (1977)

La mia gente / Cuore / Monticone / Valzer / Girano / Folk / Pierina / Per ogni cinquantennio / Virginia del bagno / Corso Savona


Turin bel cheur (1978)

Turin bel cheur / La prima volta / Barrierante's night / Per Valentina / Ël temp dle fiur / Campa la ciav / Serenada a mama / Turin 78 / Stà libertà / Mia solitudin


N'aptit da sonador (1982)

Angiolina / El bar dij spec-c / Tant per cambiè / Ël Ceser / Oh! Che piasì / N'aptit da sonador / Ël giudissi universal 


Piemontèis (1985)

Piemonteis / La fomna 'd Gustin / Nina / Barrierante's night / I bon bon / Alessandria street / Maria dij gat / Col di / Sangon blues / Staseira


Canson d'amor (1988)

Me bel amor / Serenada a mama / Montagne del me Piemont / D' la del pont 'd la ferovia / Per Valentina / 'L temp 'd le fior / Turin bel cheur / 'L dehors del Marghè / 'L 6 'd via Coni / Angiolina / Tera 'd Piemont


Piemontèis (1996) edizione riveduta e corretta dell'omonimo Lp del 1985

Piemonteis / La fomna 'd Gustin / 'L 6 'd via Coni / Barrierante's night / Ël Ceser / I bon bon / Sangon blues / Montagne del me Piemont / N'aptit da sonador / El giudissi universal / Alessandria street / Staseira


Gipo Farassino (1996)

La mia gente / Mani nere / Il bar del mio rione / Un paese / Buon Dio / La mia collina / Avere un amico / Noi / Il mio viaggio / Monticone / Non devi piangere Maria / Ballata per un eroe / La mia città / Girano / Due soldi di coraggio


Ridatemi Amapola (1998)

Un giorno di sole / Mamma mia che calura! / La notte non è notte / Rosy bar / Al "Sans-souci" / Corso Savona / Compari / Discoteca / In vino veritas / Le scarpe nuove (Le ballons rouges) / Pierina / Se hai gambe cammina / Origini / Ridatemi Amapola


Ritratto d'artista (2000)

Serenata a mama / Maria dij gat / Col di / Dla del pont dla ferovia / Nina / Me bel amor / Per Valentina / 'L temp d'le fior / Turin bel cheur / 'L dehort del marghè / Angiolina / 'L bar dij spec-c / Tera 'd Piemont


Antologie dei primi anni '60


Mè ritorn

Matilde Pellissero / Camila / O bela voreisi v 'ni / Guarda che bianca luna / La congiuntura / Sponta 'l sol / Me ritorn / La nostra cricca / La predica


Sangon blues

Sangon blues / Mi la batlina la porto mei / A Turin a la Rosa bianca / 'L luv / Maria Gioana / Barone von Leutrum / Linda / Andando in Francia / Bela monfrinota / Million sempre million


Al sò Piemont

La cansson del vin / 'D la 'd al pont 'd la ferovia / 'l grimpor / la bela giardiniera / Quand iera giovo / pito e cincillà / J alpini a la stassion / 'L gril e la formia / Tome e tomin / An sogn tremendo