Cantautore lombardo che, per affinità compositive e per inflessioni vocali, può ricordare un altro emergente di quegli anni, Alberto Fortis.  Magni, la cui occupazione principale era quella di commerciante di tessuti, esordì nella musica collaborando con Moni Ovadia e il suo Gruppo Folk Internazionale.  Il suo primo album, Il paese dei bugiardi, prodotto e curato da Moni Ovadia, fu pubblicato nel 1978 dall'Ariston. Era un disco stravagante con punte di divertimento e di allegria vivace, "moderne favole venate di malizioso humor popolare". Nel 1980 partecipò al Festival di Sanremo con la canzone Voglio l'erba voglio (premio della critica) e la sua fu senz'altro una presenza anomala in quel contesto molto tradizionale. La scure della censura si accanì sulla canzone ma  Francesco Magni dimenticando la correzione cantò il verso originale censurato: "...chi si tira una pera solamente il dì di festa...". Subito dopo Sanremo uscì il suo secondo lp, Cocò, inciso sempre per l'Ariston, a cui collaborarono - fra gli altri - Alberto Fortis, Lucio "Violino" Fabbri e Antonella Ruggiero. Dopo il singolo Canzone d'amore/Dracula del 1981, Magni insegnò musica di base nelle scuole elementari e nel 1983 riuscì a pubblicare un nuovo album, Magnetico tic. Seguì poi un periodo di viaggi e una lunga pausa di riflessione culminata con la realizzazione di Amami di meno, amati di più, pubblicato dalla Rti nel 1995. Il disco, frutto della collaborazione con i Matia Bazar, fu prodotto da Roberto Colombo che  produsse anche il suo lavoro successivo, Sai Mama, uscito nel 1996. Recentemente è uscito un nuovo lavoro di Francesco Magni, Scigula, che contiene 12 canzoni in dialetto brianzolo "sospese tra passato e futuro".


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