EZIO VENDRAME

... Io amavo giocare a pallone, ma non mi piaceva fare il calciatore...


Ezio Vendrame è nato nel 1947 a Casarsa della Delizia (Pordenone), il paese di origine di Pier Paolo Pasolini, immortalato nelle poesie della "Meglio gioventù". Arrivò in serie A nel 1971, a Vicenza, dopo aver girato varie squadre minori (l'Udinese in C, la Spal, il Torres, il Siena, il Rovereto). Faceva spesso impazzire il pubblico vicentino ma ancor più spesso faceva ammattire gli allenatori. Nel '74 la fallimentare avventura al Napoli: solo 3 presenze. Per qualche anno giocò ancora in squadre di provincia prima del definitivo addio al calcio giocato.


Uno dei migliori talenti calcistici degli anni '70, "giocava il pallone con la classe incosciente di chi aveva già deciso di buttarsi via". Ezio Vendrame, dotato di una tecnica sopraffina, di estro e sregolatezza come pochi, attraversò il calcio italiano come una meteora, cambiando diverse squadre ma lasciando sempre il segno, soprattutto per le sue "improvvisate" in campo, i suoi gesti beffardi, irriverenti. "... Talento calcistico stratosferico, non ha mai saputo che farsene del suo dono ai piedi, due stradivari, un dispetto della natura, e non potendo disfarsene lo ha allora deriso, bestemmiato, avvilito..." (Giancarlo Dotto). Il suo modo di saltare a piedi uniti sul pallone, il cercare i compagni ponendo la mano a taglio contro la fronte, il soffiarsi il naso nella bandierina del corner (per la cronaca, dopo, segnò direttamente dal corner). Tutte cose che non passano inosservate, come i suoi capelli lunghi, ma anche la genialità delle sue giocate. Un altro episodio beffardo, lo racconta lui stesso:

" ... Giocavo nel Padova, contro la Cremonese. In campo avevano deciso la "torta", che a me proprio non andava giù. Non potevo certo prendermela con gli avversari e puntare verso la loro rete. Così, dal centro del campo, feci dietro front e puntai verso la nostra area. Qualche compagno, ripresosi dallo spavento, mi si fece incontro ma io lo dribblai, fino a trovarmi a tu per tu con il nostro portiere. Solo a quel punto, e dopo aver fintato il tiro, stoppai invece il pallone con la pianta del piede. Ricordo il sospiro come di sollievo di tutto lo stadio... ".

Nel 1975 conobbe il grandissimo cantautore livornese Piero Ciampi, vero poeta maledetto, incontro che seppure breve, segnò la sua vita, allontanandolo ulteriormente da quello che sempre meno sentiva essere il suo mondo. Anni fa il giornale romano "Il Messaggero" lo scoprì nella campagna friulana, dove si era ritirato a vivere: scriveva poesie, suonava la chitarra e a tutto pensava, meno che al calcio.


Ha pubblicato diversi libri: Un farabutto esistere (Edizioni biblioteca dell'immagine), Io di nascosto (Campanotto Editore - Udine), Inamovibilità di un marchio (Edizioni biblioteca dell'immagine), Senza alcun anticorpo (Campanotto Editore - Udine), Il ladro di stelle (Editrice artistica - Bassano), Le cose della vita (Edizioni Biblioteca dell'immagine). Il suo ultimo libro è Se mi mandi in tribuna, godo, (Edizioni Biblioteca dell'Immagine), è la sua quasi autobiografia.


Da qualche anno Ezio Vendrame allena i giovanissimi della San Vitese. Ultimamente  si è messo in testa di organizzare e allenare una squadra formata soltanto da ragazzini orfani.