ENZO GRAGNANIELLO
Un talento assoluto e allo stato brado


Enzo Gragnaniello nasce a Napoli nel 1954. Passa l'adolescenza tra i vicoli del quartiere Porto, facendo fin da piccolo i più svariati lavori, un po' più grande accompagna gli americani ai quartieri spagnoli dalle prostitute o nei locali dove si può ascoltare musica suonata dal vivo. Compone le prime canzoni a 18 anni. Storie di emarginati, di chi passa la vita in galera e di chi si nasconde dietro un bicchiere di vino e la notte la passa per strada. Canzoni d'amore e di rabbia, dalla personalissima interpretazione. Nel 1977 forma il gruppo Banchi Nuovi (nome del comitato dei Disoccupati Organizzati di cui Enzo faceva parte), allo scopo di avvicinarsi alla riscoperta delle radici popolari della musica e della canzone napoletana. Questa prima esperienza di musica impegnata porta Enzo a partecipare, nel 1976, a un importante Festival, a Berlino, dedicato alle tradizioni popolari. Successivamente pubblica i suoi primi album: Enzo Gragnaniello del 1983, e Salita Trinità degli Spagnoli del 1985 (il cui titolo si ispira al nome della via di Napoli, nei Quartieri Spagnoli, dove Gragnaniello vive). Gli viene attribuito per ben due volte il Premio Tenco, nel 1986 col brano Giacomino e nel 1990 col brano Fujente per la migliore canzone dialettale. Nel 1990 pubblica l'album Fujente, nel 1991 Veleno, mare e ammore : entrambi cantati in napoletano. Nei successivi Un mondo che non c'è del 1993 e Cercando il sole del 1994, le canzoni sono invece scritte in italiano. Numerose sono, intanto, le sue collaborazioni con altri artisti, come autore: con Mia Martini, soprattutto, per cui scrive diversi brani, fra cui Stringi di più e Donna. Nel 1991 rilancia la canzone napoletana moderna con il brano Cu'mmè che interpreta con la stessa Mia Martini e Roberto Murolo. Il brano raggiunge una notevole popolarità. Nel 1996 scrive per Adriano Celentano Cercami. Nel 1996 esce un nuovo album, Continuerò, l'anno successivo con Posteggiatore abusivo, rende omaggio ai classici della canzone napoletana con soltanto voce e chitarra. Sempre nel 1997 si esibisce nella suggestiva cornice del Duomo di Sant'Agata de'Goti; da questo momento Gragnaniello inizia a percorrere i territori sacri della musica. Nel 1997 con il coro Ensemble di Napoli esegue Canto a S.Alfonso, da lui composto, nella chiesa di Santa Chiara in Napoli, nel 1998 ripete l'operazione in Santa Chiara duettando con il soprano Cecilia Gasdia: entrambi i concerti vengono trasmessi in mondovisione dalla Rai. Nel 1998 Gragnaniello pubblica un album interamente strumentale in cui convergono suoni sacri e rituali della musica etnica: Neapolis mantra. Nel 1999 partecipa al 49° Festival di Sanremo con la canzone Alberi, interpretata con Ornella Vanoni. Il brano fa parte dell'album Oltre gli alberi. Tiene poi una serie di concerti al Teatro San Carlo di Napoli. Nel frattempo Michel Pergolani e Renato Marengo pubblicano un libro con Cd allegato a lui dedicato, Dai Quartieri al San Carlo. Sempre nel 1999 vince per la terza volta il Premio Tenco. Nel 2001 esce  il suo nuovo, album, Balia, grande musica mediterranea. Recentemente è uscito un nuovo album, Tribù e passione, in cui Gragnaniello, insieme a James Senese, rivisita in chiave funky jazz le vecchie canzoni della tradizione napoletana.