EMILIO LOCURCIO |
Autore e attore teatrale, ha ideato e realizzato nel 1977 una interessantissima “operetta pop a più usi: come Manuale di ingenua Rivolta, biglietto d’andata per Nessunluogo”, L’Eliogabalo, ispirato all’omonima opera di Antonin Artaud, che parlava di questo imperatore romano del secondo secolo, atipico nella sua forma di governo e di potere perché incoraggiava e auspicava più la vita comoda, gli ozi e il benessere diffuso che non le spedizioni militari. Rivista e corretta, Locurcio, ben spalleggiato dal produttore Piero Cannizzaro, ha cucito l'album, arrangiato da Gaio Chiocchio, affidando a se stesso la parte di un Situazionista e le altre parti vocali e i ruoli a musicisti e a voci caratteristiche e significative: c’è Lucio Dalla nella parte di un contadino ancora puro, Rosalino Cellamare (non ancora ribattezzatosi Ron ) in quella di uno studente medio-borghese, Claudio Lolli nei panni di un dolce narratore, e Teresa De Sio in quelli di una ragazza metropolitana. Nei brani, surreali e pieni di suggestioni, confluiscono echi progressivi e psichedelici, arie folk, scampoli di rock, vaghi accenni sperimentali e interessanti testi allegorico-visionari il tutto in un’atmosfera influenzata dall’attività di autore e attore teatrale di Locurcio. Il disco dall’allucinata copertina disegnata dall’eclettico Locurcio, fu registrato nel mese di giugno, quindi era intriso degli umori del movimento del '77, fu però pubblicato solamente due anni dopo, in un contesto politico molto diverso, nel pieno degli anni di piombo e del riflusso. Passò quindi del tutto inosservato. Va riscoperto! |
1. monologo d'apertura: Tutto Quello
che mi è Stato Tolto lo Rivoglio |