Darwin (1972)
Testi: Vittorio Nocenzi/Francesco Di Giacomo
Musiche: Vittorio Nocenzi

L'evoluzione
Prova, prova a pensare un po' diverso
niente da grandi dei fu fabbricato
ma il creato si è creato da sé
cellule, fibre, energia e calore.
Ruota dentro una nube la terra
gonfia, al caldo tende le membra
Ah la madre è pronta e partorirà
già inarca il grembo
vuole un figlio e lo avrà
figlio di terra, ed elettricità

Strati grigi di lava e di corallo
cieli umidi e senza colori
ecco, il mondo sta respirando
muschi , licheni, verdi spugne di terra
fanno da serra al germoglio che verrà.

Informi esseri il mare vomita
sospinti accumuli su spiagge umide
i branchi torbidi la terra ospita
strisciando salgono sui loro simili
e il tempo cambierà i corpi flaccidi
in forme utili a sopravvivere.
Un sole misero il verde stempera
su felci giovani di spore cariche
e suoni liberi in cerchio muovono
spirali acustiche nell'aria vergine.

E se nel fossile di un cranio atavico
riscopro forme che a me somigliano
allora Adamo, no, non può più esistere
e sette giorni soli son pochi per creare
e ora ditemi se la mia genesi fu d'altri uomini
O di quadrumani.

Adamo è morto, ormai, e la mia genesi
non è di uomini, ma di quadrumani.

Alto, arabescando un alcione
stride sulle ginestre e sul mare
ora il sole sa chi riscaldare.

La conquista della posizione eretta
Steli di giunco, e rughe d'antica pietra
odore di bestia, orma di preda:
nient'altro vede il mio sguardo prono
se curva è la mia schiena.
Potessi drizzare il collo oltre le fronde
e tener ritto il corpo opposto al vento
io provo e cado e provo
e ritto sto per un momento.
L'urlo rintrona per la volta tutta
fino ai vulcani sale e poi resto a guardare
e vedono i miei occhi i voli i salti,
le mie foreste e gli altri.
E dove l'acqua in fondo tocca il mare
lo sguardo diritto può guardare.

Cento mani e cento occhi
Laggiù, altri ritti vanno insieme
insieme stan cacciando carni vive.
bocche affamate, braccia forti.
scagliano selci aguzze con furore.
devo fuggire o farmi più dappresso a loro.
Sulla tua canna mi offri carni
che non ho certo conquistato io, con la mia forza.
Che gesto è questo? Non si addice a un forte
la preda è vostra e dunque vostro il grasso pasto.

Di cento mani è la mia forza
e cento occhi fanno a me la guardia
tu sei da solo.
La nostra forza è in cento mani
e cento occhi fanno a noi la guardia
tu sei da solo.
Tu ora se vuoi puoi andare
oppure restare e unirti a noi.

E da un branco una tribù che va
da un villaggio una città
gente che respira a tempo
uomini rinchiusi dentro scatole di pietra
dove non si sente il vento.
Ma la voglia di fuggire che mi porto dentro
non mi basterà.

Fate cerchio intorno ai fuochi presto
presto con le pietre presto
che siano pronte taglienti e aguzze
altre mani uccideranno e ci sarà più cibo.
Ma la voglia di fuggire che mi porto dentro
non mi basterà.

750.000 anni fa… l'amore?
Già l'acqua inghiotte il sole
ti danza il seno mentre corri a valle
con il tuo branco ai pozzi
le labbra secche vieni a dissetare
corpo steso, dai larghi fianchi
nell'ombra sto, sto qui a vederti
possederti, possederti……

Ed io tengo il respiro
se mi vedessi fuggiresti via
e pianto l'unghie in terra
l'argilla rossa mi nasconde il viso
ma vorrei per un momento stringerti a me
qui sul mio petto
ma non posso, fuggiresti, fuggiresti via da me
io non posso possederti, possederti
io non posso fuggiresti
possederti io non posso.
Anche per una volta sola.

Se fossi mia davvero
di gocce d'acqua vestirei il tuo seno
poi sotto i piedi tuoi
veli di vento e foglie stenderei.
Corpo chiaro dai larghi fianchi
ti porterei nei verdi campi e danzerei
sotto la luna danzerei con te.

Io so, la mente vuole
ma il labbro inerte non sa dire niente.
Si è fatto scuro il cielo
già ti allontani, resta ancora a bere
mia davvero, ah fosse vero!
Ma chi son io? Uno scimmione,
senza ragione, senza ragione, senza ragione
uno scimmione, fuggiresti, fuggiresti
Uno scimmione, uno scimmione senza ragione
tu fuggiresti

Miserere alla storia
Gloria a Babele,
rida la Sfinge ancora per millenni
si fabbrichi nel cielo fino a Sirio
schiumino i cavalli sulla Via Lattea
ma quanta vita ha ancora il tuo intelletto
Se dietro a te scompare la tua razza?

Ed io domando tempo al tempo ed egli mi risponde… non ne ho!
Ruota eterna ruota pesante
lenta nel tuo cigolio
stai schiacciando le mie ossa e la mia volontà.
Meccanismo fatto di croci
coi tuoi fantocci attaccati
che pendono dai tuoi raggi
e girano coi tuoi ingranaggi
va….
Va, la ruota va
un colpo non lo perde mai