2005 SYNKRETIKO
è il nuovo album di Claudio Fucci.
Graffiti italiani / Duemilanovecentoventitrè / Il silenzio e il tuono / Sebastiano / Come un poeta / La Pace / Via Costantino Baroni / Gabbie / Nell'Aria e nel Vento / Approdare
Prodotto dallo stesso Fucci,
distribuito dall'etichetta BTF, suonano nel nuovo lavoro: Attilio Zanchi,
Walter Calloni, Massimo Colombo, Marco Colombo, Dario Piana, Giancarlo Galli,
Dario Guidotti, Claudio Lugli, Tullio Granatello, Vittore Andreotti,
Silvano Paulli, Enzo Cafagna, Piero Papotti, Tania Ruvolo, Salvo Silvio,
Nino Silvio, Franco di Biase, Egidio Perduca, Andrea Rodini, Gaia Petrazzani,
Ettore Gilardoni, con la partecipazione straordinaria di Eugenio
Finardi e Marco Ferradini.
SYNKRETIKO
Questo titolo rispecchia perfettamente le anime che contiene talmente diverse da sembrare quasi
opposte e antitetiche. Non mi sono mai considerato un cantautore, ne tanto meno un cantante. Mi sento più un ricercatore
di parole che suonano e di suoni che sappiano parlare. Ho avuto la fortuna di vivere anni straordinari, attraversando grandi mutamenti, generosi slanci,
illusioni e delusioni immense. Di ogni viaggio conservo un sorriso o una ferita. Queste canzoni sono dedicate ai tanti compagni di
viaggio e anche ai nuovi curiosi ricopritori ed esploratori di un passato prossimo che è anche una
immensa geografia di emozioni e sensazioni o semplicemente “vibrazioni”.
Cercavamo di cambiare il mondo e non so quanto ci siamo riusciti ma sicuramente abbiamo
cambiato noi stessi e il modo di fare musica.
Claudio Fucci |
Un bel giorno, trent’anni dopo il suo unico album, Claudio sente che è
arrivato il momento di replicare e dare consistenza ai mille pensieri
musicali accumulati. Ancora non sa che quello che sta per realizzare sarà
un album da collocare tra le migliori espressioni della canzone d’autore
italiana, quella che nasce da dentro, senza alcun presupposto
commerciale, senza calcoli o congetture nate a tavolino. Claudio ha solo
bisogno di riordinare le idee e metterle a confronto con un mondo di amici
che si era lasciato indietro, come spesso succede, perché ognuno va per la
propria strada, inevitabilmente. Ma c’è sempre tempo per ricredersi e
voglia di dimostrare a se stessi, prima che agli altri, che il tempo non è
passato invano. Ha lasciato tracce importanti, pronte a riaffiorare con
forza. Eccolo allora rimettere in moto la macchina, cambiare qualche
gomma e aggiungere diesel, perché la strada da percorrere è ancora tanta.
E il primo a salire su quel diesel è proprio Finardi, produttore del
precedente album, a fornire l’accelerazione nel brano Il silenzio e il
tuono, mentre Ferradini presta la sua voce nella delicatissima
Come un poeta, poi ci sono i musicisti, quelli conosciuti e frequentati nei ’70, nelle tante
session improvvisate su qualche palco, magari prima di un concerto,
mettersi a provare qualcosa che si allarga e non si sa più dove può andare a
finire, né come sia iniziata. C’è questo gusto nelle nuove canzoni di Claudio,
che piaceranno anche a coloro che prediligono l’aspetto musicale, perché
la sua voce particolare sa farsi ascoltare senza prevaricare, sa nascondersi
per lasciare spazio all’insieme sonoro. Nessuna nostalgia del passato,
ma nuova ispirazione e un nuovo stile, alla maniera dei concerti live dove
ognuno partecipa per il gusto di stare insieme sullo stesso palco. Ci sono
“Come le foglie”, “I Cacao”, Walter Calloni e nuove presenze come Marco e
Massimo Colombo. Come se si risvegliasse da un sogno (Ho troppi buchi
nella testa, Non pochi sogni nella mia tasca)
Fucci scopre che anche gli altri musicisti coinvolti non aspettavano altro, ovvero partecipare a un
progetto che li accomunasse in nome di un’appartenenza mai rinnegata.
Appartenenza a un periodo che ha segnato profondamente ogni gesto e
ogni pensiero, così ci si ricorda di come "… la nebbia
rifletteva ogni sguardo che si alzava / ad osservare il cielo / come fosse il primo / come spazio
grande infinito …" (da Via Costantino
Baroni). Testi importanti e una felice linea melodica, che
incita al canto corale per "… ma se questo è vivere / no
alla civiltà / certo è meglio andarsene / rifiutare questo mondo che / non
lascia spazio alla tua libertà…" (da Gabbie). Uno di quei dischi
(chiamiamoli ancora così) che non ti stanchi di ascoltare, perché dietro ogni curva un
nuovo panorama appare: la collina e poi il mare.
Giordano Casiraghi |
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