PRECIPIT00000
Non
guardavo l’abisso con lo sguardo fisso / io guardavo il prato e sono
scivolato / colpo di reni che mi lascia senza fiato I attaccato
appena al margine, paff! raspo come / un disperato. / Va bene
marginale, ma fino a questo punto! / Sotto c’è il burrone e sopra
tira un vento! Le dita anchilosate, urlo col cuore in gola / ma se
non resto fermo qui / prima o poi si vola / Precipitooo / Ué! Vedo in fondo al prato, molto lentamente
/ una o due persone,
poi un pò di gente, / stan venendo avanti molto concitati / oh
madonna! sono un gruppo d’impiegati. / Uno fa una foto, souvenir
mortale, / vado proprio a sbattere nel picnic aziendale I Senta
signorina, sono mica un pollo, / ocio con la corda! Non attorno al collo!!!
/ Precipitooo / Una radio libera ora sta arrivando / ci mancava solo ‘sto
Ruggero Orlando / mi fa un’intervista circa il mio vissuto / io di dentro
e sotto sento come un vuoto / Finalmente è festa! Trenta compagni trenta
/ con le bandiere in testa, e questo cosa c’entra, ma che cosa c’entra?
/ Datemi una mano! Senti un pò katanga / una mano ho detto, molla giù la
spranga! / Precipitooo / Ora arriva uno con le bandierine mette le tribune,
vende noccioline / poi fa su un recinto, tutto intorno al prato / fa pagar
l’ingresso e si paga salato. / Quattrocento intrepidi sfondano le porte:
/ autoriduzione sì! Fino alla morte! Morte un tubo! Raspo, raspo come posso,
/ qualche applauso: il viso, mi s’è fatto rosso! / È arrivata infine
anche la mia mamma: / " figlio non buttarti, dài non fare un dramma! / Te
l’avevo detto, va a finire male / ma sei ancora in tempo, non ti suicidare!
" / Gioco sull’equivoco, guardo nel crepaccio / sotto c’è un gran mare,
forse ce la faccio / lascio già le mani, finalmente in volo / finalmente
in aria, finalmente solo / ...SPLASH!
SBRINATI
Dici
a me? L'ora? Boh... /È presto, è tardi, ma dipende... che ne so. / Fai su
uno spino? Ah va bene, grazie sì. / No fai più piano, dammi, non così! /
che palle... / Ah vuoi parlare? E di che parliamo? / No! senza spino: o
parliamo o fumiamo / sei troppo teso, guarda che ti sbatto fuori / mi metti
angoscia: c’hai il sudore in tutti i pori. / No, no, noooo / su sbrinati
/ tempo ce n’è / su sbrinati / nononono... / non rompermi / che gusto c’è,
che gusto c’è / non rompermi! / Che palle... che paranoia... / Un altro
spino? e va bene resta / no non è il caso, ora non mi fare festa / l’ora?
No ma che ora?!! Te l’ho detto non ce l’ho / ma cosa cerchi? Sta tranquillo
un pò / No, no, noooo / non rompermi / che roba è? che roba è? / non rompermi
/ nononono... / su sbrinati / tempo ce n’è, tempo ce n’è / su sbrinati /
No, no, nononono / non rompermi / che ora è? che ora è? / non rompermi /
nononono... / ho il nervo fragile / il polso debole / non rompermi / nononono...
/ su sbrinati / tempo ce n’è, ma fatti un thé / su sbrinati..
NON
C’ERI
Non
c’eri / ieri in piazza tu non c’eri / ho il sospetto che dormivi / dimmi
come fai... / Non c’eri / ieri con i pendolari / bello steso sui binari
/ eri mica tu. / Ma dai: basta leggere i giornali o accendere il TV / tutto
fa spettacolo: il Soggetto, il Complemento Oggetto / e forse pure tu. /
Ma tu non c eri / tu stai lì a contarti i peli / o a schiacciarti i punti
neri / te ne pentirai / ..di gran lunga / Lo so: non ti curi delle fasi
o dei momenti clou / anche il David Boi dice che per un momento si può essere
/ eroi / Ma tu non c’eri / tu vai dietro ai tuoi pensieri / quasi sempre
poco seri / no, cosi non va / Tu non c’eri / in silenzio te ne stavi / chissà
cosa poi covavi / dimmi dove sei! / Non c’eri / c’erano tutti e tu non c’eri.
/ C’erano i piccoli editori sinceri e tu non c’eri / tu non ci sei mai /
Non c’eri / c’erano i discografici alternativi e tu non c’eri / c’erano
i Partigiani Reggiani e tu non c’eri / tu dove sei. / C’era la federazione
bagarini democratici / il comitato di fabbrica delle cartine RIZLA / il
comitato Madri Antifasciste / e tu non c eri, e tu non c’eri. / C’erano
questi qui che suonano la tromba / i trombettisti leninisti / ma tu non
c’eri / non c’eri neanche nel gruppo dei bambini / armati fino ai denti
da latte / della centrale del comune democratico / tra i carmelitani scalzoni
/ e tu non c’eri / nell’unione inquilini del terzo piano / nel comitato
comparse cinema politico / tu non c’eri / nei centri mimi yogi spirituali
/ non c’eri / e qui qualcuno accende i ceri / e qui qualcuno accende i ceri.
/ E tu non c’eri / io c’ero io c’ero / si io, nel senso di ego io c’ero
/ mi sembra mi parve che ci fui / adesso non saprei dirti se venivo di qua
di là / però c’ero, mi sembra che c’ero / o non c’ero / c’ero o non c’ero?
/ Mah?...
BIBERON
Per
divertirmi non so più che cosa fare / non mi diverto più neanche a provocare
/ mi voglio togliere il vestito da ribelle / sotto il vestito ritrovare
la mia pelle. / E la politica parla di cose già viste / e più ne parlo e
più divento triste / l’unica cosa che conosco veramente / è che a trent’anni
ancora non conosco niente. / L’unica cosa che mi resta è l’estremismo /
sarà infantile, ma infantile è il comunismo / sarò bambino sempre se questo
vuol dire / che della vita ho ancora tutto da scoprire / E non toccatemi
il mio biberon / che cosa voglio ancora non lo so / ma non toccatemi il
mio biberon / come un bambino mi divertirò /
A
scuola non ho mai imparato niente / non m’ha insegnato ad esplorare la mia
mente / e il sesso non l’ho mai studiato dietro un banco / ma confondendomi
agli stimoli del branco. / La religione non mi viene dalla chiesa mi coglie
come un ladro di sorpresa / ed il mio inconscio non è steso su un divano
/ arriva in sogno e porta più lontano. / Non ho imparato dalla musica di
Stato / ma dal rumore del mio io dimenticato / se delle cose ascolto le
parole / potrò capire anche il plusvalore / E non toccatemi il mio biberon
/ che cosa voglio ancora non lo so / ma non toccatemi il mio biberon / come
un bambino mi divertirò /
Nonsono
stato ancora libertino / non ho scoperto ancora il mio destino / ho abbandonato
presto l’indole pagana per una maschera democratica e cristiana. / Non ho
mai osato nell’irrazionale / ho rinnegato la mia origine animale / ho alzato
il pugno ho retto la bandiera / ma non ho visto mai la rossa primavera /
La mia bambina ha poco più d’un anno / ed ogni giorno è un nuovo compleanno
/ cresce nel corpo, cresce nella vita / la mia ricerca no, non è finita
/ E non toccatemi il mio biberon / che cosa voglio ancora non lo so / ma
non toccatemi il mio biberon / come un bambino mi divertirò
PAGANA
C’è
chi passa degli anni a disfare e rifare / una matassa aggrovigliata tutta
da districare / e solo quando la luce filtra dentro la tana / lui si renderà
conto che gli fa schifo la lana / E si perde nel vuoto il richiamo dei corvi
/ tutti dentro la gabbia dei padroni e dei servi / che ti fanno domande
da esattori delle tasse / funzionari pidocchiosi che si credono la classe
/ Tu ti senti più caldo forse più liberato / il tuo rospo nascosto finalmente
hai sputato: / " se vi volete normalizzare, normalizzatevi per i cazzi vostri
/ e lasciateci convivere con i cosiddetti mostri ". / Progressisti cortesi,
cittadini esemplari / giovanili, senili, democratici vari, / ritorniamo
nei corpi, ectoplasmi formali / riproviamo di nuovo a sentirci animali.
/ È pagana / la natura che ci chiama / che ci tende la sua trama / che ci
odia e che ci ama, / è pagana / e non è così lontana. / Non è ancora finito
il paese dei canti / no, non canti da chiesa di straccioni potenti / sono
i canti negati dalla cristianità / sono i canti del corpo e il tuo corpo
lo sa. / E tu maschera responsabile che continui a predicare / lo sviluppo
probabile e la morte nucleare / non potrai mai distruggere questa Italia
pagana / di rifiuti della Storia e di Figli di puttana. / Non potrai mai
ammazzare questa Italia regressiva / di adulti bambini e di infanzia cattiva
/ quest’Italia rimossa che teniamo di dentro / come un vecchio vulcano che
non s’è ancora spento. / Non potrai mai afferrare nella tua bella rete /
questa Italia brigante che non si è fatta prete / che non ha rinunciato
ai confini del sogno / dove il vecchio peccato ridiventa bisogno / È pagana
/ la natura che ci chiama / che ci tende la sua trama / che ci odia e che
ci ama, / è pagana / e non è così lontana..
JUNGLA
LIBERA
In
una gabbia dello zoo di Londra / lui dondolava appeso al suo ramo / aveva
gli occhi grandi neri quasi assenti / era un orango dal volto umano. / E
nei suoi occhi ho letto qualche cosa / in quella sua pesante oscillazione
/ e per la solita abitudine noiosa / sento un richiamo in testa, una canzone
/ Jungla libera! Jungla libera! / Ci metteranno nello zoo meccanico / ognuno
a fare il suo gesto uguale / e come gli ippopotami di Disneyland / sarà
automatico anche sbadigliare. / Ognuno avrà la sua gabbia il suo spazio
/ la sua TV a circuito chiuso / il suo diritto all’accesso zoologico / il
suo diritto ad essere rinchiuso / Jungla libera! Jungla libera! / Ma dalle
gabbie una risata effimera / di una jena dell’area creativa / dirà che forse
è morta la foresta / però la Jungla è ancora viva... / Eh Jungla libera...
/ Tutta la Jungla libera / gorilla, gorilla, bruciagli la villa / serpenti
fetenti vi spaccheremo i denti / ci prendono dall’Africa ci mettono allo
zoo e questa / la chiamano libertò. Toh! Toh / Ridi, ridi bella jena, che
ti si smolla la catena / ridi, ridi bella jena e non mangiare la tua cena
/ voglio la jungla libera / ma quale jungla libera di qua...
MAI
PIÙ RESISTENZA
E
si resiste ai sogni / si resiste al vino / si resiste alla fatica / si resiste
ad essere bambino / e si resiste al corpo / si resiste agli dei / si resiste
all’orgasmo / e si resiste a noi / che resistiamo al pianto / e resistiamo
al pianto / resistiamo alla rabbia / resistiamo alla voglia di fuggire /
preferiamo la nostra cara gabbia / che è chiusa nel laboratorio / delle
emozioni sperimentali / dove impariamo a resistere / ai nostri impulsi cosiddetti
irrazionali. / Mai più resistenza / forse possiamo farne senza / forse per
un momento solo / ma voglio uscire dal tempo di lavoro / Mai più resistenza
/ voglio provare a farne senza / siamo sommersi dai valori / e c’è bisogno
di sapori. / Non resistiamo alla vita / la resistenza è finita / se ci sarà
ricostruzione / che sia di nuova percezione. / Forse mai più resistenza
/ forse possiamo farne senza / mai più prigione / all’universo della sensazione.
/ Mai più resistenza / forse possiamo farne senza / sarò passivo / finché
il mio corpo è ancora vivo. / Mai più resistenta / voglio provare a farne
senza / sarò passivo / finché il mio corpo è ancora vivo.
MASS
MEDIA
Una
sera di stanca e ne avrei fatto a meno / in un cinema porno in attesa del
treno / c’è qualcuno che lecca una cosa confusa / e la fila di sedie sta
ballando nervosa. / Una rabbia pesante: tutti in fila a guardare / a tenersi
le mani nelle tasche a frugare / e si può stare male, ma è vietato fumare
/ è vietato scopare, è vietato gridare / Il mass-media si desta / è il suo
giorno di festa / il mass-media si desta / dentro la mia testa / Come alzarsi
di notte a cercare nel frigo / per trovarci due uova e una tazza di sugo
e coprire coi piedi nudi le mattonelle / e sentire quel freddo che ti prende
la pelle / Come aprire una radio, sì ma chi se ne fotte / che ti parlino
ancora di canzoni e di lotte / e il telefono è muto e se ci parli dentro
/ ti risponde un appello di finanziamento / Il mass-media si desta / è il
suo giorno di festa / il mass-media si desta / dentro la mia testa / Anche
questo momento è già stato vissuto / anche questa tristezza deve avere un
rifiuto / non si può più restare ubriachi a sognare / hanno già preparato
il confino di Stato. / E la cosa che striscia sulla porta di casa / ha uno
strano sorriso ha un’occhiata d’intesa / e ti dice che inizia una nuova
stagione / dove il mondo di cose ridiventa persone.
OGNUNO
SEGUA IL SUO DESTINO
Ognuno
segua il suo destino / non ci sarà liberazione / per chi desidera il martirio
/ e per chi ama la prigione / perché le dame di San Vincenzo / anche se
prendono in mano il mitra / non riusciranno a fare del bene / loro non sanno
più cos’è la vita. / Ognuno segua il suo destino / e non il suo proletariato
/ e non gli faccia dei regali / ne ha già abbastanza dallo Stato / perché
ci sono troppi missionari / forse più stupidi che biechi / che regalano
film muti / all’ Unione Italiana Ciechi. / Ognuno segua il suo destino /
cerchi la sua individuazione / vedo più chiaro il mio cammino / il mondo
non è solo una prigione.
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