ERNESTO BASSIGNANO
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"Ernesto
Bassignano è uno dei cantautori "storici" della musica italiana. Appartiene
alla generazione dell'ormai lontano '68, e come altri suoi colleghi oggi
più famosi cantava canzoni a sfondo civile. Negli anni settanta, al Folk
Studio, c'erano tre personaggi emergenti che si esibivano abbastanza regolarmente:
Venditti, De Gregori e Bassignano. Di questo terzetto giornalisti e pubblico
di allora erano disposti a giurare che sarebbe stato proprio Bassignano
a "sfondare". Le cose andarono diversamente. Perchè Bassignano
non sfondò? Bassignano aveva un talento formidabile per farsi dei nemici.
Bassignano era una delle persone più difficili con cui si potesse avere
a che fare. Antidivo, critico su tutto e su tutti al punto che perfino
i suoi colleghi temevano la sua lingua tagliente, aveva un fiuto infallibile
nell'identificare e denunciare il benchè minimo cedimento al frivolo.
Insomma, un autentico rompiscatole. Inoltre Ernesto aveva il vizietto
di corteggiare (spesso con successo) le donne di amici e nemici senza
distinzioni ne' riguardo, e questa è la cosa che più di tutte fece infuriare
parecchia gente "importante". Come se non bastasse, invece di raccogliere
il successo che sicuramente riscuoteva e meritava, e frequentare salotti
cultural-chic, nei quali era peraltro richiestissimo per le sue doti di
caustico intrattenitore, saliva da solo sulla sua macchina scassata e
andava a fare concerti sul cocuzzolo di una montagna per i contadini,
o nelle fabbriche più remote, concerti dai quali il più delle volte tornava
senza neanche il "politicamente corretto" rimborso spese. Alcune delle
sue canzoni sono autentiche poesie, nelle quali c'è sicuramente impegno
civile, ma che non e' mai fatto cadere dall'alto, mai presentato sotto
forma di "predica". Non c'è mai lo scadimento nello slogan o nel luogo
comune, nella retorica , o nella "forzatura" politica. Insomma lo spigoloso
Bassignano, nelle sue canzoni, si trasforma in uno dei poeti più delicati
e sensibili della musica italiana moderna, capace di lasciare nel cuore
di chiunque lo ascolti una grande profonda serenità. Oggi Ernesto fa il
giornalista free lance, per testate e anche per programmi radiofonici.
Sarebbe però ora che qualcuno si prendesse la briga di riportare il suo
lavoro all'attenzione del pubblico." |
Ernesto Bassignano scrive canzoni fin dagli anni 70. Prima, ballate per le azioni del teatro di strada, poi pezzi suonati con De Gregori , Venditti e Lo Cascio al Folkstudio, e ancora canzoni di protesta manifesti della lotta operaia, suonate nelle Feste dell' Unità di tutta Italia ; infine le composizioni contenute nei suoi dischi. Il suo ultimo disco, La luna e i falò, è del 1989. Nato a Roma il 4 aprile 1946, vive per lunghi anni a Cuneo. Rientrato nella capitale, studia scenografia allAccademia di Belle Arti. Fa teatro di strada con Gian Maria Volonté e frequenta il Folk Studio, dove stringe amicizia con De Gregori, Locascio e Venditti. Diviene organizzatore di rassegne sulla nuova canzone. Fino alla chiusura del giornale, è critico musicale di "Paese Sera" e collabora a programmi radiofonici. Musicalmente esordisce nel 1973 con lalbum Ma, inciso per la Ariston. Le tematiche di base del primo disco sono strettamente politiche. La musicalità è folk, tipica delle composizioni politicizzate dellepoca. Trascorrono due anni durante i quali lautore affina le sue capacità espressive. Incide Moby Dick (RCA) nel 1975. Se le composizioni, dal punto di vista musicale, ricalcano lo stile di Luigi Tenco, i testi sono ancora sensibili alle tematiche sociali e solo in apparenza sono meno impegnati. Fra i brani contenuti: A Victor, dedicata a Victor Jara, musicista cileno e Moby Dick, un attacco contro la Democrazia Cristiana. Nel 1976 la RCA pubblica un album antologico, registrato dal vivo, intitolato Domenica musica a cui prendono parte gli amici: Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Lucio Dalla, Paolo Conte, Rino Gaetano, Renzo Zenobi ed altri ancora; quindi nel 1978 il 45 giri Cenerentola col quale chiude la prima parte della sua carriera artistica musicale. Nei cinque anni successivi abbandona la musica per dedicarsi ad attività giornalistiche e radiofoniche. Nel 1983 si riaffaccia nel mondo della musica con l'album DEssai. Il nuovo disco è dedicato ad Amilcare Rambaldi, il presidente del Club Tenco. Tutto lalbum si ispira al cinema, per parlare di unepoca irrimediabilmente finita. I titoli servono allautore a volte come spunto per un omaggio sincero, a volte per fermare attimi fuggevoli o per flash istantanei su avvenimenti che lo colpiscono, ma solo poche volte cè un reale nesso tra i film e le parole delle canzoni. Nel 1985 compare l'LP Bassingher, soprannome affettuoso che gli amici hanno attribuito allautore. Nel 1989, rifacendosi allo stile del Cantacronache, il cantautore compone Mi chiamo Gian Maria, sigla della rubrica televisiva "Diogene" di Antonio Lubrano. Sempre nel 1989 un nuovo LP, La luna e i falò, acclamato dalla critica. Lalbum è un viaggio alla scoperta di se stesso, unindagine malinconica sui sentimenti. Vi sono, nei brani, frequenti allusioni al trascorrere del tempo e gozzaniani ricordi del passato, uno dei brani, Il puntino è dedicato a se stesso, una sorta di autoipnosi per sopravvivere. La discografiaLP
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