Nato a Domodossola (NO)
ma milanese
d'adozione, occupa un posto particolare (come particolare
è la sua voce) nel panorama della musica italiana. Pubblica il suo primo disco,
Alberto Fortis, nel 1979, prodotto da Claudio Fabi e suonato con la
PFM al completo. Il disco, il suo migliore, il più compatto contiene canzoni nuove, sincere,
davvero molto originali. Brani come "La sedia di lillà",
"Il duomo di notte" oltre alle provocatorie "A voi
romani" e "Milano e Vincenzo" contribuiscono
a renderlo famoso. L'anno successivo pubblica il controverso concept
album, Tra demonio e santità, sorta di dialogo tra il bene e il male.
Il disco ha scarso successo. Nell'autunno 1981 esce La grande grotta,
il suo album che ottiene maggiori consensi dal pubblico. Contiene la canzone "Settembre",
uno dei suoi brani più conosciuti. Nella primavera del 1982, esce Fragole
infinite, simile come contenuti al precedente, le canzoni sono piacevoli
però meno sorprendenti. Dopo allora Fortis non ha saputo più ripetersi. I
suoi album alternano alcuni momenti eccellenti ad altri più stanchi. I suoni
sono meno italiani e più internazionali, le collaborazioni americane, i
musicisti di primo piano. Ma non c'è più il cantante semplice e graffiante di una volta.
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