Banco del Mutuo Soccorso (1972)
Testi: Vittorio Nocenzi/Francesco Di Giacomo
Musiche: Vittorio Nocenzi

In volo
Lascia lente le briglia del tuo ippogrifo, o Astolfo.
e sfrena il tuo volo dove più ferve l’opera dell’uomo.
Però non ingannarmi con false immagini,
ma lascia che io veda la verità
e possa poi toccare il giusto.
Da qui messere si domina la valle…
ciò che si vede, è.
Ma se l’imago è scarna al vostro occhio
scendiamo a rimirarla da più in basso
e planeremo in un galoppo alato
entro il cratere ove gorgoglia il tempo

R.i.p. (Requiescant in pace)
Cavalli, corpi e lance rotte
si tingono di rosso
lamenti di persone che muoiono da sole
senza un Cristo che sia là.
Pupille enormi volte al sole
la polvere e la sete
l ’affanno della morte lo senti sempre addosso
anche se non saprai perché.

Requiescant in pace (4 volte)

Su cumuli di carni morte
hai retto la tua gloria
ma il sangue che hai versato su te è ricaduto
la tua guerra è finita
vecchio soldato.

Ora si è seduto il vento
il tuo sguardo è rimasto appeso al cielo
negli occhi c’è il sole
nel petto ti resta il pugnale
tu no, non scaglierai mai più
la tua lancia per ferire l’orizzonte
per spingerti al di là
per scoprire ciò che solo Iddio sa
ma di te resterà soltanto
il dolore e il pianto che tu hai regalato
per spingerti al di là
per scoprire ciò che solo iddio sa.

Metamorphosi
Uomo
non so
se io somiglio a te
non lo so.
Sento che però non vorrei
segnare i giorni miei coi tuoi.
No, no, no.

Il giardino del mago
Da bambino ci montavo su
al cavallo con la testa in giù
galoppavo senza far rumore
gli zoccoli di legno che volavano sui fiori
non sciupavano i colori.

Stan cantando al mio funerale
chi mi piange forse non lo sa
che per anni ho cercato me
e passo dopo passo, con le spine ormai nei piedi
tanto stanco, stanco.

Io sono arrivato nel giardino del mago
dove dietro ogni ramo crocifissi ci sono
gli ideali dell’uomo
grandi idee invecchiate nel giardino del mago
io sto appeso ad un ramo dietro a un quadro che balla
sotto un chiodo nell’aria
sono io che ho bisogno di carezze umane più di te.

E il tempo va, il tempo va, passa,
e il tempo va, il tempo va, passa e va
e tu che fai e tu che fai e tu
e tu che fai e tu che fai che fai?

Sono finito ormai quaggiù
-ma vieni via, ma vieni via
non posso tornare resterò
-se resterai, se resterai che farai?

Ogni creatura del giardino del mago
vive tutto il suo tempo dentro un albero cavo
c ’è chi ride chi geme
chi cavalca farfalle
chi conosce i futuri
chi comanda le stelle come un re
-Ma chi è che comanda
comanda le stelle
ma chi è questo re
un re che comanda da sé.

Come è strano oggi il sole
non si fa scuro chissà perchè
forse la sera non verrà
a uccidermi ancora
ha avuto pietà solo ora.
Per pietà della mia mente che se ne va
il giorno aspetterà
per me si fermerà un pò di più.
Vedo già foglie di vetro
alberi e gnomi corrersi dietro
torte di fiori e intorno a me
leggeri cigni danzano.
A che serve poi la realtà.

Coi capelli sciolti al vento
io dirigo il tempo
il mio tempo
là, negli spazi dove morte non ha domini
dove l’amore varca i confini
e il servo balla con il re
corona senza vanità
eterna è la strada che va.