IL BEATO GIACOMO DA BITETTO
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Il suo nome è Giacomo VARINGEZ, detto da Bitetto, per la sua lunga permanenza
in questa caratteristica cittadina in provincia di Bari. Un amico, anzi un
vecchio amico, cioè collaudato nei rapporti amicali da lunga data, e con tutti.
Infatti non è nato oggi, ma di oggi ha la freschezza e l'immediatezza
dell'amicizia.
Necque nella prima metà del
1400 in Zara nella Dalmazia da umili ed onesti genitori Beatrice e Leonardo da
Varinquez Fin dai primi anno amò la solitudine e l'orazione. Sacrificando
patria, amici,
parenti, agiatezza, scelse scelse l'istituzione religiosa più
umile. Nel 1436 in una bellissima notte di maggio mandato da Dio, è approdato in Italia, in Puglia
dove, a Bitetto, oltre che a Bari, a Cassano e a Conversano, ha trovato il luogo
privilegiato per realizzare la sua vita in piena adesione alla volontà di Dio,
che lo ha voluto francescano. Dando così una svolta alla sua vita. Verso il
1456 il nostro fra Giacomo fu trasferito nel convento di Bitetto e, qui
esercitò l'ufficio di questuante. Nell'apparire di quel povero frate,
ravvolto
Dio rinnovò di giorno in
giorno la sua giovinezza e quando, ultranovantenne, cessò di
stare con gli uomini approdò all'eternità pieno di meriti, lasciando a quanti
lo avevano conosciuto il radicato rimpianto di aver perso un vero amico in terra
e la sua certezza di avere un amico in più in cielo, vicino a Dio per sempre.Tumulato
nel comune sepolcro dei frati, quivi stette, ma per breve, chè di lì a venti
anni, nel 1505, dovendosi dare sepoltura ad un altro frate, scoperchiatosi il
sepolcro, si trovò che il suo corpo con stupore di quanti assistevano, era
ancora incorrotto, flessibile ed emanante soavissimo odore ... lo esposero nella
cappella della grotta alla pubblica venerazione. I suoi resti mortali, che
prodigiosamente si conservano incorrotti nel
suo santuario di Bitetto, sono meta di
pellegrini e devoti che chiedono e
ottengono favori per l'anima, per il corpo, per la vita. Qui a Bitetto
dove il Beato è vissuto per circa quarant'anni ed è morto si conserva a vista
incorrotto e venerato il suo corpo.
Nella storia del Beato Bitetto legge la sua storia che il Beato ha portato con
sè. E' in questo ambiente e in questo clima che se uno non lo ha ancora
incontrato, spera di vederselo comparire da un angolo di strada, bisaccia in
spalla, pregando o sorreggendo un bambino, per portargli Dio e tanta pace.
(Ledi)
Beatificato il 29 dicembre
del 1700, ora si è alle ultime battute per
giungere alla sua cononizzazione.
Avendo tutto in comune con
Cristo, di questi compì le opere. Passò beneficando
guarendo gli ammalati, illuminando i dubbiosi, sollevando ogni miseria,
insegnando la via della carità. Servì i poveri, gli ammalati e i vecchi come
un angelo; amò i bambini con tenerezza di madre.
Fu contemplativo fino all'estasi, cercando nel tempo di essere già immerso nell'eterno, di cui assaporava la dolcezza e la beatitudine in anticipo.
Volle la Madonna, fin dalla
prima infanzia, come consigliera, maestra e madre. La cercava sempre e dovunque,
come fanno fede alcuni siti a lui cari: la cappelletta
benedicta tu in mulieribus a Bitetto detta La Benedetta
dove sostava senza tempo ,in preghiera. Era una cappelluccia, o
tabernacolo, sulla strada che dal convento andava alla Città di Bitetto e là
pregava la Regina dei cieli
Non seppe di lettere, e non si curò di apprenderle, me si dedicò totalmente ad accogliere la sapienza dello Spirito, e ne divenne maestro.
A vederlo tutti dicevano di
avere incontrato Cristo stesso e non
cessavano di volergli bene. La povertà, l'umiltà, la semplicità da lui
furono vissute in maniera accattivante, creando in tutti una profonda nostalgia
di questi valori perenni, che erano propri di Cristo, e che ha proposto come
condizioni del suo discepolato.
Ora che lo conosci entra anche tu nella numerosa schiera dei suoi amici. Pregando perché si faccia tuo compagno di viaggio e protettore, e cerca di imitarlo ponendo Dio al centro della tua vita cristiana in piena comunione e solidarietà con i fratelli che possono avere bisogno di te sempre e ovunque.
Nell'anno 1619 << La signora D.Felice Sanseverino Duchessa di Gravina, Ava del Papa Benedetto XIII, andò per sua devozione in Bitetto (Ba) a visitare il Sacro deposito del Beato Giacomo, e vi stette tre giorni, in quanto gravemente inferma, e fu in quel luogo che ricevette la bramata salute, tale signora prima di partire pregò il Padre Guardiano affinché aprisse la cassa del Beato, per poter baciare quelle Sante reliquie con la propria bocca: baciando la mano del Beato, gli troncò con i denti un dito (credo per l'anello ... o forse per la Santa reliquia) senza che nessun Frate se ne avvedesse. Licenziatasi dai Padri, si mise subito in carrozza con grande allegrezza, sia per la sua salute che per la Santa reliquia del Beato che portava con sé; ma appena ebbe voltate le mura del Convento si voltò un temporale sì tempestoso, con tuoni, lampi e pioggia grossissima, dove prima era il cielo sereno, fu così tanto forzata che detta Signora fece ritorno al convento dal quale era partita e riconosciuta la virtù del Santo, restituì la Santa Reliquia alli Padri; quale oggi si conserva nella cassa del medesimo Beato Giacomo in un cassettino d'argento donato dalla medesima Signora; e così partì con buonissimo tempo, in pace.>>
O Dio, onnipotente e misericordioso,
che esalti gli umili
e operi grandi cose per mezzo di loro,
ti preghiamo di glorificare il tuo umile e fedele servo
il Beato Giacomo,
affinché nella Chiesa, sacramento universale di salvezza,
abbiamo un altro modello luminoso che ci insegni e ci sproni
a riconoscerti e ad amarti sempre più nei nostri fratelli.
Alla sua intercessione affidiamo i bisogni che ti
presentiamo...,
sicuri di essere esauditi.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
<<Tratto da un opuscolo dei Frati del Beato>>
Omaggio all'amico scomparso Padre GUIDO