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I Testaroli

 

Ingredienti:

600g di farina di frumento

Mezzo litro d’acqua

Sale

 

Con l’acqua, la farina e il sale, in una zuppiera o in un altro recipiente, si prepara una pastella abbastanza fluida. Si fa scaldare la forma di base (testo in metallo o in terracotta) e si versa un po’ di pastella che si farà uniformemente distribuire sul fondo per uno strato di circa ½ cm. Si mette il coperchio e si completa la cottura (9-10 minuti). Si taglia il disco a rombi o quadrati di 4-5 cm di lato che si mettono per pochissimi minuti in acqua bollente. Si condisce con pesto (preferibilmente), olio d’oliva e pecorino grattugiato. I testaroli e gli altri dischi di pasta sono, in pratica, dei veri e propri "liofilizzati" come la pasta secca comune. Si possono dunque conservare per farli rinvenire (reidratare) immergendoli in acqua bollente. E’ quindi ragionevole pensare ad essi come ad un cibo adatto ad accompagnare l’uomo in viaggio (così si può pensare subito alle trie arabe da cui sembrano derivate le paste secche meridionali e genovesi). Della cucina ricca si discute; di quella povera, proprio perché ad essa legano motivi spesso essenziali. E’ il caso dei testaroli di Pontremoli, i testare.

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POESIA

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