Cornell Woolrich
di Marco Daverio
gialloWeb
Le recensioni



I miei gusti in fatto di romanzi gialli vedono in testa l'eclettico Cornell Woolrich dalla vita assai tormentata ma dalla produzione giallistica a mio avviso estremamente geniale. Lontano dal genere del "detective protagonista" che ha influenzato molti scrittori di gialli, la lettura di Woolrich è sempre fonte di nuove sorprese ma soprattutto di uno stile letterario "noir" di sapiente costruzione. Trovo pressochè unica la sua capacità di creare un'atmosfera di crescente angoscia psicologica alla Hitchoch, di destino beffardo ed impietoso. I suoi protagonisti non sono eroi ma persone semplicissime che cercano di combattere contro un destino implacabile che cerca di schiacciarli ed imprigionarli in una morsa fatale e cinicamente beffarda. Non c'è un detective, un "deus ex machina" dotato di poteri sovrannaturali che risolve la situazione. E' l'istinto di sopravvivenza dei protagonisti, gente come noi, che alla fine riesce a trovare la posssibilità di non soccombere. Tutti i suoi lavori giocano su una sfida psicologica al confine tra ragione e follia, come nel "Sipario Nero" dove un uomo perde la memoria e non solo deve uscire dalla morsa di un accusa di omicidio; deve anche trovare sè stesso, riacquistare il suo passato. Insomma credo che Woolrich nella sua singolarità abbia una marcia in più degli altri scrittori di gialli presi più a divertire o a sfidare il lettore che non a fare opere di statura letteraria (fatta eccexione di alcuni tra cio per esempio Patrick Quentin).


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