I miei gusti in fatto di romanzi gialli vedono in testa l'eclettico Cornell
Woolrich dalla vita assai tormentata ma dalla produzione giallistica a mio
avviso estremamente geniale. Lontano dal genere del "detective protagonista"
che ha influenzato molti scrittori di gialli, la lettura di Woolrich è
sempre fonte di nuove sorprese ma soprattutto di uno stile letterario "noir"
di sapiente costruzione. Trovo pressochè unica la sua capacità di creare
un'atmosfera di crescente angoscia psicologica alla Hitchoch, di destino
beffardo ed impietoso. I suoi protagonisti non sono eroi ma persone
semplicissime che cercano di combattere contro un destino implacabile che
cerca di schiacciarli ed imprigionarli in una morsa fatale e cinicamente
beffarda. Non c'è un detective, un "deus ex machina" dotato di poteri
sovrannaturali che risolve la situazione. E' l'istinto di sopravvivenza dei
protagonisti, gente come noi, che alla fine riesce a trovare la posssibilità
di non soccombere. Tutti i suoi lavori giocano su una sfida psicologica al
confine tra ragione e follia, come nel "Sipario Nero" dove un uomo perde la
memoria e non solo deve uscire dalla morsa di un accusa di omicidio; deve
anche trovare sè stesso, riacquistare il suo passato. Insomma credo che
Woolrich nella sua singolarità abbia una marcia in più degli altri scrittori
di gialli presi più a divertire o a sfidare il lettore che non a fare opere
di statura letteraria (fatta eccexione di alcuni tra cio per esempio Patrick
Quentin).
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