L'elettrizzante Wallace
di "Asimov"
gialloWeb
Le recensioni



Sulla copertina originale della prima edizione del romanzo "L'astuzia del signor Reeder", uscita in Inghilterra nel 1925, compare un slogan che dice: "E' impossibile non rimanere elettrizzati da Edgar Wallace"!
Era vero: i lettori dell'epoca lo sapevano bene e attendevano con trepidazione tutti i nuovi libri con il marchio dello scrittore, consistente in un cerchio rosso con all'interno la sua firma, piazzato a mo' di garanzia sulla cover di ogni volume. E Wallace, probabimente l'autoe di gialli più prolifico del mondo, non si faceva mai attendere troppo: in 27 anni di attività consegnò alla stampa oltre 170 romanzi, più un numero impressionante di racconti. Per non parlare delle commedie e delle sceneggiature cinematografiche: anche lo screenplay di King Kong è opera sua.
In una lettera del 1927 al suo editore, citata a titolo di aneddoto da tutti i suoi biografi, Wallace precisa i termini della consegna dei suoi ultimi lavori e promette otto opere in quattro mesi! Dietro a questa incredibile vulcanicità, qualche detrattore dei suoi tempi insinuò la presenza di "ghost writers", cioè collaboratori che scrivevano per lui lasciando a Wallace solo l'onere della firma. Wallace si infuriò come una belva e promise un premio di mille sterline a chi fosse riuscito a dimostrare che uno solo dei suoi scritti non fosse opera sua: nessuno si presentò mai a incassarlo. In realtà, Wallace poteva scrivere tanto in fretta (addirittura un romanzo in un week-end) perchè era all'avanguardia anche dal punto di vista tecnologico: incideva la sua voce su un dittafono (apparecchio modernissimo, all'epoca) e tre solerti segretarie si occupavano di trascrivere il testo. Tre, perchè tante ne occorrevano per tenere il suo ritmo!
Nato a Greenwich nel 1875, in una famiglia dai pochi mezzi e con dieci figli da allevare, dopo una giovinezza trascorsa passando da un mestiere all'altro (una lapide in Fleet Street a Londra ricorda ancor oggi che lì Wallace faceva lo strillone), il futuro scrittore iniziò a lavorare come giornalista per alcuni quotidiani. Nel 1905 presentò a un editore il suo primo romanzo.
Era "I quattro giusti": fu un successo clamoroso. Da lì in poi, la sua carriera fu sempre accompagnata dal favore del pubblico fino alla sua morte, avvenuta nel 1932. "Il lettore - diceva Wallace - deve sempre essere accontentato". E lui l'accontentava, sfornando a getto continuo racconti con una inesauribile variazione di personaggi, trame e di sfondi. Pochi i personaggi ricorrenti nelle opere di Wallace: i Quattro Giusti, appunto, membri di un riservatissimo club il cui scopo è quello di uccidere i criminali riusciti a sfuggire alla giustizia; e il signor Reeder, un cinquantenne investigatore londinese dall'aria mite e compita, con sempre un ombrello al braccio, che dietro la sua apparenza inoffensiva nasconde l'astuzia e la perfidia di un serpente nel perseguitare i malavitosi.


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