Le recensioni di Carlo Oliva
da Radio Popolare
gialloWeb


Sarah Dunant, Trasgressioni (Trasgressions, 1997), tr. it. di Ada Arduini, "Le strade" - Fazi Editore, 278 pagine, £ 28.000

Dunque, siamo sotto Natale e lei è una ragazza come tante altre: una giovane donna forse un po' più intelligente, un po' più ricca e un po' più consapevole della media, ma, nel complesso, abbastanza normale. Vive in una grande casa, in un quartiere semicentrale di Londra e di mestiere fa la traduttrice dal ceco: al momento è impegnata con un thriller straordinariamente violento e un poco volgare, un ovvio tentativo di conquistare per imitazione il mercato americano. Quello del tradurre - si sa - è un mestiere solitario e lei nella grande casa vive da sola, perché ha chiuso da poco una storia che all'inizio le era sembrata abbastanza importante da farle comprare una casa adatta a una famiglia numerosa, ma che in seguito si è rivelata la solita fregatura. Non è stata una separazione amichevole e degli inevitabili strascichi non è ancora guarita del tutto. Di fatto, i suoi amici cominciano a trovarla un po' strana e a preoccuparsi per lei: cercano di tenerla un po' su, le presentano qualche candidato attendibile, le fanno le solite amabili prediche, magri un po' spazientite, ma, come al solito, tutto questo non serve a molto. Lei è sempre più inquieta e comincia a perdere i colpi. Non riesce a trovare un CD cui era affezionata: l'aveva lasciato proprio lì, ma adesso non c'è più. Una sciocchezza, certo, ma non riesce a non pensarci. E lì sulla scrivania, adesso, c'è una pila di dischi che era sicura di aver lasciato accanto allo stereo. E un altro giorno, quando ritorna a casa, trova il giradischi acceso, eppure è pronta a giurare di averlo lasciato spento. Tutte banalità, naturalmente: tutti episodi insignificanti che si spiegano con un po' di tensione nervosa: forse avrebbe semplicemente bisogno di parlarne con qualcuno... Ma poco per volta la tensione cresce, gli episodi si moltiplicano, si fanno sempre più gravi e alla fine lei si troverà di fronte alla materializzazione di tutte le sua angosce e di tutte le sue paure. E allora saranno davvero guai grossi.

È, questa, la situazione di partenza di Trasgressioni, uno straordinario romanzo di Sarah Dunant, 43 anni, inglese, autrice - finora - di sei crime novels inediti in Italia e vincitrice di un Silver Dagger Award (l'equivalente britannico dell'Edgar), pubblicato da poco nella bella collana di narrativa della Fazi Editore di Roma. Si tratta, come avrete capito, di un noir psicologico ad alta tensione: di uno studio di grande finezza e capacità introspettiva, che riesce a vincere la scommessa, piuttosto azzardata sul piano narrativo, di costruire tutta la storia attorno a un unico personaggio, costringendosi a vedere il mondo esclusivamente dal suo punto di vista per tutto lo svolgimento della vicenda. E che affronta con grande sicurezza una serie di questioni piuttosto scabrose e non soltanto per quanto attiene alla psicologia femminile. Perché il lettore non può far a meno di accorgersi che c'è un rapporto, forse un po' vago, forse non proprio ben definito, ma indiscutibile, tra quel che capita alla protagonista e il testo su cui sta lavorando e entrambe queste realtà sono destinate a influire, in qualche modo, sull'altra. Il thriller ceco su cui la protagonista sta lavorando è un romanzaccio di infima qualità, gratuitamente farcito di sesso e violenza, ma, a quante pare, dalle aberrazioni sessuali e dalle manifestazioni di violenza gratuita non si è al sicuro neanche nella realtà, o nelle pagine di un romanzo raffinato e rispettabile come questo.

Insomma, un'opera inconsueta, e - grazie al cielo - abbastanza lontana dagli schemi abituali, più un romanzo di mainsteam che un noir vero e proprio, che nessun vero appassionato di noir può permettersi di perdere. Aspettiamo con ansia i precedenti romanzi dell'autrice.

21 Febbraio 2000


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