Le recensioni di Carlo Oliva da Radio Popolare |
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Andrea Frezza, Il ricatto della croce (1995), "I libri della Biblioteca del Vascello" - Robin Edizioni, 269 pagine, £ 25.000
Benritrovati tutti. Ci lasciamo alle spalle un periodo difficile, ma noi lettori di gialli siamo gente tosta ed eccoci qui, belli, tranquilli e pronti a ricominciare con la nostra attività preferita. Di novità novità, come sempre a gennaio, in giro non ce ne sono troppe, ma ci siamo lasciati alle spalle abbastanza libri importanti per arrivare almeno alla primavera. Buon anno, dunque e buone letture. Il volume che mi permetto di segnalarvi oggi, in realtà, è il meno nuovo di quelli che ho in mente: si tratta de Il ricatto della croce, di Andrea Frezza, un romanzo che è apparso per la prima volta nel settembre del '95. Ma il particolare è irrilevante: la pubblicazione de qua era avvenuta per i tipi della "Biblioteca del Vascello", una raffinatissima casa editrice romana i cui prodotti si contraddistinguevano particolarmente per irriperibilità in libreria, e il volume era sparito definitivamente dalla circolazione quando l'editore, come spesso succede ai piccoli editori troppo raffinati, aveva chiuso i battenti. Il fatto che il romanzo ricompaia, per merito della Robin Edizioni, che - se ho capito bene - ha rilevato l'intero catalogo della "Biblioteca" e tanti auguri, può essere considerato una vera e propria novità. E ammetterete anche voi che un libro che si intitola Il ricatto della croce è quanto di meglio ci si possa augurare per cominciare le proprie letture nell'anno del Giubileo. La storia, naturalmente, si svolge qualche anno prima che il Giubileo venga indetto. Ma comincia a Roma, anzi, in Vaticano e, per la precisione, nello studio del papa attualmente regnante. Il quale, secondo la migliore tradizione delle storie di spionaggio, convoca in gran segreto un agente speciale per affidargli una missione dal cui esito dipenderà il suo stesso potere. L'agente in questione è un padre Spada, un gesuita che si è un po' compromesso con la teologia della liberazione (in effetti ha fatto il guerrigliero in America Centrale, ha subito torture e vessazioni di ogni genere, se l'è cavata per un soffio e attualmente, sia pur sospeso a divinis, lavora come archivista nella sede centrale del suo ordine) e l'incarico riguarda il recupero di una misteriosa pergamena, attualmente depositata nel caveau di una banca svizzera. E capirete anche voi che se da una pergamena dipende il potere del papa, anzi, quello della Chiesa, il suo recupero non sarà una cosa da niente. Il povero Spada, in effetti, dovrà vedersela, oltre che con il servizio segreto vaticano (sì, esiste, e sembra proprio che i suoi dirigenti non condividano sempre al cento per cento i progetti papali), con una quantità di brutti tipi, inclusa una rete di ex gerarchi nazisti e gli agenti di una potenza che mi permetterete di non nominare, ma non è quella cui potreste pensare in prima battuta. E il mistero, naturalmente, è doppio, perché il lettore si attende, oltre che di sapere come andrà a finire un'indagine tanto pericolosa, di scoprire qual è il mistero della pergamena. Insomma, come avrete capito ci troviamo di fronte a un esempio di un sottogenere abbastanza ben definito, il mystery religioso di azione, quello in cui le autorità ecclesiastiche competenti cercano sempre di evitare qualche scoperta (di solito di natura archeologica) che potrebbe mettere in discussione questo o quel dato della tradizione corrente. Ma questa volta l'impostazione è particolarmente radicale: il mistero della pergamena, lo si capisce subito, potrebbe mettere in discussione qualcosa di più. E, soprattutto, potrebbe fornire un'interpretazione non precisamente ortodossa della storia stessa della Chiesa, dalle Crociate in poi. Andrea Frezza, raffinato cultore di spy story e autore di incantevoli pastiches gialli (vi raccomando, se riuscite a trovarlo da qualche parte, lo strepitoso Hollywood in giallo e nero, del '94), ha scritto, questa volta, un autentico thriller, un romanzo ad alta tensione, con un'ambientazione verosimile e un cast di personaggi affatto credibili, ed è riuscito a giocare con disinvoltura su una tematica tutt'altro che giocosa senza lasciarsi sopraffare dal gusto del gioco in sé. Come vi dicevo, la lettura perfetta per i primi giorni del Giubileo. E, come si diceva una volta, che Dio ce la mandi buona. 10 Gennaio 2000 |
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