Gli Speciali del Giallo: "Omicidi d'annata" (AA.VV.)
di Luca Conti
gialloWeb
Le recensioni


[Cliccare per ingrandire] E' veramente un'ottima uscita, quella che il Giallo Mondadori ha licenziato in questi giorni. Il nuovo volume delli Speciali del Giallo, dal titolo "Omicidi d'annata", comprende due ottimi romanzi e un singolare racconto. Il racconto è "La serva scomparsa", un lavoro del 1947 di Lillian de la Torre, imperniato - come tanti dell'autrice - sulle vicende del dottor Samuel Johnson, il celeberrimo lessicografo inglese del Settecento (realmente esistito, e del quale è notissima la biografia compilata dal di lui segretario Boswell).

[Cliccare per ingrandire] I romanzi, invece: "La vacanza del cappellaio matto", una splendida opera (1973) di Peter Lovesey, uno dei migliori giallisti degli ultimi trent'anni e, udite udite, la tanto desiderata ristampa di "Uno studio in nero", il raro libro di Ellery Queen del 1966 nel quale Ellery "incontra" Sherlock Holmes.
Fosse solo per quest'ultimo romanzo, "Omicidi d'annata" varrebbe l'acquisto. C'è comunque, in più, la solita brillante introduzione di Mauro Boncompagni, che tratteggia le origini e l'evoluzione del giallo storico, specialità che sembra incontrare l'incondizionato favore del pubblico attuale, non solo italiano (un po' meno il mio, ma io faccio poco testo, com'è noto...).

Però, però... ho un appunto da muovere a Boncompagni, solitamente molto preciso in quel che scrive. Mauro presenta "Uno studio in nero" come opera del solo Queen. E' invece noto da tempo che "Uno studio in nero" è stato scritto per metà da Queen e per metà da Paul W. Fairman, un prolificissimo autore di pulp che fu scoperto da Howard Browne a Chicago perché lavorava come portiere di notte nell'albergo in cui Browne risiedeva (e, ovviamente, scriveva nelle ore di lavoro...). Fairman, che poi divenne un noto sceneggiatore a Hollywood, contribuì a "Uno studio in nero" scrivendo le parti del romanzo in cui figura Holmes; Queen, com'è evidente, si occupò di Ellery.
Oh, intendiamoci; questa mia piccola precisazione non vuole in alcun modo inficiare o sminuire il valore e il livello dell'introduzione di Boncompagni, e men che meno quello di "Omicidi d'annata", di cui consiglio vivamente l'acquisto.


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