Opera prima di uno scrittore nuovo alla narrativa, Leonardo Gori, ma già
attivo nel mondo della carta stampata come giornalista e saggista, "Nero di
maggio" è un thriller di ambientazione storica, che si svolge a Firenze
nella primavera del 1938, durante i preparativi e lo svolgimento della
visita alla città di Adolf Hitler e Benito Mussolini.
Si tratta comunque di un thriller atipico, perché tutto sommato l'intreccio
giallo, pur accattivante e avvincente, risulta messo in secondo piano
dall'interesse che suscita nel lettore la ricostruzione della realtà sociale e
politica (fiorentina, toscana, ma indubbiamente anche nazionale) in un
momento così cruciale nella storia dell'umanità.
Il fascismo permeava di sé ogni aspetto della società, dopo un quindicennio
anni di dittatura, ma nel romanzo di Gori appare meno monolitico di quanto
possa sembrare da altre più superficiali ricostruzioni, con trame e
correnti, con nudi e puri della prima ora e maniconi e opportunisti della
seconda; in ogni caso, con tanti scheletri negli armadi. Ma soprattutto, per
la prima volta dopo tanti anni, nel 1938 c'è, nei più acuti osservatori, la
sensazione che la storia stia per cambiare, che gli eventi precipitino, e c'è
chi teme il futuro, chi lo attende con fatalismo e rassegnazione, con il
senso dell'impotenza, chi lotta e lavora per prepararlo e modellarlo.
Scrive Gori nelle ultime pagine del romanzo: "Gli anni Trenta, in buona
parte spensierati, leggeri, correvano a precipizio per una nuova e ancora
inconoscibile strada, verso scelte terribili e destini segnati, lasciando
inconsapevoli le folle, indecisi e perplessi gli intellettuali, gli stessi
politici ignari. La primavera fiorentina cambiava le carte in gioco non solo
per l'Italia ma per l'Europa e il mondo, e si avvicinava prepotente, per
tutti, l'ora di scegliere finalmente tra l'opportuno e il vero, tra la vita
e l'abisso, tra il bene e il male. Era la fine del quieto vivere borghese
all'ombra del fascismo". Arriva il tempo delle scelte, dunque.
Protagonista del romanzo è un capitano dei carabinieri, Bruno Arcieri (il
nome non è scelto a caso, ma un preciso inside joke: è così che venne
chiamato l'eroe dei fumetti Brick Bradford alla sua prima apparizione in
Italia, proprio negli anni Trenta), chiamato a indagare su due efferati
delitti che hanno insanguinato Firenze proprio alla vigilia della visita in
città di Hitler e Mussolini. Le vittime sono due prostitute, ma c'è pure il
mistero, che pare collegato agli omicidi, di una ragazza rapita da un
orfanotrofio. Le indagini, che Arcieri svolge insieme al maresciallo
Carruso, portano alla casa di un fotografo con il vizio del porno, Primo
Bianchi, che viene però trovato suicida nel suo studio. Apparentemente, per
il rimorso di aver ucciso; oppure perché convinto di non poterla fare
franca. Del resto, accanto al cadavere ci sono prove che lo incastrano e
sembrano accusarlo anche del rapimento della ragazza scomparsa. Troppo
facile, secondo Arcieri. Il dubbio che qualcuno gli abbia offerto Bianchi
come colpevole perfetto, tipo d'autore, per nascondere responsabilità altrui
si fa più forte allorché al capitano viene bruscamente impedito di
approfondire le indagini in seguito a pressioni che vengono da molto in
alto. Di sicuro, le autorità fasciste non ci tengono a far giungere il Duce
e il Fuhrer in una città dove sia ancora in corso la caccia a un assassino.
Ma Arcieri ha l'impressione che ci sia qualcos'altro, qualcosa di ancora più
grave, che coinvolgono i pezzi grossi del fascio fiorentino, tra i quali ci
sono gelosie e rancori e molti segreti da nascondere. Il capitano non può
comunque tirarsi indietro dal nuovo compito che gli viene affidato: fare da
scorta a un importante Gerarca giunto da Roma per preparare la visita di
Hitler.
Il Gerarca (di cui non si fa mai il nome ma nel quale si può facilmente
riconoscere la figura storica di Alessandro Pavolini) è un personaggio
affascinante, grande nel bene e nel male, colto e raffinato ma anche duro ed
enigmatico. Seguendo lui e Arcieri il lettore visita la Firenze del 1938
scoprendo le riunioni degli intellettuali nel retrocaffè de "Le Giubbe
Rosse", la tipografia Nerbini dove si stampavano i fumetti americani che il
regime voleva far chiudere, le strade e i negozi del centro, i salotti buoni
e le case di tolleranza. Il Gerarca incarica Arcieri di svolgere indagini
private per suo conto, sugli avvenimenti verificatisi a Firenze a metà degli
anni Venti, quando in città ci fu una vera e propria guerriglia fra fascisti
e comunisti, neri e rossi, con morti e violenze inaudite da entrambe le
parti, prima che il regime di Mussolini prendesse il sopravvento. Arcieri
accetta, sia pure controvoglia, ottenendo in cambio di poter proseguire a
indagare anche sul caso della ragazza scomparsa e delle due prostitute
uccise. Intanto, appare chiaro che c'è anche chi vuole approfittare della
visita di Hitler per uccidere il dittatore tedesco, e si tratta di una
persona molto vicina al capitano Arcieri.
Il romanzo si fa sempre più intrigante e il ritmo sempre più serrato, con i
movimenti dei personaggi che seguono quelli della realtà storica (l'autore
si è documentato fino alla minuzia circa gli spostamenti del corteo di
Mussolini, in città, il 9 maggio). Un terribile segreto che trova origine
nei fatti di sangue del '25, usati per coprire un delitto privato e un
arricchimento illecito, collega direttamente le indagini volute dal Gerarca
alle morti attribuite al Bianchi: alla fine, la scoperta della verità, sia
sull'identità dell'assassino, sia sui motivi che hanno spinto il Gerarca
stesso a costringere Arcieri a lavorare per lui.
Dal punto di vista della trama gialla, la tensione che porta al finale resta
appena un po' smorzata dalla rivelazione del chi sia il colpevole; resta
valido l'intreccio, anche se la sottotrama dell'attentato al Fuhrer poteva
essere ancor meglio sfruttata. Una nota sullo stile: non modernissimo, ma
probabilmente ben accordato con il periodo storico in cui si ambienta il
romanzo. Si perdonano facilmente all'autore gli eccessi di virgolette e di
avverbi, e non resta che attendere con curiosità e interesse il secondo
romanzo, di sicura uscita dopo il buon successo del primo, che si
preannuncia ambientato nel Settecento.
Leonardo Gori, "Nero di maggio", Hobby & Work
prima edizione settembre 2000, Collana Giallo & Nero
Postfazione di Giorgio Luti, cartonato, 290 pagine, lire 28.000)
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