McBain, bene, bis
di "Asimov"
gialloWeb
Le recensioni


La leggenda vuole che sia stato Ed Mc Bain, nel 1956, a inaugurare il poliziesco moderno (o "police-procedural") con il romanzo "L'assassino ha lasciato la firma", il primo della serie dell'87° Distretto. E' un errore. Già undici anni prima Lawrence Treat aveva pubblicato un giallo intitolato "V come Vittima" nel quale le indagini venivano svolte da normali poliziotti utilizzando i metodi di lavoro dei veri agenti di polizia anzichè il genio nascosto nelle cellule grigie di Poirot o le eccezionali capacità di deduzione di Sherlock Holmes. Sulla sua scia, altri autori avevano scritto detective-story basate su presupposti del genere: Hillary Waugh, per esempio, o Maurice Procter, o ancora J.J.Marric. Quando arrivò Mc Bain, il "police procedural" esisteva già. Ma i suoi romanzi, pur inserendosi in un filone collaudato, avevano una marcia in più: erano opere di uno scrittore di razza, erano letteratura e non solo narrativa. I romanzi dell'87° Distretto grondano di umanità: la metropoli è rappresentata con efficacia pittorica, humor e pathos si mescolano in un cocktail dal sapore inconfondibile e le trame del giallo si intersecano in maniera parallela e perpendicolare, fino a risultare indistricabili, con quelle di decine di storie di vita vissuta. Niente di strano, dunque, che i precedenti siano stati dimenticati e l'87° Distretto venga considerato il precursore del genere.
Ed Mc Bain è in realtà uno pseudonimo. Ma anche Evan Hunter, il vero nome dello scrittore, non è quello autentico: l'autore è di famiglia italiana e ha visto americanizzarsi il cognome originario, che era Lombino. Come Evan Hunter ha firmato romanzi di successo quali il drammatico "Il seme della violenza", il divertente "Il colore dei dollari", lo straordinario "L'estate scorsa", il toccante "Le strade d'oro". E' anche autore di numerose sceneggiature di film, tra cui spicca quella de "Gli Uccelli", realizzata da Alfred Hitchcock. Mc Bain nasce il 15 ottobre 1926 a Manhattan, nella 120° strada, tra la Prima e la Seconda Avenue. E' un quartiere povero, e sui suoi marciapiedi il giovane Evan ha modo di imparare la vita di quei bassifondi che così di frequente fanno da background alle vicende dei suoi romanzi. Ottenuta la laurea in lettere, finisce insegnare in una scuola superiore. Ma si tratta di una esperienza temporanea, perchè ben presto comincia a dedicarsi a tempo pieno alla narrativa, stendendo romanzi, racconti e sceneggiature, opere teatrali. Nel 1956 la Permabooks gli propone di scrivere una serie di gialli da affiancare a quelli di Erle Stanley Gardner, che era la colonna portante della Casa Editrice, ma che stava inesorabilmente invecchiando. Mc Bain accetta, e scrive "Cop Hater": appunto (in italiano) "L'assassino ha lasciato la firma". La serie dell' 87° Distretto avrebbe dovuto contare solo tre episodi: il successo ininterrotto ha portato l'autore a firmarne oltre quaranta.
Protagonista dei gialli di Mc Bain non è più un solo investigatore, ma una intera squadra di poliziotti, ognuno con le proprie caratteristiche, con i propri pregi e i propri difetti. Buoni poliziotti e cattivi poliziotti, destinati a divenire familiari al lettore che li segue, romanzo dopo romanzo, non soo durante le indagini ma anche nelle loro vicende intime e private, nelle gioie e nelle tragedie che si susseguono nella vita di tutti i giorni. Le pagine di Mc Bain sono popolate di personagi vivi, problematici, coinvolgenti, dotati di uno spessore psicologico tale da far passare in secondo piano il pur avvincente meccanismo giallo. "Sono del parere che le uniche persone qualificate per trattare con i criminali sono i poliziotti - dichiara l'autore in una intervista - Nella realtà, se un investigatore privato trova un cadavere, chiama la polizia. Gli investigatori privati si occupano di mariti infedeli. Gli investigatori delle compagnie d'assicurazione si trovano raramente coinvolti in un omicidio. E di sicuro non vi si trovano mai coinvolte le vecchie signore che vivono in una casa di campagna in Inghilterra". L'idea che solo i poliziotti siano credibili nel condurre le inchieste su casi di omicidio non viene smentita neppure dai personaggi di Mc Bain esterni alla serie dell'87° Distretto: Benjamin Smoke e Matthew Hope. Il primo è un ex tenente di polizia dimessosi dopoventiquattro anni di servizio, ma che continua a svolgere privatamente alcune indagini. Ma non ha mai richiesto la licenza di investigatore privato: contrariamente a quanto la gente crede, ripete Smoke facendo il verso al proprio autore, gli investigatori privati servono solo a rintracciare persone scomparse o a fornire prove di adulterio. Dunque Smoke si lascia coinvolgere dai gialli solo per curiosità, o forse perchè un poliziotto continua a rimanere un poliziotto anche dopo aver dato le dimissioni. Matthew Hope invece è un avvocato: non si sostituisce ai poliziotti, però gli capita che, per aiutare i propri clienti, debba aiutarli a trovare i veri colpevoli. Riferendosi a un romanzo con Matthew Hope, la rivista People ha scritto: "Mc Bain è di gran lunga il migliore in tutto ciò che fa. Il caso è chiuso". Ma la Squadra Investigativa dell'87° Distretto è un'altra cosa, e ancora migliore. Agisce in una metropoli immaginaria chiamata Isola, che altro non è se non la controfigura di New-York (Manhattan è appunto un'isola) ed è composta da agenti che hanno un orario di lavoro, beghe famigliari, problemi psicologici, vizi e virtù, piccole manie. I casi di cui si occupano sono quelli che tutti i giorni arrivano a movimentare la vita dei Distretti delle grandi città: omicidi, rapine, ma anche incendi dolosi, risse, stupri, estorsioni. Casi drammatici, casi patetici, casi grotteschi. In ogni modo, sempre e comunque casi umani, descritti con rara abilité di introspezione psicologica da quello che indubbiamente è un grande scrittore. Mc Bain confessa di non leggere più gialli di altri autori: "Ritengo, immodestamente, che non esista un altro scrittore di polizieschi da cui potrei imparare qualcosa. Rincaro la dose, dicendo che imparano tutti da me". E lui, Mc Bain, da chi ha imparato? Dai veri poliziotti: l'autore ha visitato le sale agenti dei Dipartimenti di polizia, i tribunali, i laboratori della scientifica, le stanze dei confronti all'americana, il carcere di S.Quintino. "Ho cercato di acquistare familiarità con tutta la trafila, dal pattugliamento in macchina al momento dell'arresto, dall'interrogatorio, all'incriminazione - scrive Mc Bain - Ho cercato insomma di seguire l'intero procedimento. Ho passato del tempo con la polizia di Houston, New Orleans, New York". Il lettore dei romanzi dell'87° Distretto trova riprodotti sulle pagine addirittura i fac-simili dei moduli e degli stampati in uso presso le Centrali, i bloc-notes dei poliziotti, le fotografie degli schedari. E le indagini vengono seguite passo passo lungo l'itinerario di ricerche e interrogatori tipico degli agenti investigativi delle grandi città. Ha scritto Giovanni Pacchiano su "Il Giornale": "Non disturbatemi mentre sto leggendo uno dei romanzi dell'87° Distretto. Potrei diventare molto, molto vervoso". Concordiamo, e aggiungiamo che diventeremo molto nervosi anche noi se Mc Bain ci farà attendere più del dovuto il nuovo capitolo da aggiungere alla serie.


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