Eraldo Baldini è nato a Ravenna nel 1955, dove vive. I suoi interessi, oltre
che letterari, sono anche archeologici e antropologici, da anni cura e
pubblica (i volumi dovrebbero essere già cinque) la raccolta di tutte le
fiabe della Romagna. Nel 1991 ha vinto, con il racconto “Re di Carnevale”,
la sezione letteraria del Mystfest di Cattolica.
In "Mal’aria" siamo nell’epoca
fascista, 1925. L’ispettore Carlo Rambelli è convocato con urgenza presso la
direzione generale di Sanità pubblica: ci sono cifre impressionanti relative
alla mortalità infantile provenienti dalla zona paludosa del Ravennate e il
duce stesso ne è preoccupato. Probabilmente è la malaria a mietere vittime,
ma i decessi avvenuti non sono chiari. Rambelli deve partire subito per
indagare.
Il giovane funzionario prende il treno il giorno successivo e si ritrova in
un ambiente malsano, diffidente, poverissimo, arcaico che però conosce
abbastanza bene visto che è nato da quelle parti. Ci sono le zanzare, una
nebbia così fitta che vi si può appoggiare contro la bicicletta: quando cala
entra nelle ossa e oscura la vista. Quasi nessuno ha fiducia nell’ispettore
arrivato dalla capitale e tutti tengono la bocca chiusa, come terrorizzati.
Perché, cos’è che li spaventa o li minaccia?
Man mano che si va avanti la storia sale di tensione, si carica di angosce,
di crudeltà, per poi chiudersi in modo così terrificante da risultare quasi
indigesta.
Eraldo Baldini è molto abile nel far rivivere situazioni e sensazioni di
mondi ormai scomparsi, la sua prosa è efficace, veloce, ma non priva di
eleganza. Non approfondisce molto i personaggi ma l’atmosfera è
nitidissima, il paesaggio assume sempre più importanza (l’acqua, la nebbia,
le canne, la polvere...la Borda, entità malefica che vive nella palude) e si
fa protagonista della storia narrata.
Lo scrittore ravennate con questo romanzo cupo, ma che si legge tutto d’un
fiato, dimostra d’essere una delle voci più interessanti e sicure della
narrativa (non solo noir) italiana.
Frassinelli, 1998, pp. 145, £. 20.000
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