Da riscoprire questo crudele noir di Jean-Patrick Manchette, scritto nell’
ormai lontano 1977 e pubblicato in Italia da Einaudi nel 1998 nella collana
Vertigo.
Un tacco a spillo immerso in una pozza di sangue: la copertina di Fatale e'
gia' tutta un programma, con una protagonista, Aimée Joubert, che, come la
Twingo, piace alla gente che piace. Ambientato a Bléville, tranquilla
cittadina che si rivelera' essere un sordido feudo dell’alta borghesia,
Fatale ci racconta di come la giovane Aimée riesca in poco tempo a
conquistarsi le simpatie dei personaggi piu' in vista della comunità. A
questo punto non ci vorra' molto perche' la ragazza metta in atto il suo
diabolico piano, rivelando la sua vera natura, quella di killer interessata
soltanto ad arricchirsi alle spalle di tutti coloro che hanno qualcosa da
nascondere e non possono permettersi che qualcuno parli troppo. Per Aimée e'
uno scherzo chiudere qualche bocca e far sparire certi documenti
compromettenti, basta che il prezzo sia quello giusto. Forse pero' gli
affari di Bléville sono troppo torbidi anche per lei e alla fine non sara'
cosi' facile regolare i conti con tutti. Morboso quanto basta per
appassionarci tutti, Fatale risente purtroppo di uno stile ridondante che si
perde spesso in inutili ripetizioni e in oziose descrizioni quanto meno
irritanti per il lettore che, preso dalla storia, ha fretta di arrivare al
dunque. Ciononostante, si tratta senza dubbio di un buon romanzo, che lascia
spazio a qualche riflessione e che consiglio a chi ha voglia di leggere un
noir un po’ sopra le righe, inquisitorio e comunque lontano dal facile
umorismo che impazza - fate voi se a torto o ragione - ai giorni nostri.
Jean-Patrick Manchette, Fatale, Einaudi, Tascabili Vertigo n. 571, 136
pagine (L. 14000).
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