Certi libri, è noto, stanno lì ad aspettare proprio te. E' successo
molte volte, e succederà ancora, che senza ragione apparente ti cada
l'occhio, in libreria o in edicola, su di un volume invece che su di
un altro; e che poi questo libro si riveli proprio quello che avresti
voluto leggere da molto tempo o che, per sua causa, si inneschino una
serie di coincidenze tali da farti domandare "era lì per me?"
Qualche giorno fa, in una di quelle malinconiche "mostre del libro"
che sembrano spuntare come dal nulla nelle località di villeggiatura,
e che sono rimaste, ormai, l'ultimo baluardo dei remainders, ho
acquistato, più per abitudine che per reale necessità, una di quelle
confezioni incellofanate che offrono due gialli al prezzo di uno.
Possiedo già entrambi i volumi, ma stanno a Firenze, mentre adesso
siamo al mare , e quindi...
La confezione era composta da "Alma nel labirinto" [GM 1206],
notevole romanzo di cui ho già parlato altrove, opera di uno dei miei
scrittori preferiti, Dominic Devine, e da "Controfigura per un
rapimento" [GM 913] di un fin qui sconosciuto Howard Browne. Vi
potete immaginare com'è andata a finire. Il romanzo di Devine, libro
che peraltro conosco bene, è rimasto sullo scaffale ad attendere la
rilettura - sarà per l'estate prossima. Il libro di Browne è invece
stato divorato in un pomeriggio (piovoso, per la verità), con tanto
gusto da domandarmi quanti altri gioiellini siano ancora sepolti,
nella difficile se non vana attesa di una ristampa, nelle vecchie
annate del Giallo Mondadori; e, soprattutto, da spingermi a cercare
qualche notizia sull'autore, del quale non sapevo assolutamente nulla.
Un'ora scarsa di navigazione in rete mi ha dato tutte le risposte che
cercavo, e anche molto di più. E un primo indizio della qualità
dell'autore me l'ha dato la scoperta che la sua ultima casa editrice -
la Dennis MacMillan - è la stessa di James Crumley e di Charles
Willeford...
Howard Browne (Omaha, Nebraska, 15 aprile 1907 - San Diego,
California, 28 ottobre 1999) è stato - malgrado sia completamente
sconosciuto in Italia - uno dei personaggi chiave nella storia
dell'hard boiled e della fantascienza, sia col suo vero nome sia con
lo pseudonimo di John Evans. Sotto questo nome, infatti, Browne ha
scritto tra il 1946 e il 1949 quattro romanzi nei quali appare il
detective privato Paul Pine, considerato dalla critica uno dei più
brillanti emuli di Philip Marlowe. Browne e Chandler vantavano una
solida amicizia, nata negli anni in cui Browne era direttore di
"Amazing Stories", una delle più popolari riviste pulp di fantascienza
del'epoca, pubblicata da un autentico colosso del settore quale la
Ziff-Davis; e il nome "John Evans" appartiene ad una delle primissime
incarnazioni di Philip Marlowe, come si può verificare nel racconto di
Chandler "No Crime in the Mountains".
Browne, figlio illegittimo di una maestra di scuola diciassettenne e
di un medico itinerante, era stato adottato dalla famiglia di un
fornaio, scomparso quando Howard aveva poco più di dodici anni. Il
giovane Browne trascorse qualche anno in riformatorio, fin quando sua
madre adottiva potè dimostrare di poterlo mantenere; all'interno
dell'istutuzione, comunque, Howard aveva già scoperto il suo interesse
per la scrittura, e a quindici anni decise infine di abbandonare gli
studi per trovare lavoro a Chicago. Nella migliore tradizione degli
scrittori americani, collezionò i più disparati impieghi in
acciaierie, sanatori, magazzini di uova, come commesso viaggiatore,
eccetera: tutto questo fino alla Grande Depressione del 1929, quando
il gangsterismo iniziò ad espandere la sua influenza sulla città,
soprattutto grazie al bootlegging, la fabbricazione e vendita illegale
di liquori. La crisi economica permise a Browne di trovare con
relativa facilità numerosi lavori in un campo in evidente espansione
come quello del recupero crediti, fin quando (era il 1937) la lettura
di un racconto sul Chicago Daily News gli fece balenare l'idea che,
certo, anche lui poteva diventare uno scrittore. E perché no? Detto,
fatto. Un racconto di mille parole, scritto in men che non si dica e
inviato al giornale, aprì a Browne le porte del mondo delle riviste
pulp.
Quel che segue è il resoconto di una brillantissima carriera. Un
primo romanzo, Warriors of the Dawn (1942), che prosegue la saga di
Tarzan, il personaggio di Edgar Rice Burroughs (e lo stesso Burroughs
scrisse a Browne che quello era "il miglior romanzo di Tarzan mai
letto"); la già citata serie gialla di Paul Pine, che comprende Halo
in Blood (1946), Halo for Satan (1948) e Halo in Brass (1949), più The
Taste of Ashes (1957) scritto come Howard Browne; If You Have Tears
(1947), un thriller psicologico à la James Cain; ed infine Thin Air
(1953), ovvero il Giallo Mondadori 913: "Controfigura per un
rapimento".
Dal 1957, tutto cambia. La grande industria televisiva offre a Browne
un ricchissimo contratto come sceneggiatore, e il nostro si
trasferisce a Hollywood, dove sforna oltre 120 sceneggiature di serie
come 77 Sunset Strip, Maverick, Mannix, Cheyenne, Missione
Impossibile, Il Fuggitivo, Colombo, Simon e Simon. I ricordi della sua
gioventù chicagoana gli consentono, inoltre, di lavorare alle
sceneggiature di molti film di argomento gangsteristico, tra cui Il
massacro del giorno di San Valentino [Roger Corman, 1966; con Jason
Robards, George Segal, Jack Nicholson, Bruce Dern].
Browne è stato anche, grazie al suo fiuto editoriale, un ottimo
scopritore di talenti. A lui si devono l'esordio e l'affermazione, ad
esempio, di Paul W. Fairman, autore che in seguito collaborò con
Frederic Dannay e Manfred B. Lee al celebre romanzo di Ellery Queen A
Study in Terror [Uno studio in nero, 1967]. Fairman, scomparso nel
1983, fu individuato da Browne mentre lavorava come portiere in un
teatro di Chicago e scriveva racconti a notte fonda...
Dal 1973 al 1986 Browne ha insegnato "mystery writing" all'Università
della California in San Diego, e nel 1986 ha ripreso a scrivere
romanzi: nel 1988 è apparso Pork City, mentre nel 1991 Scotch on the
Rocks. Nel 1997, per il novantesimo compleanno dell'autore, l'editore
Dennis MacMillan ha pubblicato Incredible Ink, una raccolta (in
edizione limitata) dei migliori racconti di Browne pubblicati sulle
riviste pulp. Browne è scomparso, novantaduenne, appena qualche mese
fa.
E veniamo a Thin Air, il romanzo che Browne considerava la sua opera
migliore e che, a quasi cinquant'anni dalla sua pubblicazione, resta
un piccolo capolavoro di quella strana e poco frequentata terra di
nessuno nella quale lo hard boiled si mescola, senza tanti problemi,
al giallo classico. Era un terreno che negli anni Quaranta e Cinquanta
aveva i suoi praticanti e i suoi estimatori: basti ricordare, tra gli
altri, due validissimi ma quasi dimenticati romanzi come Terror in the
Town ["La città non dorme", 1947] di Edward Ronns/Edward Aarons e
The Guilty Are Afraid ["I colpevoli hanno paura", 1957] di James
Hadley Chase. In realtà l'assunto iniziale è lo stesso con il quale si
sono intrattenuti per anni alcuni dei maggiori giallisti della storia,
da John Dickson Carr a Ellery Queen (vedi il celeberrimo radiodramma
La scomparsa di James Phillimore), da Sir Arthur Conan Doyle ad August
Derleth: una persona entra in una casa, sotto gli occhi di testimoni,
e svanisce into thin air... L'originalità della versione di Browne è
l'aver applicato uno dei topics più rinomati del poliziesco classico a
quella che si rivela ben presto essere una situazione essenzialmente
hard boiled, e la sua abilità risiede nel riuscire a dare al lettore
un'immagine abbastanza precisa, e non troppo consueta, del mondo della
pubblicità degli anni Cinquanta. En passant, mi piace segnalare come
gli anni Cinquanta siano stati, nel giallo americano, il momento della
scoperta dei mass media: numerosi e significativi romanzi vantano
ambientazioni che, per l'epoca, potevano essere considerate
estremamente originali: valgano per tutte le locations televisive di
Spin the Glass Web [La mosca e il ragno, 1952] di Max Ehrlich e Now,
Will You Try for Murder? [Si muore alla TV, 1954] di Harry Olesker.
Nelle parole dello stesso Browne, "Ho dapprima pensato ad un buon
inizio per Thin Air - una donna che sparisce - e poi mi sono detto,
beh, il marito dovrà pur guadagnarsi da vivere… e ne ho fatto un
funzionario di un'agenzia pubblicitaria, il che si è rivelato essere
la chiave dell'intera storia, perché lui trasforma l'agenzia
pubblicitaria in una agenzia d'investigazioni per poter rintracciare
la moglie. Mi pare il miglior libro che ho scritto. Lo ha pubblicato
Simon & Schuster nel 1953. Credo sia riuscito bene proprio perché si
tratta di una storia umanamente realistica - niente detective privati
o altri personaggi improbabili. Solo un uomo costretto ad affrontare
una terribile situazione con tutte le risorse disponibili. Ritengo
anche che sia l'unico mio libro ad avere uno stile veramente
personale".
Tra parentesi, copie originali di Thin Air passano di mano, negli
USA, per una cifra che si aggira sui 350 dollari; pare che il libro
sia di difficilissima reperibilità, e trovarne una copia in buone
condizioni può rivelarsi un affare d'oro.
Un romanzo di classe, un autore da riscoprire, anzi da scoprire ex
novo; ci sono elementi a sufficienza per iniziare la ricerca negli
scaffali dell'usato e, crediamo, ci sono elementi a sufficienza anche
per auspicarne una doverosa ristampa.
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