Camilleri: un "contastorie" nell'anno 2000
di Paolo Sciascia
gialloWeb
Le recensioni


Gli ultimi anni Novanta nel mondo editoriale italiano potrebbero anche essere ricordati come gli anni di Camilleri, visto che in questi anni nelle posizioni di testa della classifica dei libri più venduti non è raro trovare uno o più libri scritti dall’autore siciliano.
Ma c’è un segreto questo successo editoriale? È solo narrativa “commerciale” oppure narrativa di grande valore? Ma, soprattutto, chi è Andrea Camilleri e di cosa trattano i suoi libri?

Andrea Camilleri nasce a Porto Empedocle (Agrigento) nel 1925. Maestro d’Arte Drammatica, fin dall’immediato dopoguerra lavora come sceneggiatore e regista teatrale e televisivo, in particolare sono sue le produzioni del Tenente Sheridan e del Commissario Maigret interpretato da Gino Cervi.
A questa attività affianca quella di scrittore, incoraggiato anche da Leonardo Sciascia.

La protagonista di tutti gli scritti di Camilleri è la Sicilia, ma non intesa esclusivamente come un’entità geografica e/o storica ma anche e soprattutto come entità culturale e filosofica; Sicilia che viene identificata nel microcosmo di Vigata, «il centro più inventato della Sicilia più tipica» dove si svolgono sia i romanzi “storici” quali per esempio, Il Birraio di Preston, sia le indagini del commissario Montalbano, recentemente trasmesse anche in televisione, a cui si deve gran parte del successo di Camilleri.

Ma al di là della luoghi della Sicilia (a questo proposito chi vorrà trascorrere qualche giorno nei pressi di Porto Empedocle riconoscerà molti dei luoghi descritti nei romanzi di Camilleri) e della sicilianità, quello che caratterizza tutti gli scritti di Camilleri è la sua “voce”, quel misto di dialetto siciliano e lingua italiana, inizialmente incomprensibile ai più, ma senza la quale, tuttavia, dialoghi e descrizioni perderebbero davvero molto del “vissuto” che riescono a trasmettere.

La stessa Elvira Sellerio, titolare della casa editrice che ha pubblicato molti dei libri di Camilleri, leggendo uno dei manoscritti, rimase sconcertata dalla lingua “bastarda” utilizzata da Camilleri, ciò nonostante decise di pubblicare il libro.

Il successo travolgente a seguito della pubblicazione ha dimostrato che ogni tanto è il caso di incorrere in quelli che in apparenza sembrano dei grossolani errori di marketing…



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