L'Investigatore Professor Adler della Art-Crime Inc.
di Fabio R. Crespi
gialloWeb
Le recensioni


[Clickare per ingrandire] "Mi chiamo Nathan Adler, o meglio, nel mio giro sono l'Investigatore Professor Adler. Sono distaccato presso la divisione Art-Crime Inc., societa' di recente 'istigazione', fondata col contributo del Protettorato delle Arti di Londra quando ci si rese conto che l'investigazione nel campo dei crimini d'arte era di per se' inseparabile da altre forme espressive e, quindi, necessitava del supporto di tale importante organizzazione."
Cosi' si presenta il protagonista di "Outside", album concept di David Bowie del 1995, chiamato ad investigare su un "delitto d'arte" l'ultimo giorno dell'anno 1999: il corpo di una ragazzina quattordicenne, Baby Grace Blue, e' stato dissezionato ed esposto come opera d'arte, appeso ai pilastri dell'ingresso principale del Museo di Parti Moderne di Oxford Town, New Jersey.
Delitto o arte? Il crimine si inquadra in un filone artistico che trae origine negli anni '70 dai "Castrazionisti viennesi" e dai rituali di sangue di Nitsch, passando per l'autolesionismo di Chris Burden, per l'affare dello Squalo-Vacca-Pecora di Damien Hirst e per Ron Athey che incide il proprio e gli altrui corpi secondo un modello che persegue un processo di autorepulsione, sofferenza, guarigione e redenzione.

Bowie ci racconta questa storia utilizzando il metodo di decostruzione e rimontaggio proprio di Burroughs, il cut-up, offrendone una duplice interpretazione sia a livello propriamente stilistico che contenutistico, dato il particolare tipo di crimine e il metodo utilizzato per affrontare il problema: infilare tutti i dati in un computer Mack-Verbasiser e farli elaborare dal programma Metarandom "che ri-compone i fatti della vita reale come im-probabili fatti virtuali". Adler ritiene di poter riuscire a trarre da tale procedimento una o due indicazioni utili sul delitto.

La storia che ne segue diviene necessariamente non-lineare, addirittura ricorsiva e i "sospetti" che vengono introdotti hanno, a loro volta, riferimenti al percorso artistico sopra citato e, ovviamente, riferimenti alla vittima.
"Ramona A. Stone: femmina, caucasica, sui quaranta, trafficante di droga e Futurista Tirannica".
"Leon Blank: maschio, razza mista, ventiduenne, tre reclusioni per furto di lieve entita', appropriazione indebita e plagio".
"Algeria Touchshriek: maschio, caucasico, di 78 anni, proprietario di un piccolo stabilimento ad Oxford Town, trafficante in droghe artistiche e impronte genetiche. Innocuo, solitario".

Dall'analisi e dalla ricomposizione casuale dei dati, Adler ripercorre la storia di Ramona A. Stone, che a Berlino nel '77 era la Principessa senza futuro del Tempio Caucasico del Suicidio e a Londra (Canada) nell'86 era la proprietaria di una catena di negozi di gioielli a forma di parti corporee. L'ultima notizia nota riguarda il riferimento ad una gravidanza che "avrebbe avuto come risultato un essere che ora avrebbe circa 14 anni. Se fosse ancora vivo."

"Continua...": cosi' si interrompe la vicenda di cui e' gia' previsto un secondo atto ("Inside"), che, purtroppo non e' ancora stato realizzato e in cui si spera che venga finalmente svelato il volto dell'artista-Minotauro, "nero spirito polivalente".

E' interessante notare l'utilizzo che viene fatto da Bowie, sicuramente non un giallista di mestiere, degli strumenti del giallo e del noir per affrontare un tema a lui particolarmente caro: quello dell'arte. Bowie, infatti, si sente artista a tutto campo. Nasce come artista musicale che da sempre ha cercato di dare un volto alla propria musica proponendo, durante la sua carriera, i piu' disparati personaggi: spaziali (l'indimenticabile Ziggy Stardust), glamour, tragici (ai tempi berlinesi di "Heroes" e "Low"), pop ("Let's dance", "Absolute Beginners"). E spesso lo si e' visto al cinema in ruoli assai diversi tra loro: e' stato "L'uomo che cadde sulla Terra", un internato in un campo di concentramento giapponese ("Furyo") e ha perfino recitato la parte di Ponzio Pilato ("L'ultima tentazione di Cristo").
Negli ultimi anni Bowie si vuole proporre anche come artista figurativo e con "Outside" (sulla cui copertina spicca un suo autoritratto) cerca la propria legittimazione.
Non e' facile dire se sia riuscito o meno nel proprio intento, ma, dal punto di vista musicale, "Outside" si rivela un'opera piuttosto interessante. Bowie attinge a tutte le sue esperienze musicali precedenti, fondendole in un rock di grande attualita' soffuso di elettronica d'ambiente, ritmi industriali e melodie pop, e crea una "colonna sonora" che si adegua perfettamente all'ambientazione cyber-noir della storia. Ma tutto questo e' anche dovuto alla qualita' delle collaborazioni e delle partecipazioni al progetto, in primis quella di Brian Eno, vero "musicista totale" non nuovo a progetti artistici multimediali, ma senza trascurare il contributo di Erdal Kizilcay, Mike Garson, Carlos Alomar, Reeves Gabrels, Sterling Campbell e Joey Baron.

"L'arte e' una fattoria; il mio lavoro e' quello di trovare grani di pepe nei letamai": rimaniamo in attesa, dunque, che l'Investigatore Professor Adler concluda al piu' presto la sua indagine e ci riveli se siano grani di pepe le "opere" incriminate, sia quella dell'artista-Minotauro che quella dell'artista-narratore.


David Bowie: "1. Outside - The Nathan Adler Diaries: a hyper cycle" (1995, BMG)


Le parti riportate dal testo di Bowie sono state tradotte da me, verificandole con la traduzione di Tito Schipa jr. sul sito del FanClub italiano di Bowie "Velvet Goldmine" alla pagina dei testi di Outside.


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