Romanzo uscito due anni fa e che segna l'esordio di Elena Stancanelli,
scrittrice nata a Firenze nel 1965 (dove si è laureata in Lettere), ma che
vive a Roma (dove ha frequentato l'Accademia d'arte drammatica). "Benzina"
(1998, Einaudi, pagg. 165, £ 14.000) è la storia del profondo legame tra due
ragazze, Lenni e Stella, che si amano follemente. Una vicenda dura, con
scene pulp ed erotiche, ma con un finale drammatico e fiabesco che si
trasforma in una stranissima festa metafisica.
Siamo a Roma, le due ragazze gestiscono con orgoglio una pompa di benzina,
arriva la madre di Lenni che desidera riportarsi la figlia a casa, ma viene
brutalmente uccisa dalle ragazze che vogliono appropriarsi dei suoi soldi e
salvaguardare la loro unione. Il racconto è a tre voci: parla Lenni, parla
Stella, parla persino la madre morta: "Certo, essere morti è facile. Non
devi arrabbiarti, sono gi altri ad occuparsi di te. Si diventa una cosa
superflua, da morti. E' da vivi che facciamo confusione".
Si farà di tutto per occultare il cadavere e le benzinaie crudeli si
trasformano in ragazze imbranate che tentano mille imprese senza portarne a
termine nemmeno una. Questo passaggio avviene dopo le prime pagine del
romanzo, ad omicidio avvenuto, ma sorprende lo stesso perché tutto sembra
trasformarsi in farsa, in scherzo, persino il suicidio finale delle due
amanti.
"Benzina" è un romanzo strano: mescola con ironia diversi generi
(sentimentale, erotico, pulp, fiabesco, noir ecc.) e prova, coraggiosamente,
ad aprirsi una strada del tutto nuova nella narrativa italiana. Il
tentativo non sembra riuscito o, meglio, non convince completamente, ma la storia è
scritta e congegnata bene, sostenuta dallo stile classico e brioso di Elena
Stancanelli.
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