"Assassin(s)" di Mathieu Kassovitz
di Alberto Farina
gialloWeb
Le recensioni


Per me, Mathieu Kassovitz è un bluff. Il dubbio era rimasto dopo "L'odio" -che era stato esaltato da tanti critici ma che restava al palo della propria furberia- ma diventa certezza con questo "Assassin(s)", che stavolta i critici non sembra averli ingannati. Se non l'avete visto, pero', fermatevi qui: la rece che segue e' piena di SPOILERS.

"Assassin(s)" è cinema fine a se stesso. E non ci sarebbe niente di male se avesse una trama interessante o per lo meno qualcosa da dire. Invece va avanti per accumulazione di idee spesso intriganti (il protagonista che a due terzi del film viene ammazzato come un personaggio secondario; la straniazione della scena della discoteca; qualche inquadratura audace) e di un catalogo pedante di tutti i virtuosismi previsti nel "Manuale del giovane regista moderno" -vai col back zoom travelling, ora il ralenti, ora la scena sbollata, ora lo stacco in asse che fa tanto Godard, piano sequenza, carrello morphato con cambio di luce dal giorno alla notte, un paio di pan-focus per ricordare che i film di Welles li conosci bene e poi un po' di giochetti di trasfocate, sfocature, transizioni. Cosi', tanto per metterceli. Ci manca solo la slice-of-life, usata dal detestabile Gallo nel suo ben piu' interessante "Buffalo 66" e poi c'e' tutto.

E poi vai con le immagini televisive, cosi' Ghezzi e amici possono parlare di immagini nelle immagini; citazioni di film cosi' a casaccio in un minestrone di immagini dove si fa in tempo a riconoscere qualche fotogramma rubato dal "Chien andalu" di Bunuel e un episodio di Colombo diretto da Spielberg (facendo apparire la scritta "Diretto da S.S." per due o tre quasi impercettibili fotogrammi, che cosi' chi lo coglie puo' uscire e darsi le arie da occhio di lince). Tanto per non sbagliare, nell'orgia di oggetti e vestiti griffati che pullulano nel film con frequenza quasi sospetta, ci viene anche riproposto quasi in integrale lo spot Nike di Tarsem coi diavoli contro i calciatori in un Colosseo infernale... cosi', tanto per gradire (o forse per strizzare l'occhio ai producer delle agenzie che stanno pensando a quale nuovo "flavor of themonth" proporre ai danarosi clienti).

Ma sono mezzucci. Un film che ha bisogno di mettere al diabolico protagonista una coda da diavolo dimostra di non sapere a che santo votarsi. Oppure di essere frutto di un'autoindulgenza esagerata che le lodi sperticate regalate a suo tempo all'"Odio" hanno nutrito fino a farne un mostro. Che non ci da' nemmeno la meschina soddisfazione di contraddire per principio gli spesso spocchiosi critici francesi dell'ultima generazione: in questo caso le stroncature sono piu' che meritate, e forse varrebbe la pena di andarsele a leggere...

"Assassin(s)" (id., 1997) di Mathieu Kassovitz
Sceneggiatura: Mathieu Kassovitz, Nicolas Boukhrief
Interpreti: Michel Serrault, Mathieu Kassovitz, Mehdi Benoufa, Robert Gendreu
Francia, 1997, 128 min.




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