Finalmente concluso l’ottimo romanzo *Alta Stagione* di Hiaasen, il primo che ho avuto il piacere di
leggere ad oggi di questo autore americano.
Che dire, beh, sicuramente che ho fatto bene nel frattempo a “recuperare” quanto sia di Lui edito nel
nostro Paese (dovrebbero essere sette i romanzi pubblicati in Italia sinora) e di avere quindi sei suoi
romanzi ben stipati sopra uno scaffale in ottima vista nella mia libreria (pronti per essere “divorati”).
Prima di tutto non saprei dove collocare questo lavoro come genere letterario e questo è già un fatto
positivo, direi trattasi di thriller-poliziesco un po’ noir, cinico al punto giusto e divertentissimo, una
lettura davvero piacevole che mi ha fatto spesso sorridere per le sue trovate geniali e per le molte
situazioni strampalate e inverosimili, ma paradossalmente profondamente reali.
Nello stesso tempo Hiaasen, che vive e lavora attualmente in Florida, riesce a “piazzare” la sua
morale, in questo caso ecologica e sociale, e stimolare anche lo spirito emotivo del lettore che alla
fine si ritrova alquanto amareggiato per la sorte di quei personaggi che durante tutta la trama si fatica
comunque a considerare come i classici “cattivi” di turno.
Personaggi, quindi, ben caratterizzati nonostante il libro viva su ritmi elevati, dall’azione continua,
reali e messi a nudo senza falsi pudori.
Ci sono i giornalisti di una testata locale di Miami capeggiati dal professionale direttore in perenne conflitto
con i suoi subalterni: da quello più geniale, ma ribelle, al più mediocre redattore che vive alle spalle degli
altri sognando un posto in quel di New York.
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C’è una delle più squisitamente eterogenee e incredibili bande di terroristi di cui mi sia mai capitato di leggere.
C’è la squadra di polizia capitanata dal classico cubano Garcia (classico nella multirazziale Florida
del Sud) e naturalmente l’investigatore privato ex giornalista del medesimo giornale di cui sopra,
giovane, sfigato per certi versi (vive un mestiere diametralmente opposto al precedente seppur per
certi versi simile), ma naturalmente molto in gamba, assunto (o arruolato) da vari clienti nel
susseguirsi degli avvenimenti.
Avvenimenti legati tra loro: una Florida del Sud in mano ormai a ricchi speculatori edilizi che ne
stanno delapidando il territorio mettendo in ginocchio un patrimonio ecologico già in precario
equilibrio, una borghesia senza scrupoli che non vede oltre il grandioso “affare” turismo e che
sputtana terreni e coste appartenuti alle tribù indiane Seminole e alla fauna locale ora in pericolo, una
trama avvincente che porta dritta ad un finale esplosivo con colpi di scena confezionati con grande maestria.
Per riassumere quindi, divertimento assoluto con questo *Alta Stagione*, ma anche una soddisfacente
lettura che non è mai facile mollare dato il ritmo incalzante e lo stile “giornalistico” di Carl Hiaasen.
Non sarà un classico affascinante e neanche un giallo misterioso e teso, ma è quello che ci vuole
spesso per sogghignare apertamente (e magari sotto sotto con un po’ di rabbia) sui macroparadossi
ambientali che piccoli uomini con scarsa intelligenza, ma portafoglio ampio, perpetrano ai danni di
tutti (anche di loro stessi e... delle loro bellissime figliolette, eh eh eh).
Voto: 8
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