COME MIGLIORARE IL LIVELLO DI ATTENZIONE
In questa newsletter vorrei sollevare un problema che sono solito riscontrare nei miei giocatori e che, sono sicuro, è comune a molti altri allenatori:
il non ottimale livello di attenzione e di concentrazione degli allievi durante gli allenamenti, e di conseguenza nelle partite.
Frequentemente, durante lo svolgimento degli esercizi proposti, molti ragazzi commettono errori banali, che alcune volte sono riconducibili a lacune
tecnico tattiche, ma in molti altri casi sono frutto di un errato approccio mentale all’allenamento.
In molte altre situazioni, emerge l’incapacità, da parte dei ragazzi, di mantenere un livello attentivo e di concentrazione continuo e adatto alle richieste
dell’allenamento. Dopo pochi minuti, infatti, si possono notare allievi che eseguono gli esercizi in maniera asettica e svogliata, con tutte le problematiche
che ne derivano.Si sente spesso parlare di "mentalità". Quasi sempre questo concetto è riferito ad una caratteristica della squadra nel suo complesso,
e, così facendo, si trascura un suo aspetto, quello cioè collegato al singolo individuo, che a mio parere è altrettanto importante.
La mentalità con cui un allievo si allena è fondamentale. Quanti ragazzi, che riescono ad allenarsi con impegno, determinazione, e di conseguenza
evidenziano un livello attentivo idoneo alla prestazione, hanno ottenuto dei miglioramenti molto più significativi rispetto magari a compagni inizialmente
più dotati, ma che hanno manifestato un approccio meno motivato e volenteroso all’allenamento?
A mio modo di vedere, uno dei problemi più importanti che un mister deve affrontare è quello di far capire ai propri ragazzi che l’allenamento è un
mezzo, mentre la gara è solo un momento di verifica del lavoro svolto. Tutto ciò rappresenta il salto di qualità che un allenatore deve far fare alla sua
squadra. L’obiettivo da raggiungere è quello infatti di avere dei ragazzi che identifichino l’allenamento come lo strumento essenziale del loro miglioramento
e di conseguenza abbiano un atteggiamento positivo e motivato
al lavoro. In tutto questo l’allenatore non deve deresponsabilizzarsi, magari affermando che dispone di un gruppo di ragazzi svogliati e poco inclini
al sacrificio, ma anzi avere piena coscienza del ruolo prioritario di cui è investito. Qui entra in gioco uno delle qualità più salienti di un buon mister,
che è quella di essere un buon psicologo. Ogni allenatore, infatti, deve essere abile a capire la psicologia del proprio gruppo e, conseguentemente,
essere in grado di motivare i ragazzi sia collettivamente che individualmente. La comprensione della psicologia di squadra, delle dinamiche relazionali
tra i giocatori, del carattere e della personalità del singolo, permetterà l’attuazione di interventi motivanti indirizzati al miglioramento del livello attentivo
e di concentrazione dei ragazzi. Per il raggiungimento di questo scopo, sarà altrettanto fondamentale, da parte dell’allenatore, la capacità di variare i
mezzi e i contenuti degli esercizi proposti, con il fine di perseguire quella "novità" che rappresenta un requisito essenziale di stimolo per i propri allievi e,
di conseguenza, un elemento non inibitorio d’attenzione.Il miglioramento del livello attentivo e di concentrazione deve essere perseguito, a mio parere,
anche attraverso specifiche esercitazione sul campo, nelle quali è richiesta la partecipazione mentale dei giocatori, e che si concretizzano in situazioni
allenanti in cui i ragazzi, singolarmente e a gruppi, devono rispondere in modo rapido ed efficace a stimoli sonori e visivi. Rientrano in questo campo
tutte le esercitazioni di psicocinetica, nelle quali gli allievi sono chiamati a trovare soluzioni di gioco in base e nel rispetto di elementi colorati (casacche,
cinesini e birilli).Le riflessioni espresse rappresentano solo alcune convinzioni personali, frutto della mia esperienza ed osservazione sul campo, che non
hanno la presunzione di essere verità assolute, ma che hanno l’obiettivo di stimolare tutti gli allenatori, che si scontrano con questo tipo di problema,
a fornire il loro contributo per partecipare ad un confronto costruttivo, che permetta una migliore comprensione delle tematiche affrontate.
Marco Ceccomori