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Aleggia

Il mio solo pensiero si spande lontano. E non cade mai.

Fuori nulla è ancora pronto. Ma io so già  cosa volere in questo momento.

La ragione manca e quindi la volontà non si realizza.

Timoroso ancora non mi correggo mai.

Il tuo dolore non mi calma. Mi aggrava. Ed io imperterrito solco dentro di te, mentre tuona in me.

Perdono chiedo io a me stesso però. Noioso persino alla coscienza, la mia, quella distrutta. Non mi riconosce quasi più. Mi schiaffeggia.

Sguardo al mondo che non gira più. Affogo.

 

Inoltre la mente assale, intima, la speranza residua che sembra morire. E la deriva mi segnala una strana nuova attitudine: galleggiare, o sopravvivre. Respirare.

Mi circonda il compromesso, leggiadro nel solo interno, mai casuale. Micidiale ad occhi umani. Mi candido a miglior vita, poter cercare di farlo…

 

ascoltando una canzone

 Ascoltando una canzone, così improvvisamente mi sono commosso. o meglio, ho pianto. pianto di te, per te che non ci sei più...per me.

 assieme, come un tempo, io sogno sempre più spesso. e tutto adesso passa, passa senza più fermarsi. tutto senza un motivo.

quel motivo che mi squagliava nell'anima.

non trovo più una soluzione per niente di fronte ad una qualsiasi domanda. non ho più certezze. non ho più gioie...solo malinconia. niente più.

e cosa è che mi manca?

 

la gioia più pura

La gioia più pura, ritrovata in un grembo di lenzuolo. Il cessare delle tue paure mi commuove e ti perdono dicendoti grazie.

Profondamente.

E m’inonda della tua presenza che, lenta, mi affogò.

Spiragli di luce tra la stoffa. Disegnavo i miei sentimenti tra le cuciture senza essere disprezzato.

È per questo amavo. Io che libero pensavo e provavo. Io di un nuovo mondo che non conosco.

Mi rantolavo ai tuoi piedi e ti chiedevo un altro grazie che salisse dalla tua bocca.

Che mi illuminavi, che mi appartenevi ed io a te.

Ero morto tra le tue braccia. Soffiavo respiri nel tuo amore.

Non volevo più parlare, sopraffatto dalla tua violenza di bellezza.

Ero tuo.

Immobile, solo tuo.

 

il tuo lamento

Il tuo lamento

che perso attraversò il deserto…

 

Pietoso,

che tu lo sappia o no,

vagai alla ricerca di quel suono

che lambì profondamente la mia gravità

 

e mi sembrò una sola, ad un tratto, la realtà…

 

maga
Un’emozione limpida e sottile
che si presentò allora
inaspettata…

lungi da me quei tempi
o maga che non perdoni i passati
che non permetti ripetizioni e altri doni
è proprio ciò che mi manca adesso
ora che sono così affine ad una vita che ancora non mi appartiene
ma che almeno si avvicina…

abbandono

ti promisi la mia vita
per guardarti fino all'eterno
eterno abbaglio
di un goloso ristoro
delizia in tutto
amarti e solo amarti
fu il mio scopo
  
mi abbandonai a questa promessa
e mai più ricevetti un'altra vita
in un presente che mi bastò
in un eterno futuro

 

un rabbrividio

Un rabbrividire

di lunghezza spropositata

è la nostra disonestà a parlarci della vita,

che sussurra e cela, sempre,

una povera e fragile durezza.

 

Io continuavo a fingere,

sussurravo parole ma erano solo bugie

e poi mi lanciai in un lungo vuoto

perché l’arroganza può sostenerti per un po’

ma non di più.

 

Piume che volano,

piume che galleggiano

ricoprono su strati e strati qualsiasi abnegazione

zittiscono ogni realtà…

 

sono le rose dei tempi andati

Sono le rose dei tempi andati,

minano le mie passioni future

e proibiscono nuove e calde emozioni

solo allucinazioni  posso

 

e dentro rifletto

mentre fuori non ragiono…

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