pagina .5 |
|
Aleggia | |
Il mio solo pensiero si spande lontano. E non cade mai. Fuori nulla è ancora pronto. Ma io so già cosa volere in questo momento. La ragione manca e quindi la volontà non si realizza. Timoroso ancora non mi correggo mai. Il tuo dolore non mi calma. Mi aggrava. Ed io imperterrito solco dentro di te, mentre tuona in me. Perdono chiedo io a me stesso però. Noioso persino alla coscienza, la mia, quella distrutta. Non mi riconosce quasi più. Mi schiaffeggia. Sguardo al mondo che non gira più. Affogo. Inoltre la mente assale, intima, la speranza residua che sembra morire. E la deriva mi segnala una strana nuova attitudine: galleggiare, o sopravvivre. Respirare. Mi circonda il compromesso, leggiadro nel solo interno, mai casuale. Micidiale ad occhi umani. Mi candido a miglior vita, poter cercare di farlo…
|
|
ascoltando una canzone | |
Ascoltando una canzone, così improvvisamente mi sono commosso. o meglio, ho pianto. pianto di te, per te che non ci sei più...per me. assieme, come un tempo, io sogno sempre più spesso. e tutto adesso passa, passa senza più fermarsi. tutto senza un motivo. quel motivo che mi squagliava nell'anima. non trovo più una soluzione per niente di fronte ad una qualsiasi domanda. non ho più certezze. non ho più gioie...solo malinconia. niente più. e cosa è che mi manca?
|
|
la gioia più pura | |
La gioia più pura, ritrovata in un grembo di lenzuolo. Il cessare delle tue paure mi commuove e ti perdono dicendoti grazie. Profondamente. E m’inonda della tua presenza che, lenta, mi affogò. Spiragli di luce tra la stoffa. Disegnavo i miei sentimenti tra le cuciture senza essere disprezzato. È per questo amavo. Io che libero pensavo e provavo. Io di un nuovo mondo che non conosco. Mi rantolavo ai tuoi piedi e ti chiedevo un altro grazie che salisse dalla tua bocca. Che mi illuminavi, che mi appartenevi ed io a te. Ero morto tra le tue braccia. Soffiavo respiri nel tuo amore. Non volevo più parlare, sopraffatto dalla tua violenza di bellezza. Ero tuo. Immobile, solo tuo.
|
|
il tuo lamento | |
Il tuo lamento che perso attraversò il deserto… Pietoso, che tu lo sappia o no, vagai alla ricerca di quel suono che lambì profondamente la mia gravità e mi sembrò una sola, ad un tratto, la realtà…
|
|
maga | |
Un’emozione limpida e sottile che si presentò allora inaspettata… lungi da me quei tempi o maga che non perdoni i passati che non permetti ripetizioni e altri doni è proprio ciò che mi manca adesso ora che sono così affine ad una vita che ancora non mi appartiene ma che almeno si avvicina… |
|
abbandono | |
ti promisi la mia vita
|
|
un rabbrividio | |
Un rabbrividire di lunghezza spropositata è la nostra disonestà a parlarci della vita, che sussurra e cela, sempre, una povera e fragile durezza. Io continuavo a fingere, sussurravo parole ma erano solo bugie e poi mi lanciai in un lungo vuoto perché l’arroganza può sostenerti per un po’ ma non di più. Piume che volano, piume che galleggiano ricoprono su strati e strati qualsiasi abnegazione zittiscono ogni realtà…
|
|
sono le rose dei tempi andati | |
Sono le rose dei tempi andati, minano le mie passioni future e proibiscono nuove e calde emozioni solo allucinazioni posso e dentro rifletto mentre fuori non ragiono… |