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vorrei star qui

Vorrei star qui

per sempre ad ascoltare le voci di tutti

forse sarebbe solo immaginazione dell’impossibile

senza speranza di una qualsiasi verità

in mezzo a tutte quelle parole.

 

la vita è un filtro

La vita è un filtro

Filtra filtra

Sempre e solo

Ma poi quell’unico filtro si riempirà,

pieno di sporco

e scoppierà

 

sentivo

…sentivo un’insolita disuguaglianza dividerci. La mia vita fu trasformata eppure sono ancora vivo. Ma chi fu a darmi del morto, a giudicarmi vecchio. Conoscevo una persona, una parte di me che nacque una sera e morì un giorno col sole, senza troppe parole.

Fui detto morto e morii volutamente, involontariamente.

Il corpo ancora c’era, martoriato e senza pelli lisce, senza più bei ricordi. Ho paura a dire che è decente: finito.

 

Passeggiavamo insieme, le mani unite in un contatto senza apparenze, ci stringevamo impauriti di noi e di tutto l’intorno. Eravamo una cosa e ci sentivamo deboli di speranze diverse dall’amore.

Condividevo parole, anche se poche. I pensieri, lo si sa, vengono spontanei e mi trasmisi a lei. Una trasfusione senza eguali senza precedenti.

Un unione cieca.

Poi la morte…

…in una visuale troppo ampia mi vedesti come passato, come noia, fui chiamato morto. E morto fui. Un abbandono, una piaga. Pazzia incolmabile, bruciori nei pensieri e incubi con pianti.

La morte era questa, la morte non esiste se fisica. La morte è dentro, era dentro me, e ne assaggiai un eterno sapore molto affine alla vita. E me la tolse…

 

un purosangue impazzito

un purosangue impazzito.
non erano morti?
eppure fiumi risollevavano antiche paure
e tutto si annebbiò.
  
fini e stragi tutte nuove.
di questo il mondo ha paura.
  
Impietrito attraversai la lunga sala grigia
Urla e scosse le mie memorie
  
In fondo,
un piccolo bambino
urlava
“papà”e le luci si spegnevano
poi ritornavano senza stregua
bianche blu
oppure scure
mai di più
  
un fervore
mani lunghe
mani bianche erano solo intente a schiaffeggiarmi
noncuranti della mia immobilità
stavo morendo
torturato
   

difendo le mie scintille

Difendo le mie scintille,

la mia vita non urla più ritta al cielo mentre cade un’altra luna al mio fianco

sono i miei giochi di parole che ci uccidono pesantemente e senza graffi

 

sprofondo in dimensioni altrove e ricordo sempre il mio livello

e le mie speranze, quelle poche, che mi riempiono nella notte brillante di guerriglia

 

scintille e ombre

chiari e scuri

sorgono tempeste di parole

castelli di pensieri

dove vi fuggono attratti ed impauriti i sogni

vittime ancora di questa nuova realtà privata

la storia non ha fine

Eravamo come persi
finiti in regioni così lontane
e così poco conosciute
ma non eravamo fuori casa
ma solo nella nostra memoria
  
frammenti ondeggiavano senza movimenti
e la storia continuava:
morire come rinascere
vivere come morte perpetua
la storia non ha fine
la storia è nel suo stesso susseguirsi

fuggii

Fuggii…

imitazioni

e lampi di genio

misto vagavo di continuo

ma non mi vedevo più accanto a te

perché scappavo scappavo

e più lontano possibile

che la luce raggiungermi non può

dove la luce raggiungermi non può

 

fingevo

mentre scappavo

che non c’ero più io

io non ero più io

perché scappavo da me stesso

non più da te

che mi avevi ripudiato in una notte d’estate

lasciato in un lago di dubbi

in un mare di pensieri

in un oceano di problemi

dove per volare nient’altro che una messa in scena

io ero finto

di apparizioni fungevo

e di amore vivevo

ancora…

 

e quando ti intravidi

E quando ti intravidi,
nel tuo dilagare,
mi promisi una quiete d’amore
che sognavo da anni
  
la mia ultima speranza
per piangere ancora di buon umore
la intravidi accanto a te,
se sofferenza sarà io ti amerò…

…eri un furto di milioni di anni
in una creatura inopponibile
che paura mi concede e paura mi fa…  
“io ti giurerò, non assolvermi mai, perché io ti amerò…” 
mi accasciai per stare con te
poi fulmine non uccidermi che così vicino mi passasti
fulmine di tradimento fulmine di amore fulmine di uccisione
io amore davo
ma mai amore avevo…

fui dimesso per incompetenza al dolore
poco pratico
mai tanto coraggioso
e non vinsi
già certo di altre sconfitte
  
preferii affogare.
Questa la mia vergogna.

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