Il Sogno dei Segni

Il ciclo di opere di Giacomo Lusso presentate in questa occasione ben conferma l’identità, insieme agguerrita e lieve che il suo lavoro ha consolidato in questi ultimi anni.

I suoi quadri sono superfici ipersensibili, rivelatori di eventi nascenti, di luce, di colore, di materia, di affioramenti e sprofondamenti, di avvicinamenti e allontanamenti, di fughe e di ritorni. Il colore si esprime attraverso le coniugazioni tonali, un lieve e spontaneo lavoro di rarefazioni e di lacerazioni, di agglutinamenti e di eccitazioni materiche. Lusso riesce a creare una equivalenza intrigante tra zone di colore e neri, tra opacità e trasparenza, tra superficie e profondità in modo da ottenere una pulsazione che va oltre il piano della tela e la percezione oculare, raggiungendo le conformazioni psichiche.

Se la materia genera le forme, è la luce che le rivela. Un chiarore radente sfiora la superficie e suggerisce la speranza, mentre scie, orme, segni evocatori scandiscono lo spazio. I segni grafici, talora incisi sul magma cromatico, si ripetono su tutto il ciclo delle opere ed assumono una precisa funzione espressiva, pur presentandosi con una evidente spontaneità, come libera manifestazione di una scrittura in parte automatica. Segni scarnificati e arcaici, echi misteriosi di una scrittura ignota. Segni emergenti, librati nello spazio quasi a qualificarne la sostanza e definire il significato spirituale. Ideogrammi che, simbolicamente, alludono ad un recupero delle origini, ma anche ad una trasformazione futura, mirabili sintesi di opposte tensioni spirituali.

Nascono così paesaggi spettrali, compressi dall’avanzare di una spessa onda materica, estremo sguardo su un mondo che sfuma nel nulla, su una realtà trasformata in memoria di sé. Il segno organizzato in immagini al limite della figurazione, si frantuma nel tentativo di inseguire più tracce, di significarne altre. Tracce di presenza umana. In effetti quel che traspare nei suoi quadri è il segno di un passaggio, di una trasformazione della materia. La pittura diventa spazio della memoria, sussulto per l’incontro con qualcosa di conosciuto. Qualcosa che lo spinge a ripensarsi in ogni momento al di là dell’ovvio. La pittura di Lusso sembra celare un’ossessione: afferrare il senso profondo dello scorrere del tempo vissuto, carpire i segni che lascia nell’anima, nella memoria, nello spazio che ci circonda.

La forza della sua pittura sta nel rapporto luce-colore. Nell’attimo sospeso, nell’atmosfera immateriale, rarefatta nella quale i contorni delle cose si dissolvono lievi nello spazio. Uno spazio che nulla ha di fisico: è un luogo recondito della mente, dove si rappresentano i ricordi, le emozioni. La pittura di Lusso è riconoscibile per questa sua levità, per questo fluttuare di segni e di simboli in uno spazio luminoso e impalpabile. Più che cristallizzare un’immagine in un momento, all’artista pare interessare dare il senso del farsi di un’immagine, di un gesto, di un pensiero. Lusso dipinge in modo da far fluire l’energia gestuale direttamente nell’energia del colore. L’intelligenza del colore non nasce in Lusso da un’esigenza estetica, ma filosofica: dalla necessità di cogliere la dimensione più profonda e vera della realtà. L’universo dell’artista è un universo riflessivo ed è al tempo stesso manifestazione dell’inconscio e situazione momentanea della coscienza. Lusso non opera secondo il tempo storico e cronologico, rettilineo e misurabile, ma secondo una dimensione temporale infinita. Nelle tele si mescolano passato, presente e futuro, estensione e istantaneità, corporeo ed incorporeo. Il genere di immagine che caratterizza i quadri di Lusso risponde ad una realtà interna distinta da quella sensoriale ed è di fatto un prodotto dell’attività immaginativa dell’inconscio che si manifesta in maniera più o meno improvvisa con caratteristiche non dissimili da quelle del linguaggio poetico da un lato e della visione dall’altro.

Le sue forme in costante trasformazione sono ambigue, solo a volte riconoscibili. Questo sentimento di ambiguità ed incertezza, Lusso lo rafforza con una tecnica che offre allo spettatore la sfida delle molteplici letture differenti. Che mutano magari da un istante all’altro a seconda di come la luce batte sulla tela. E la luce che pervade la tela, ora sostanziandosi di colore, ora smaterializzandosi in una diafana trasparenza, si pone come segno del riemergere di una illuminazione interiore che, lacerando le tenebre dello smarrimento, rimanda ad una realtà trascendente, ad un centro ormai perduto. Un’opera che rivela un temperamento complesso, portato a riflettere sulla contrapposizione tra materia e spirito, speranza e angoscia, impulso vitalistico e negazione nichilista, tensione eterna verso una dimensione mistica. 

Riccardo Zelatore 9/2000

 

The dream of signs

Giacomo Lusso’s works showed in this occasion, confirm the hardened and soft identity of his work consolidated in these last years.His pictures are hypersensitive surfaces, revealing the birth of events, lights, color, material, emerging and sinking, approaching and removing, flights and returns. Color is expressed by tonal conjugation, a light and spontaneous work of rarefaction and laceration, agglutination and material excitement. Lusso is able to create an intriguing equivalence between color and black, opacity and transparency, surface and depth in order to obtain a throb that goes beyond picture’s surface and eye perception, reaching psychic structure.

If material produces shapes, so light shows them. A grazing light skims over the surface suggesting hope, while trails, traces, evocative signs, beat space.

Graphical marks cut sometimes on the chromatic magma are repeated on the total cycle of works and assume an expressive function, even though they come with a spontaneity, as free display of partly automatic writing.

Archaic signs, mysterious echo of an unknown writing.

Emergent marks hovered in the space to qualify the substance and to define the spiritual sense. Ideograms which, as symbol, refer to a recovery of the origins and to a future transformation, wonderful syntheses of opposite spiritual tensions.

There are so spectral sceneries, as a look on the world that is vanishing. The sign, organized with images at limit of figuration, is broken trying to pursue several traces, and to give meaning to others. Traces of human presence. His pictures are shining with the sign of a passing, of a material transformation. The painting is a place of memory, the meeting with something known. Lusso’s painting seems to hide an obsession: to catch the deep sense of the real life, the marks that leaves in the soul, in the memory, in the space that surround us.

The force oh his painting is in the relation of light and color. In the suspended moment, in the spiritual atmosphere where the edges of the things disappear in the space. This is the hidden place of the mind where memories and emotions are represented.

We can recognize Lusso’s painting from its lightness, from the wave of its marks and symbols in a bright and impalpable space. More than fossilize an image in a moment, at the artist seems to interest to give the sense of making an image, a sign, a thought. Lusso paints in such a way as to make flowing the sign energy directly in the color energy. The intelligence of the color doesn’t born in Lusso from an aesthetic requirement but from a philosophical requirement: from the need to take the deeper and true size of the reality. The artist’s world is a thoughtful world and it’s at the same time a manifestation of the unconscious and temporary situation of the conscience. Lusso doesn’t work in accordance to the historical and chronological time, straight and measurable, but in accordance to an endless temporal dimension.

In the pictures we can see past, present and future, extension and immediacy, physical and incorporeal. The kind of image that is typical of Lusso’s pictures corresponds to an internal reality different from the sensory one and it is a result of the immaginative activity of the unconscious that shows in a more or less sudden way with features that are not different from the side of the poetic language and the side of vision. His shapes, that are in constant transformation, are equivocal and sometimes recognizable. Lusso strengthens this feeling of ambiguity and hesitation with a technique that offer to the spectator the challenge of many different readings. That maybe change from a moment to another depending how the light reflects on the picture. And the light, that pervades the picture, sometimes gaining substance of color, sometimes dematerializing in a slender transparence, is the sign of an inner illumination resurface that, rending the darkness of the loss, refers to a transcendent reality, to a center already lost. A work that shows a complex disposition that makes mirror on the opposition between material and spirit, hope and anguish, vital impulse and nihilistic denial, external tension towards a mystical dimension.

 

Riccardo Zelatore 9/2000