Giacomo Lusso e il Grande Racconto Piral “Centofiori”

 

Il Grande Racconto di Giacomo Lusso vuole idealmente e con linguaggio ceramico raccontare la sua presenza dal 2006 ai primi mesi del 2008 presso la Piral di Albisola e farla condividere ad altri.

L’opera complessivamente si compone di cento “pagine-contenitori” di 33 centimetri per 25 cadauna che diventano una composizione lunga 8 metri e 25 centimetri per un metro di larghezza. Una lunga coloratissima passatoia di ceramica da scorrere tutta con gli occhi una prima volta, poi rallentando lo sguardo indagatore, scoprire i contenuti di cento pagine di terracotta.

Ogni forma rettangolare racchiude oggetti che narrano,ecco spiegata l’idea del racconto che si sviluppa attraverso pagine-teglia, i giorni di creatività e di nuove amicizie artistiche vissute presso l’ospitale azienda del lungofiume albisolese.

Il prodotto industriale, piegandosi al volere dell’artista, diventa cornice e supporto per gli interventi di Lusso. Frammenti, moderni reperti, sottili sfoglie di suoi segni, ciotole craquelé da cui fuoriescono sorprese smaltate o ingobbiate o forme aniconiche che mai indugiano alla decorazione fine a se stessa sono l’alfabeto usato per raccontare. Allo spettatore attento resta il gusto di “leggere”, come ci invita a fare il ceramista, e scoprire i contenuti sempre diversi con repentine apparizioni di colori e forme.

Risulta chiaro che l’operazione che Lusso tenta di fare è di interagire con lo spettatore e con l’ambiente uscendo dalla consuetudine dell’oggetto soprammobile o privo di autonomia propria. L’autore non è nuovo a questi esperimenti fino a teorizzare l’aspetto dell’arte diffusa espressa fuori dai consueti spazi riservati a privilegiati adepti o all’utilizzo di azioni concettuali in cui l’opera ceramica ritrova, interagendo con  lo spazio e la gente nuove motivazioni ideali. A tal proposito voglio ricordare tra le più recenti “Il mio biancoblu” del 2005 , “Dalla luce alle Terre”e “ Arte suddivisa e condivisa” del 2007.

Ad aggiungere peso specifico all’idea del Grande Racconto di Lusso è da rilevare la partecipazione amichevole di colleghi, frequentatori della Piral Arte, che si sono prestati a “scrivere” le loro originali pagine-contenitore. Le opere di questi artisti integrano e dialogano con la narrazione dell’autore. Ecco allora scoprire la presenza di Giorgio Moiso che racconta frammenti di blu e rossi a confronto. Carlo Sipsz che ci descrive paesaggi della memoria o Gian Genta che fa parlare una sua scultura espressionista. Ylli Plaka fa volare le teste d’aquila a stormo e Roberto Gaiezza fa vibrare pittorici profondi neri. Cristalline colorate identificano la semisfera con paesaggio cosmico di Aldo Pagliaro. Che dire poi degli smalti che gridano di Ennio Sirello, delle narrazioni fantastiche di Vittorio Patrone o delle emblematiche lune della Gabri Cominale.

Timbri di colori musicali suadenti e ripetuti diventano pagine anche per Mirco Marchelli e le scultoree sfuggenti figure di Luigi Canepa trovano attimi di riposo. Giacomo Rossi ci scrive con alfabeti smaltati di fantastici bestiari. Il Grande Racconto Centofiori continua a parlarci e racconterà anche del sole sui bastioni del Priamar, del vento salsedinato tra i muri della fortezza. Nella speranza che chi guarda, sappia leggere, cogliere le emozioni, i pensieri profondi narrati con il fuoco e le terre ad uso ceramico. Al fine dico grazie a  Giacomo Lusso e agli Artisti, a coloro che per sensibilità personale sapranno “vedere” con animo puro  allora dal Grande Racconto… cento fiori sbocceranno.

 

L’educazione, la cultura, l’organizzazione diffusa del sapere e dell’esperienza […] è essa stessa libertà, è essa stessa stimolo all’azione e condizione dell’azione”

 ( Gramsci in un articolo del 1918)

 

                                                                                                             Aldo M. Giacosa
Cento Fiori

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