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OBIETTIVO GENERALE : Riscoprire gli ideali fondamentali del volontariato vincenziano e attualizzarli nel nostro tempo. |
PRESENTAZIONE: Cari
giovani volontari vincenziani, il punto
fondante del programma formativo di quest’anno
è in quella parolina che trovate nel
sottotitolo: oggi. E’
qui che, dobbiamo cercare il bello! Angelo
Moretti |
INTRO: LETTERA A FILEMONE lettura della lettera di S. Paolo a Filemone (fm) Commento
a cura di P. Riccardo Tonelli Durante la sua carcerazione forse erano gli arresti domiciliari a Roma agli inizi degli anni 60 (Atti 28,30-31) Paolo aveva incontrato e «generato» alla fede cristiana uno schiavo di nome Onèsimo. Costui era fuggito proprio dalla casa di Filemone e, secondo il diritto romano, doveva essere restituito al padrone, che ne avrebbe deciso la sorte. La proposta di Paolo è differente rispetto ai consigli rivolti agli schiavi nelle altre lettere (1Corinzi 7,21-24; Colossesi 3,22-25; Efesini 6,5-9; Tito 2,9-10) ed esprime la nuova visione che il cristianesimo stava introducendo nelle relazioni sociali. Infatti lo schiavo, che pure ha mancato nei confronti del suo signore, deve essere accolto come «fratello nel Signore», oltre che come uomo. Sono interessanti anche gli argomenti addotti dall’apostolo. Egli fa leva sulla fede comune: non dà ordini come pastore e maestro. Sottolinea, poi, il fatto che lo schiavo è divenuto un cristiano e, come tale, non è più un estraneo o un dipendente, ma un fratello. Infine si fa appello al legame di riconoscenza che Filemone ha nei confronti di Paolo: con la conversione alla fede egli è debitore all’apostolo dell’intera vita. Proprio per queste ragioni Onèsimo diventa una presenza preziosa per il suo padrone: nel versetto 11 si fa un curioso gioco di parole sul valore greco del nome Onèsimo, che letteralmente significa «utile»; naturalmente è un’“utilità” ben più importante di quella materiale. Tutto questo breve scritto è attraversato dal calore dell’affetto, non solo per l’amico Filemone ma anche per Onèsimo, definito come «il mio cuore», anzi, alla lettera, “le mie viscere”, cioè una persona “carissima” (versetto 12). C’è persino una punta di umorismo quando Paolo parla del conto aperto con Filemone sul quale fa mettere anche questo piacere, che ora sta chiedendogli, e aggiunge l’impegno autografo di soddisfare in futuro il debito (versetto 19). Paolo esce di scena storicamente con questo delizioso biglietto, simbolo di amicizia e di libertà. C’è nel saluto finale un bagliore di speranza, quando l’apostolo chiede di tenergli preparato un alloggio, nella speranza di essere restituito alla comunità cristiana (versetto 22). Chissà se il desiderio si realizzò ma è improbabile prima della sua morte sotto Nerone imperatore. |
SCHEDA
BLU: LA VITA E' ADESSO
Obiettivo:
prendere coscienza
di alcune caratteristiche della realtà in
cui viviamo Idee
di fondo: “Bisogna ammetterlo: noi siamo sempre tentati di mancare al nostro presente sia perché ne diamo, di fatto, un’immagine idealizzata, ricalcata più o meno in base ai compiti del nostro ambiente affettivo; sia che ci ripieghiamo su un passato, in base al quale denigriamo il nostro oggi; sia che ci proiettiamo verso un avvenire, che dovrebbe evitarci il duro affrontare il presente” ( p. Giuseppe Menichelli). Questa scheda non si propone di risolvere le ambiguità del presente, ma di offrire strumenti per comprenderlo. Troppo spesso infatti lo giudichiamo senza la giusta conoscenza dei fatti e delle situazioni che lo caratterizzano. E’ il nostro oggi quello che il Signore ci ha chiamati a riempire della nostra gioia di figli, è questo il tempo che ci è dato per essere testimoni del suo amore. Se non l’amiamo difficilmente porteremo in esso Cristo, se non lo conosciamo a fondo nelle sue molteplici dimensioni, d’altra parte, rischiamo di lanciare dei messaggi che restano sospesi in aria, perché non attenti alla realtà del nostro oggi. |
SCHEDA
VERDE: VINCENZO EVERGREEN Obiettivo: Rileggere il pensiero di San Vincenzo nei suoi tratti più "rivoluzionari" e la sua attuazione nelle esperienze della Famiglia Vincenziana. Idee di fondo: “S.Vincenzo
non era solo un riformatore: era un
innovatore ed anche un creatore.Quale
arditezza nella creazione delle Figlie della
Carità mandate senza velo in mezzo ai
malati e perfino tra i soldati! Quale
arditezza nella creazione dei preti della
Missione i quali non sono religiosi pur
pronunziando i tre voti di religione! Quale
arditezza nelle sue imprese di carità: i
trovatelli, le province rovinate, l’ospedale
generale… Opere immense che richiedevano
risorse incalcolabili e grande concorso di persone
disinteressate!”
(da: P.Coste “Il Signor Vincenzo”
Vol.III pag.311) Siamo
noi persone disinteressate in grado di
attualizzare oggi,
nella nostra società, l’esempio del
nostro Santo? La
storia ci mostra numerosi esempi di uomini e
donne che ci sono riusciti, valorizzando e
reinterpretando con la propria vita l’esempio
di S.Vincenzo. Rileggiamo
le loro esperienze accogliendole come sfide
per diventare veri operatori di
carità. |
SCHEDA
ROSSA: CARITA’ & CO. Obiettivo:
Orientarsi
tra
gli
strumenti
e
le
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