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AUTORE:

Augusto Debernardi  bfi

 

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Molti lo conoscono da parecchio tempo ma chi, come il sottoscritto è frequentatore del “Controluce” da circa tre anni, non può sapere a fondo chi è, per questo ho preso l’impegno di scrivere queste poche righe con la scusa dell’intervista.
Mi attrae di lui quel suo non disturbare che lascia traspirare una certa prudenza nel parlare, forse perché ama stare in silenzio e quando ci ritroviamo ai giovedì, noto che vive momenti di grande partecipazione emotiva accompagnati da sensibilità e curiosità, lasciando trasparire l’impressione di un personaggio disponibile e affidabile.


Amiche

 


Hobby

In certi momenti, con l’occasione di fotografare gomito a gomito vicino a lui ebbi la netta sensazione di trovarmi accanto un fotografo che interpreta l’ambiente con profondo rispetto.
Attento e rigoroso guarda tutto ciò che lo circonda con discrezione, indaga le persone in profondità o come mi ha detto gli piace fotografare gente semplice impegnata nel loro ambiente senza porsi il problema della distinzione sociale, o che dir si voglia.
DEBERNARDI è nato a Fontanetto Po nel 1944 dove oggi vive e lavora nella conduzione della panetteria – pasticceria tramandatagli dai suoi avi da ben quattro generazioni.

 

Conciliare il lavoro, che implica levatacce alle tre del mattino, con la fotografia, seppure amatoriale, potrebbe sembrare problematico, invece lui, riesce a conciliare le due attività splendidamente.
Questa grande passione mi dice, l’ha sempre avuta, sin da bambino ne era rimasto affascinato per questo, il ricordo più triste, pieno di risentimento, lo ebbe quando gli fu rubata la macchina fotografica durante il servizio militare.
Gli domando cosa ne pensa della fotografia, con una certa pulsazione emotiva mi risponde che è la libertà più bella nell’agire, di rappresentare un mondo che già conosciamo o che pensiamo di conoscere, che fa rivivere con intensità l’attimo in cui si è vissuto il momento dello scatto, la gioia e la soddisfazione di ritrovare la memoria di quelle immagini che a volte si crede di aver perso anche dentro i nostri pensieri.


Londra Impressionista

 


Manager

1982, l’anno della sua grande svolta verso la passione fotografica, l’acquisto della prima reflex, una Rollei 35 mm usata. Successivamente, l’iscrizione al circolo fotografico “Paraluce” di Crescentino con tanta, tanta voglia di fare, peccato perché, solo dopo un anno circa, avviene l’inesorabile chiusura.
Il 1984 non demordendo, aderisce al circolo fotografico “L’Officina” di Trino Vercellese riuscendo a pieni voti a diventarne Presidente; purtroppo anche qui la sfortuna volle che con la morte di un socio fondatore in Nepal e pochi iscritti rimasti, chiudesse i battenti.
Perseverando nella sua passione fu il 1993 a condurlo al “Controluce” di Vercelli e qui dalle sue parole, mi confida la piena soddisfazione di appartenere a questo Circolo.

 

Per me, rimane l’opportunità di aver visto le sue foto sempre ben inquadrate, dove si può percepire la ricerca di immagini leggere, fresche, pulite, essenziali. Anche se la sua formazione fotografica è tradizionale, le sue impostazioni precise, trasmettono la semplicità delle cose, un linguaggio fotografico ricco di contenuti, caratteristiche queste che gli sono valsi riconoscimenti nei maggiori concorsi fotografici nazionali, anche FIAF.
A cominciare dal 1985 sino ai giorni nostri i primi premi ottenuti sono moltissimi, citiamo i concorsi di Albisola, Ravenna, Padova, Forlì, Iglesias, Asti, Lucca, Modena, Bologna, Ivrea e quello più recente 3° classificato su 300 (trecento) concorrenti, concorso FIAF a Penna Piedimonte ( Pescara).
Tanti altri premi minori fanno parte del suo curriculum, attività di tutto rispetto, che fa risaltare anche il circolo di appartenenza!


Metrò

 


Passione

Dal ‘98, avendo maturato i requisiti previsti dal regolamento onorificenze, su proposta del Delegato Provinciale della FIAF, è stato insignito dell’onorificenza A F I, Artista Fotografo Italiano.
Indagando, mi assicura di non avere segreti, dà la preferenza alle pellicole per diapositive, si porta appresso sempre due corpi macchina (Contax) e come ottiche usa uno zoom 80 – 200 e due ottiche fisse, un 50 e un 80 Zeiss.
Ama fotografare in compagnia senza mai perdere il senso del luogo collettivo, una condizione questa che stimola in lui la percezione del quotidiano, una caratteristica questa che lo spinge sempre più verso la conoscenza della nostra vita.

   Prefazione a cura di Victor Nomin

 


Ritratto


Sleddog