IL VOLO DELL'ANGELO A GESUALDO
di Giovanni Fulcoli
Contrariamente a quanto si possa pensare o credere, il volo
dell'Angelo è relativamente recente, ed anche se, allo stato attuale, non è possibile
indicarne con precisione l'anno di nascita, è possibile però farlo risalire alla metà
del XIX secolo.
Utile per questa ricerca cronologica poteva risultare la lettura del diario
del Canonico don Giuseppe Forgione, pubblicato di recente. Le notizie che vi si trovano,
però, non sono molto chiare... alla data di sabato 22 settembre 1860, infatti, si legge
della festa in onore di S. Vincenzo in questi termini: "La Congrega del Rosario ha
celebrato la solita festa di San Vincenzo con la solita illuminazione del catafalco fino
alla piazza con le scene di passo in passo".
Che cosa sono "le scene di passo in passo"? Per
"catafalco", don Giuseppe intende riferirsi al palco su cui oggi recita il
"diavolo" o quello su cui allora forse recitava "l'angelo", perché
non si era ancora pensato di utilizzare la fune? Non è possibile rispondere con certezza
a questi interrogativi, né la descrizione che si legge sotto la data di domenica, 23
settembre, serve a dare maggiori delucidazioni. Qui, infatti, si legge che "...si è
onorato il santo con l'orazione panegirica... la solita processione con un lungo sparo di
mortaretti...", ma non si fa parola del dialogo tra l'angelo e il diavolo.
La data di nascita, perciò, della manifestazione più famosa di Gesualdo,
per il momento, è destinata a conoscersi solo in modo approssimativo, potendola far
ricadere tra il 1833, anno in cui si costituì il primo contratto-festa, e il 1876, anno
in cui si spezzò la fune su cui era legato l'angelo.
Per la festa di San Vincenzo, invece, è possibile indicare con precisione la
data di nascita. Infatti, è giunto fino a noi un manifesto del 1922, anno in cui, nei
giorni 24, 25, 26 e 27 agosto, si celebrò il centenario di questa festa.
1822 dunque è la data in cui bisogna far risalire la prima manifestazione in
onore del Santo Taumaturgico. Il giorno ed il mese non erano fissi, perché tutto allora
dipendeva dal lavoro dei campi. L'agricoltura, infatti, risultava l'attività
condizionante del paese, tant'è che la stessa Confraternita del SS.mo Rosario si
scioglieva da giugno a settembre, "ricorrendo mesi di fatiche e di raccolti",
per cui la Chiesa restava abbandonata per l'impossibilità di essere frequentata.
In epoca anteriore a questa data non vi è un solo documento che citi questa
festa, eppure nei verbali della Confraternita, che pure esistono e che ho potuto leggere,
sono segnati con meticolosa precisione tutte le attività della stessa con l'indicazione
di tutte le spese in entrata ed in uscita.
Una ulteriore prova e conferma, che precedentemente la data del 1822 non era
stata mai organizzata la festa di San Vincenzo, si potrebbe avere dal secondo articolo
delle Regole della Congregazione, approvate dal re nel 1757. In questo articolo, infatti,
si elencano i doveri dei confratelli relativamente alle processioni "che si faranno
dai PP. Domenicani", e si dice, fra l'altro, che la Confraternita è tenuta a
partecipare alla "Processione di San Domenico e San Vincenzo se mai si facesse".
Ciò vuol dire che non tutti gli anni San Vincenzo era portato in processione per il
paese, e se non c'era la processione, in quel periodo che giustamente si badava più alle
manifestazioni di culto che a quelle civili, non poteva assolutamente esserci la festa di
San Vincenzo e quindi la manifestazione del volo dell'angelo.
Assodato, dunque, che l'atto di nascita della festa risulta essere il 1822,
vengo a descrivere come la si organizzava nei primi anni e quale fu il primo comitato
festa.
Interessantissimo, a tale scopo, è il verbale della Congregazione del SS.mo
Rosario del 26 maggio 1833, che perciò riporto integralmente.
Una foto estremamente rara, risalente a prima del sisma del 1980: il Castello di
Gesualdo, ancora in buone condizioni, e l'angelo appeso alla fune.
VERBALE DEL 26 MAGGIO 1833
L'anno 1833, il giorno 26 maggio, in Gesualdo, riuniti i
Confratelli della Pia e Venerabile Congregazione sotto il Titolo di S. Maria del Rosario,
il Fratello Priore Don Giuseppe Catone ha proposto ai Fratelli che da più anni erasi
promossa da più Fratelli la festività del glorioso S. Vincenzo Ferreri, e che tale
festività si celebrava ordinariamente nel mese di agosto con le volontarie offerte che si
facevano dai Fratelli, dalle Sorelle e dai Devoti di detto miracoloso Santo, consistente
in grani, coni di grano e manipoli di grano, lupini e simili generi; che con tali offerte
si solennizzava una festività in onore di esso Santo con molta pompa, musica, sparo,
illuminazione, Processione, primo e secondo Vespero cantato e Messa con l'assistenza come
si è praticato negli altri anni passati.
Finalmente esso Priore, ad oggetto di assicurare esse offerte volontarie e
per bene regolarizzare le spese di esse festività a cui non può il solo Priore
assistere, ha creduto utile e necessario portare all'avviso dei Fratelli congregati, prima
che si chiuda la Congregazione per le fatiche di campagna che cominciano dalla metà di
giugno e durano a tutto il mese di settembre, la nomina di sette deputati, i quali avranno
la cura di raccogliere le offerte suddette, e nel giorno della Festività, che sarà da
esso Priore fissata in un giorno di agosto; esse offerte saranno raccolte davanti la
Chiesa e dentro la Chiesa, e del quantitativo sarà fatto rapporto ad esso Priore per
potersi disporre la vendita di tanto grano quanto necessita per soddisfarsi la somma
erogatasi per la Festa a chi si è compiaciuto anticiparla quindici giorni prima di essa
Festa.
I deputati che si propongono sono i seguenti Fratelli: PIETRO ALDORASI fu
NICOLA, ANGELO D'ONUFRIO, ANDREA SOLOMITA, VINCENZO COGLIANO di FRANCESCANTONIO, CARMINE
NOCERA, SABBATO VENUTA, DON ANDREA PISAPIA.
Ben inteso che essi deputati dovranno antecedentemente formare con esso
Fratello Priore lo stato approssimativo delle spese che si stimeranno necessarie a farsi
con una discreta economia, conciliando la devozione verso il Santo, la soddisfazione dei
devoti con il culto, che devesi a Dio Onnipotente ed alla Madre SS.ma di Gesù Cristo
sotto il titolo del SS.mo Rosario, che è quello della nostra Congregazione.
Beninteso altresì che fra le prime spese devono contarsi la compra di 600
figure del Santo di varia qualità, la cera, la celebrazione di tre Messe lette o più se
potranno aversi nel giorno di esse festività che andranno a beneficio dei benefattori,
devoti e serviranno a dar comodo ai fedeli di sentirsi la Messa nella nostra Chiesa.
I sottonotati Fratelli nel numero 29 ad uniformità di sentimenti e voci
hanno approvato la proposta suddetta nel modo spiegata da esso Priore.
Fatto, letto e sottoscritto oggi sopradetto giorno, mese ed anno nella
Sacrestia della Chiesa del SS.mo Rosario, addetta alla riunione dei Fratelli e alle
deliberazioni della Congrega.
IL FRATELLO PRIORE
GIUSEPPE CATONE
+ PRIMO ASSISTENTE ANTONIO SOLOMITA fu DOMENICO
+ SECONDO ASSISTENTE SAVERIO ALDORASI
IL SEGRETARIO
DOMENICO D'ONUFRIO
ELENCO DE' PROCURATORI DELLA FESTA
Centenario di S. VINCENZO FERRERI
da celebrarsi ne' giorni 24, 25, 26 e 27 agosto corr. anno 1922
in GESUALDO
Pisapia D. Vincenzo - Priore D'Amelio Michele - 1° Assistente Forgione Alfonso - 2° Assistente Taurasi Giuseppe - Cassiere Pinto Angiolo - Segretario Vicario D. Eugenio - Rettore Cogliano Giovanni Pompeo Carmine Vicario Vincenzo Savignano Tommaso Venuto Amabile Solomita Carmine Giuseppe D'Amelio di Antonio Morano Giuseppe Fulchino Carmine Nitti Pietro Pietropaolo Luigi Fulchini Emanuele Dragone Antonio Petruzzi Antonio Caruso Giovanni di Nunziante Caracciolo Carmine fu Gennaro Sessa Generoso Iannaco Pasquale Cogliano Carlo Solomita Vincenzo fu Raffaele Fulcoli Giuseppe fu Giovanni Solomita Michele fu Raffaele Solomita Pasquale D. Cesare Catone Aucella Nicola Petruzzi Santolillo Lambiento Salvatore Solomita Pasqualantonio di Gius. Bianco Giuseppe Solomita Salvatore Venuto Alfonsino fu Vincenzo Cogliano Antonio fu Carmine Pompeo Felice fu Saverio |
Pinto Vincenzo Iannaco Vincenzo Nitti Luigi Cogliano Domenico Fulchino Pasquale Savignano Antonio Caruso Pasqualantonio Venuta Pietro Caturano Giovanni Fulchino Raffaele Cogliano Nicolamario Savignano Pasquale Aldorasi Carmine Pinto Antonio di Carmine Fulchino Salvatore Fulchino Agostino Cogliano Pasqualantonio Aldorasi Raffaele di Angelo Caracciolo Raffaele Cuoppelo Angiolo Raffaele Venuto Alessio Aucella Giuseppe Nocera Giuseppe Nitti Pasqualantonio Zarrella Alfonso Venuto Luigi Petruzzi Pasquale Forgione Antonio di Pasquale Giusto Sabatino Nocera Girolamo QUESTUANTI Iannaco Giuseppe D'Amelio Angiolillo Caracciolo Raffaele Solomita Vincenzo fu Raffaele Mannetta Angiolo Cogliano Luigi Iannuzzi Sabato |
Foto del 1972 - Sergio Covino (angelo)
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Foto del 1972 - Giuseppe Cogliano (diavolo)
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1876: SI SPEZZA LA FUNE CHE SOSTIENE L'ANGELO
A Gesualdo si è sempre parlato, senza poterlo precisare,
dell'incidente occorso al bambino che, legato e sospeso alla fune tra il castello e la
torre campanaria della Chiesa, nell'ultima domenica di agosto, con grande coraggio e
devozione, rievoca l'avvincente lotta tra il bene ed il male. Si è sempre detto che
"una anno" la fune si è spezzata ed il bambino è caduto sui rami degli alberi
sottostanti, senza subire alcun danno serio, ma non si è mai riusciti a precisare né
l'anno, né a documentare la notizia con qualche riferimento certo.
La preghiera, che di seguito viene trascritta integralmente, testimonia
finalmente che il fatto è realmente accaduto nel 1876.
Altra testimonianza importante che, nella stessa preghiera vi si legge, è la
grande siccità che interessò il nostro paese all'inizio del '900, tanto da spingere i
devoti gesualdini ad impetrare San Vincenzo, "protettore speciale presso il
Supremo", affinché, con la sua intercessione, si ponesse fine a tale calamità.
Naturalmente le preghiere vengono esaudite, e il 28 maggio 1903 "larga copia di
acqua" comincia a cadere sulle nostre terre assetate.
A parte l'importanza religiosa per questi due interventi miracolosi del
nostro San Vincenzo Ferreri, resta, comunque, per i più scettici, la documentazione
storica di due avvenimenti descritti da chi in prima persona li ha vissuti e che perciò
non poteva scrivere cose non vere, tanto più che la stessa preghiera ha avuto
l'approvazione del vescovo Giuseppe Padula l'8 agosto 1908: sono perciò trascorsi solo 32
anni dalla caduta del bambino ed appena 5 dalla siccità.
PREGHIERA A S. VINCENZO FERRERI
INCLITO PROTETTORE DEL PAESE DI GESUALDO
Apostolo gloriosissimo delle Spagne S. Vincenzo Ferreri, che
mandato qual Angelo dell'Apocalisse ad annunziare a tutti popoli il vicino giudizio,
predicaste sempre con tanto frutto da trarre non solo alla fede, ma anche alla penitenza
la più fervorosa un numero straordinario di Maomettani, di Ebrei e di pubblici peccatori,
facendo nel tempo stesso stupir tutto il mondo con una serie di stupendissimi prodigi;
deh! per le tante esimie virtù di cui foste sempre un vero modello, ma specialmente per
la vostra ammirabile carità mirate, o gloriosissimo Santo, con occhio benigno questa
terra di Gesualdo, che vi elesse per suo avvocato e protettore speciale presso il Supremo
Giudice delle anime nostre. Noi, che in modo speciale sperimentammo la Vostra eccelsa
potenza nel 1876, quando non permetteste che fosse stata letale la caduta di un
giovinetto, il quale, sospeso in alto, cantava le Vostre lodi; e nel 28 maggio 1903,
quando accogliendo le nostre suppliche, larga copia di acqua mandaste sulle nostre arse
campagne; noi, che in ogni calamità abbiamo sempre sperimentato il Vostro efficace
Patrocinio, ricorriamo a Voi, o Taumaturgo S. Vincenzo, acciò dispensiate grazie
abbondanti alle anime nostre, a tutte le nostre famiglie, all'intero popolo di Gesualdo, e
facciate scendere sulle nostre campagne la Vostra Angusta Benedizione. Imprecateci, o Gran
Santo, con la Vostra potente intercessione, il perdono di ogni nostra colpa, che contriti
e con tutto cuore detestiamo ai pie' della Vostra Sacra immagine, ed otteneteci una
perfetta osservanza dei divini Comandamenti. Impetrate la pace alle nostre famiglie e la
prosperità spirituale e temporale ai nostri parenti e cittadini Americani, nei quali pur
batte precoce l'alito della Divozione verso la Vostra Augusta effigie. Infine tenete da
noi lontano ogni flagello della Divina Giustizia, e così, mercé il Vostro potentissimo
aiuto, dopo aver servito e glorificato Iddio nella santità dei costumi a Vostra perfetta
somiglianza fino all'estremo momento di nostra vita possiamo giungere a partecipare per
tutti i secoli a quella specialissima Beatitudine, che Voi già godete nel Santo Paradiso.
Amen.
PATER-AVE-GLORIA
AVELLINO, 8 AGOSTO 1908
Approviamo e concediamo 50 giorni d'indulgenza
+ GIUSEPPE VESCOVO