RAPPRESENTAZIONE DELLA PASSIONE DI CRISTO
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La
manifestazione è stata concepita per la giornata del Venerdì Santo di
Pasqua. Ideata e sceneggiata dal comitato "VENERDI SANTO" (Caracciolo
Franco, D’Addese Gerardo, La Torre Raffaele), con la partecipazione del
Coro di Santa Maria Delle Grazie, della Gioventù Francescana e della
Pro Loco Movimento Giovanile. Scaturisce
nell'ambito delle attività culturali che ruotano intorno al convento
francescano, nello spirito di rivalutazione della figura dei Principe
Carlo Gesualdo mecenate del convento con annessa chiesa dove è custodito
il quadro che ritrarrebbe anche il musicista "principe uxoricida”,
nell'atto di supplicare "Il Perdono" per i suoi peccati, tramite
l'intercessione della Madonna, S. Francesco, l'Arcangelo Gabriele, S.
Domenico, Maria Maddalena, S. Caterina, e lo zio materno S. Carlo Borromeo. Il
comitato ha valutato, in maniera del tutto soggettiva, mostrare il
concetto e l'esternazione religiosa del principe Don Carlo, che ha rivolto
la sua musica di espiazione al periodo sacrificale della vita di Cristo,
in cui si avvera il mistero dell'essenza cristiana: la Redenzione. Il
Principe dei Musici lo fa componendo le musiche delle Tenebre liturgiche
dei Responsori e del Miserere propri del periodo di Passione e della
Settimana Santa. Infatti
la manifestazione è immaginata e realizzata inscenando la condanna e
morte di Cristo proprio nel luoghi ristrutturati e edificati dal Principe,
dai suoi avi, nonchè dai suoi discendenti e successori. In quei luoghi
dove anche l'anima di Carlo viveva una propria passione. Gli stessi luoghi
e i medesimi edifici che hanno avvolto e ospitato " il corpo
maciullato e l'anima tormentata” estasiata e penitente, tanto più
martoriata quanto più elevata fu la musica, le melodie tenebrose e
l'estro geniale dei compositore Gesualdo. Realizzando idealmente un lavoro
incompiuto col dare, consci del peccato d'immodestia, la compiutezza ad
una incognita volontà testamentaria: «Le scene rigorosamente notturne,
le immagini e gli avvenimenti eccezionali» a cui la musica del nostro
illustre concittadino Don Carlo Gesualdo avrebbe fatto da colonna sonora.
La rappresentazione parte
dalla chiesa di S. Nicola (che rappresenta I luoghi del Sinedrio e dei
palazzo di Erode) Con Gesù condotto in catene alla Cappella del SS. Corpo
Di Cristo, “Il Cappellone"[1], che, per l'occasione, ospita il
Pretorio e Pilato al quale cospetto Gesù accusato dai "sacerdoti”,
viene processato e condannato. Da qui
diparte la via crucis
che si arrampica per le vie del castello abbarbicandosi sul primi
bastioni. Il Castello diventa il Calvario della Crocifissione, Morte e
Resurrezione, nell'incanto emozionante e suggestivo dei luoghi del
tormento di Carlo vivendo in intensa diretta le emozioni più profonde che
scaturiscono allo stesso tempo dal drammatico mistero del cristianesimo
(tramite effetti speciali e spettacolari coinvolgenti) e lo struggente
rimorso dei principe assassino. Anche lui spiritualmente in croce con
Cristo nel momento della massima contrizione. La scena si chiude ma le
sue musiche accompagnano ancora la folla che lentamente si disparte nella
piazza sottostante il maniero/calvario. Le sue note si
fanno lamento. Supplica per la sua colpa. Interrogatorio/accusa.
[2]Il
tuo amore è passato
come un seme alato al disopra del muro del mio giardino, per andarsene a
germogliare nel campi cespugliosi. il tuo amore a mio fiato lo ha spinto
davanti, non ne avevo bisogno ... che cosa ho da portarti oggi ? ... Ho
morso nel frutto che tu mi hai affidato. Le mani che io vorrei aprire si
congiungono e si torcono. Stanno ancora soffocando un fragile uccello
bianco. Mi piace contemplare il suo bagliore nell'occhio sgranato, nel
momento in cui l'angoscia sposa il desiderio, quando mi chino sulla pelle
dolce e calda della naia vittima per ritrarre l'arma rubandogli la vita. La speranza? ……Musica! Non
abbandonatemi! Ho nel cuore un nido palpitante di note vibranti. Stanno
per spiccare il volo! Corde del mio liuto tendiamo loro le reti. Teniamole
prigioniere! Colui verso il quale io vado che cosa troverà in me
se la musica se ne andrà?
NO! NON
HO NIENTE DA DARTI, SIGNORE. NIENT'ALTRO. SOLTANTO
LA MIA MUSICA! AL
VENTO SEMINATA ... DIMENTICATA
... RITROVATA
... SOLTANTO
LA MUSICA DI
UN POVERO MUSICISTA ASSASSINO.
[1]
Gli
ultimi studi dello storico moderno A.Cogliano
(pubbl.:La Cappella del S.S. Corpo di Cristo: una sinagoga
travestita?) su documenti contabili di fine 1600 rinvenuti di recente
grazie alla solerzia e all'oculatezza del dott. Enzo Savignano dipendente
comunale dello stato civile, hanno scoperto che "Il Cappellone"
sotto le vesti di luogo pio "dell'Università" di un tempo,
nasconde una macchina potente che, da un lato eredita i rapporti di forza
consolidati già agli albori dell'età moderna , e, da un altro, si
trasforma in straordinario fattore propulsivo delle dinamiche di sviluppo
cittadino. [2] GESUALDO, I SUI LUOGHI, LA SUA MUSICA - Drammaturgia musicale di Jean Nerre Nortel dai Responsori e dal Misere di Carlo Gesualdo Principe di Venosa
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