STORIA DI UN ANTICO MANIERO

GIUSEPPE BETTALICO

 

Gesualdo, paese dell'alta irpinia è situato a ridosso di una collina tra la valle d'Ansanto ed il fiume Fredane. Paese ricco di storia. Paesaggio pittoresco. Per chi lo guarda specialmente nel periodo primaverile, dalla parte Sud ha l'impressione ha l'impressione di trovarsi di fronte ad un grande quadro dipinto dal lussureggiante verde delle secolari querce, dagli ulivi e dagli alberi da frutto trapunto dal giallo delle ginestre, che qua e là sbocciano, esaltando nell'aria mattutina un dolce e piacevole profumo. A centro di esso si erge nell'azzurro del cielo lo storico castello, che domina la scena del paesaggio, quasi come un grande libro con le sue pagine spiegate, sulle quali il visitatore, lo storico, lo studioso o l'artista ferma il suo sguardo per leggervi la sua storia ad ascoltarvi le note della musica, composta in questo luogo dal grande madrigalista Carlo Gesualdo. L'antico castello, per alcuni storici di origine sconosciuta, mentre Giacomo Catone la fa risalire a Gesualdo balio del grande Duca di Benevento, Rimoaldo Longobardo, domina il centro storico. Tale centro, che si snoda a forma di pigna dall'alto verso il basso, fino allo storico evento sismico dell' 8° era densamente abitato, oggi è semideserto. Il castello a Sud-Est è circondato da una serie di palazzi signorili, in via di risanamento conservativo, dotati tutti di giardini pensili come il castello (palazzo Pisapia, palazzo Bosco, casa Forgione, palazzo Villani). A Sud-Est invece, è circondata da piccole case, addossate tutte l'una all'altra, composte da pochi vani, con finestre e porte anguste, con tetti spioventi l'uno sull'altro e grondaie poco sporgenti. Dal tessuto architettonico urbanistico attualmente esistente si può dedurre la stratificazione sociale della popolazione che per secoli ha circondato la vita del castello. Da una parte la forza lavoro, dall'altra la società opulenta. Il centro storico, comunque, è tutto arroccato a Sud del castello, molto scosceso, e attraversato da stradine pedonali e mulattieri molto pianeggianti, pavimentate in selciato di pietre locali, forse ricavate dagli stessi lavori di sbancamento a sua tempo eseguiti per costruire case e strade.  Se si osserva in tutti i suoi particolari la creazione di strade pianeggianti in luoghi scoscesi, i collegamenti fra le stesse, la predisposizione della abitazioni, i terrazzamenti tutti rivolti verso Sud-Est, la visione panoramica che ogni casa ha senza nulla togliere all'altra che la precede o che la segue, il centro storico di Gesualdo rappresenta un modello scientifico di alta architettura.  Non a caso, nell'immediato dopo terremoto, la facoltà di architettura di Napoli utilizzò tale centro per un approfondito studio architettonico delle strutture urbanistiche.

Dopo le divagazioni architettoniche sul centro storico, ritorno sul tema che costituisce l'oggetto fondamentale della presente relazione, ossia il castello di Gesualdo. Il castello dalla notizie certe che si hanno a disposizione è appartenuto sin dal XII secolo alla famiglia Gesualdo. Esso originariamente era composto da 366 stanze. Il terremoto dell'8 settembre del 1658 rese pericolante il terzo piano che successivamente per motivi di sicurezza fu demolito. Nel corso dei secoli ha subito diversi rimaneggiamenti architettonici interni ed esterni. Allo stato attuale vi sono molti locali sotterranei ancora sconosciuti, alcune gallerie a suo tempo scavate per motivi di difesa e di eventuale fuga in occasione di assalto alla fortezza, sono rimaste inesplorate.

 

Nel 1505 passato a Consalvo de Cordova, il paese fu dotato da Ferdinando il Cattolico a Fabrizio Gesualdo al quale subentrò Carlo Gesualdo l'artista musicista compositore dei madrigali a cinque voci. Il grande musicista, dopo aver condotto in  seconde nozze il matrimonio con Eleonora d'Este, trasformo l'antico maniero nell'attuale complesso architettonico, sia pur leggermente modificato nel corso dei secoli successivi. In questo castello, Carlo Gesualdo compose, fra il 1594 e il 1596 numerosi madrigali ed altre opere musicali. Quindi il grande musicista nel 1613 emise il suo ultimo respiro affidando ai sibili del vento le preghiere, le sofferenze e lo strazio della sua esistenza terrena. Dopo la sua morte il feudo venne affidato alla nipote Isabella Gesualdo. Nel 1636 passò a Niccolò Ludovisio. Successivamente ha subito ancora molti passaggi fino ad arrivare a Giuseppe Caracciolo, ultimo feudatario del luogo. Nel 1851 da quest'ultimo feudatario fu ceduto in enfiteusi alla famiglia Pisapia. In seguito due sorelle Pisapia, eredi beneficianti del castello, sposarono due fratelli Caccese di Villanova del Battista, i cui eredi risultano attualmente ancora i proprietari di circa due terzi dei ruderi risparmiati dal catastrofico eventi sismico dell''80. Oggi qualcosa è stata fatta nella riparazione parziale della copertura e la salvaguardia dello storico complesso edilizio, ma tanto ancora resta da fare per restituirlo alla sua originaria storia ed aprirlo al numeroso pubblico, che ogni domenica affluisce in questa nobile cittadina, ubicata nel cuore dell'Irpinia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Esso come tale, conserva ancora molti segreti nella sua struttura architettonica. Il castello di Gesualdo, pertanto, si eleva su una grande prominenza rocciosa, come è stato già detto, a ridosso dell'antico centro storico ad un altitudine di circa 650 metri. E' ubicato in una posizione strategica molto valida per i suoi tempi, lontano pochi chilometri dalla sponda settentrionale del fiume Fredane. Acquistò notevole importanza in epoca normanno-sveva per la sua posizione nevralgica su una delle vie naturali più frequentate dell'Irpinia. Divenne perciò, una della più importanti fortezze della nostra zona. Nel 1137 era già ben nota ai benedettini di Montecassino,che vi sostarono durante il viaggio diretto a Lagopesole per pacificarsi con il papa  Innoccenzo II. primi documenti intorno alla formazione del centro abitato risalgono al 1078, ossia all'anno in cui era signore Guglielmo Gesualdo nomino Elia II signore del "Costrum di Gisualdi". Nel 1456, in seguito alla congiura dei baroni, l'antica fortezza con l'annessa cittadella furono assediate e devastate dalle milizie Ferrante d'Aragona.