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L'Italia di Sissi


... e così, improvvisamente, scopri che la casa che ti ha ospitata è in realtà un palazzo teatro e sinistro... non riesci più a capire come hai fatto a restare chiusa là dentro per dieci anni... Che orrore! Ti senti tradita, come una farfalla che entra in una casa attratta dalla luce e ci viene rinchiusa!
Il calpestio dei soldati di guardia ti ossessiona, come ti ossessionano i poliziotti nascosti dietro le siepi dei giardini... Il marito sempre in divisa militare, che parla di guerra, che va alla guerra, che perde la guerra, ti sembra di colpo un estraneo. E' un estraneo... dal momento che l'amore che ti ha unito a lui non è valso a conquistare la sua fiducia... E ormai lo vedi circondato di consiglieri nefandi e succube di una madre odiosa.
Io mi sono accorta di tutto questo all'improvviso, come se mi risvegliassi da un lungo sonno. E mi sono ammalata di tristezza. Finché un giorno sono partita, Madera, Corfù, la Grecia, l'Italia... Ah, l'Italia!... "la terra dove fioriscono i limoni!"
E' così che mi difendo da allora, con la fuga. Dicono che sono stravagante, ma lo dicevano anche prima: quando mi lamentavo perché a Schonbrunn non c'era neanche una stanza da bagno... quando protestavo per il modo sbagliato in cui educavano i miei figli e quando dicevo che Grunne stava portando l'Austria alla rovina... Qualunque cosa io dica o faccia sono criticata... e allora perché non dovrei fare quello che mi piace!
Quando visito un ospedale i soldati feriti piangono e mi applaudono. Alle visite ufficiali se mi si chiede di essere bella è solo per affascinare qualcuno...

I regnanti come noi non hanno storia. Servono solo di parata. Siamo dimenticati alla svelta, a meno che non ci diano un minimo di importanza assassinandoci.


Da "Ludwig" di Luchino Visconti
(versione integrale)
 
www.elisabeth-sissi.org