Cari genitori,
in questi mesi abbiamo assistito ad una forte mobilitazione
da parte di tutti i componenti della scuola: genitori insegnanti
e bambini si sono attivati in diversi modi per dire no alla
Riforma della Scuola. Abbiamo passato settimane a leggere,
manifestare, dibattere e confrontarci con tanti altri genitori
che, come noi, si chiedono perché si voglia smantellare una
scuola che funziona, forte di un corpo docente che realizza,
attraverso il team, una proposta didattica condivisa ed
efficace.
Abbiamo dovuto districarci tra i termini degli addetti ai
lavori (complicatissimi!) e i testi ministeriali dal linguaggio
impossibile, leggere tra le righe degli opuscoli accattivanti e
propagandistici che il Ministero, con tanta solerzia, ha diffuso
su tutto il territorio nazionale; libriccini dove si
sottolineano, tra tutte, le parole"gratis" e "famiglia"come se
queste avessero il potere di incantarci o ammansirci.
Ultimo colpo di coda del Ministro la circolare emanata per
consentire le iscrizioni del prossimo anno, dove si chiede alle
famiglie di iscrivere i propri figli alla scuola d'infanzia,
elementare o media prefigurando una scuola in cui valgono
organizzazione e orari non definiti, né approvati ancora dal
Parlamento; è fallito il tentativo di accattivarsi le mamme
lavoratrici con l’invio della lettera mielosa e accomodante che
prontamente la Moratti ha pubblicato su Internet.
Ben altra, rispetto alle promesse, è la realtà che ci aspetta
!
Il decreto introduce il maestro prevalente, anticipa
l’ingresso dei bambini sia alla scuola d’infanzia che
all’elementare, crea percorsi differenziati a seconda delle
singole capacità, elimina l’esame di stato in V elementare
perché non sussistono più i parametri di riferimento su cui
lavorare.
Il decreto di riforma del ministro Moratti all’art.14
abolisce sia i moduli che il tempo pieno. Prevede, per la scuola
elementare, una didattica articolata su 27 ore settimanali
obbligatorie per tutti gli studenti, a cui si possono aggiungere
( a richiesta) altre 13 ore facoltative (10 di mensa e 3 di
attività proposte dalla scuola).
Questo non è il tempo pieno!
Nella scuola a tempo pieno la didattica si articola su 40 ore
settimanali per tutti e obbligatorie, tempo mensa compreso.
Partendo dalla certezza che non approviamo la scuola che si
sta prospettando per tutti gli ordini di grado siamo preoccupati
soprattutto del fatto che:
già da quest’anno la legge Finanziaria ha tagliato le risorse
per l’autonomia delle scuole (50% circa in meno) rendendo molto
difficile realizzare progetti che attuano la flessibilità
dell’offerta formativa, come l’autonomia scolastica prevedeva;
per non parlare dei tagli delle cattedre. Contestualmente ha
trovato i fondi per foraggiare le scuole private
il Ministro ha affermato che la famiglia avrà un ruolo più
attivo nelle scelte educative dei propri figli. Noi pensiamo che
questa responsabilità sia troppo grande, anche perché potrebbe
essere dettata da scelte di carattere più economico che
educativo. Riteniamo che sia un dovere della società indirizzare
i futuri cittadini verso percorsi scolastici che diano pari
opportunità.
E’ noto come la nostra scuola dell’infanzia si sia guadagnata
la stima e la considerazione di appartenere ad un settore della
scuola dell’obbligo, ( non di un triennio opzionale).
Fondamentale per la crescita emotiva - psicologica e
intellettuale dei bambini, passando attraverso la
sperimentazione del fare, muoversi, pensare, stare insieme ad
altri con attività condivise, individuali e di gruppo. Tutte
premesse utili e necessarie per i bambini di oggi che
nell’ultimo anno riflettono sul senso della comunicazione e ne
sperimentano gli strumenti.
La decisione di fare accedere i bambini alla scuola
d’infanzia a 2 anni e 1\2 è grave: sopperisce solo alla mancanza
di un numero sufficiente di posti negli asili nido . Certo è che
mescolando di forza i 2 anni e 1\2 con i 6 si rende impossibile
la realizzazione di un qualunque progetto, e si arretra la
scuola al livello di semplice posteggio.
Avremmo preferito che la scuola d’infanzia fosse stata dotata
di mezzi adeguati a svolgere programmi che favoriscano la
realizzazione di progetti specifici, attraverso la
sperimentazione pratica, favorendo la concentrazione,
l’interesse e la voglia di conoscere, di far crescere il seme
del volersi chiedere il "perché" delle cose, per stimolare
l'apprendimento nei bambini di 5-6 anni, anziché avviarli
precocemente alla scuola vera e propria.
Incredibile poi come si possa soltanto immaginare l’ingresso
anticipato per la 1 classe elementare col rischio di avere
bambini con persino 20 mesi di differenza.
No al docente tutor e no ai docenti di serie A e B, diretta
conseguenza dell’inserimento dell’insegnante tuttofare (rapporti
con le famiglie, mentore dei ragazzini, redattore del portfolio
coordinatore degli insegnanti). Ci sono voluti anni per
imparare a lavorare in team, dicono le maestre. Noi crediamo
che la collaborazione sia un elemento essenziale e che abbia
permesso un miglioramento della professionalità dei docente
nelle elementari, permettendo lo sviluppo di un’eccellente
specializzazione delle discipline. Il maestro unico era in voga
negli anni ’50; ne è passata di acqua sotto i ponti.
No all’orario obbligatorio e all’attività facoltative:
Se le materie facoltative non saranno scelte dalle famiglie in
maniera unitaria rischieremo di veder stravolti gli organici e
probabilmente le classi saranno smembrate in sottogruppi a
seconda delle scelte operate. Non siamo d’accordo a far entrare
esterni nella scuola se non più esperti degli insegnanti, quindi
no a tutte quelle assunzione "alternative" che sviliscono il
ruolo dei docenti e minano la stabilità e la continuità
didattica ,fondamentale per i bambini. Già con l’introduzione
degli appalti delle pulizie e con gli operatori del pre e
post-scuola o dei centri estivi si è constatato che non si
possono assicurare servizi qualificati, almeno finché nelle gare
di appalto sarà privilegiato il risparmio a discapito della
qualità.
Non ci piace quest’idea di personalizzazione dei percorsi,
crediamo piuttosto che l’individualizzazione , all’interno di un
lavoro di classe, o di tutto il gruppo, sia strumento essenziale
di crescita personale e intellettiva.
Chiediamo che la diversità di ognuno debba essere apprezzata
come ricchezza e non come ostacolo al percorso individuale. Non
condividiamo i tagli alle cattedre dei docenti di sostegno, né
alla limitazione che si prospetta loro, siamo contrari al giro
di vite sulle certificazioni di disabilità. Il disagio non si
ristringe ai soli danni sensoriali o neurologici gravi e
conclamati.
Vogliamo poter scegliere di aderire a una scuola in cui il
POF prevede un vero ampliamento dell’offerta come ad es. una
seconda lingua, ma con un numero sufficiente di ore. Una scuola,
che non si debba preoccupare di investire tutte le energie per
mantenere un livello dell’offerta formativa. pari all’attuale.
Che non sia costretta a raschiare il fondo della ciotola.
Stessa musica per la scuola media, dove l’aumento di contenuti e
discipline è direttamente proporzionale alla diminuzione delle
ore obbligatorie.
CHIEDIAMO CHE VENGA RITIRATO IL DECRETO E CHE SI RIAPRA LA
CONCERTAZIONE PER MIGLIORARE IL SISTEMA SCOLASTICO SENZA
AFFOSSARLO O SVENDERLO!
I Genitori del Consiglio di Circolo e Comitato Genitori
Circolo didattico 10-Firenze