N.16 Dal *Corriere della Sera* del
12 giugno 2001
Dopo il no della Corte dei Conti
Scuola, anche il Tar boccia i nuovi cicli «Riforma bloccata»
ROMA - Un altro stop per i cicli scolastici. Dopo la Corte dei Conti anche
la
terza sezione del Tar del Lazio ha posto un ostacolo insormontabile
davanti alla
riforma. Il tribunale amministrativo, con un'ordinanza emessa ieri
mattina, ha
dichiarato «inefficace» il regolamento che a settembre avrebbe dovuto
far
partire il nuovo settennio di base nelle prime due classi dell'elementare.
Più o
meno con le stesse motivazioni riguardanti la correttezza delle procedure,
la
magistratura contabile nei giorni scorsi lo aveva rispedito a Viale
Trastevere.
Ancora prima il decreto attuativo predisposto dal ministero era stato
contestato
dal Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione (Cnpi). A questo punto
la
nuova architettura dell'Istruzione appare definitivamente azzerata. Il
ricorso
al Tar è stato presentato da un gruppo di genitori e insegnanti aderenti
all'
Associazione scuola secondaria (Assi). «La richiesta - ha detto Carlo
Rienzi, l'
avvocato dell'Assi - era di far slittare di un anno l'entrata in vigore
della
riforma: dal 1 settembre 2001 al 1 settembre 2002». «Il Tar - ha
aggiunto il
legale - ha invece constatato che il regolamento attuativo non aveva
efficacia,
non essendo stato precedentemente approvato dal Consiglio dei ministri».
Per far
partire la riforma, ha spiegato Rienzi, al posto di un decreto del
ministro dell
'Istruzione sarebbe stato necessaria una deliberazione del Consiglio dei
ministri e poi un dpr. Un iter certamente più lungo. Per ottobre è
attesa la
sentenza di merito. L'Assi ha sollevato anche la questione della
costituzionalità dei cicli.
Una conclusione scontata, per il segretario nazionale della Cisl scuola,
Daniela
Colturani, lo stop del Tar Lazio alla riforma. «A questo punto - ha
aggiunto la
sindacalista - non ci sarebbero neppure i tempi tecnici per un avvio dei
nuovi
cicli a partire dal prossimo settembre». «Ci auguriamo che si possa al
più
presto aprire un dialogo costruttivo con il nuovo ministro - ha concluso
la
Colturani - per dare certezze e serenità alla Scuola. Non siamo
pregiudizialmente contro o a favore del ministro Moratti, ma vogliamo bensì
verificare nel concreto il suo programma di governo».
Secondo il segretario generale della Uil Scuola Massimo Di Menna il
problema non
è formale ma di sostanza. «Non possiamo limitarci - ha spiegato il
leader della
Uil scuola - a questioni formali o riferirci esclusivamente ad una
sentenza del
Tar. La sostanza è che occorre riflettere su una riforma che presenta
grandi
limiti nelle possibilità attuative e che, per quanto ci riguarda, è
opportuno
modificare». «Il fatto che il regolamento della riforma dei cicli sia
stato
emanato in maniera formalmente non ineccepibile è un fatto possibile - ha
concluso Di Menna - ma il punto vero è che tale riforma è inattuabile e
va
modificata».
Giulio Benedetti
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