Gli articoli  di Rossana

"Dieci regole per allattare nonostante tutto."

(pubblicato su Marie Claire di Ottobre)

 

 

Allattare? Non è il gesto più semplice e istintivo.

Lo dicono le cifre. Se alla nascita otto bambini su dieci ricevono il latte di mamma, dopo tre mesi il numero è dimezzato, e soltanto uno viene nutrito al seno all’età di sei mesi, tappa sancita dalla tradizione ma anche dalla scienza. Dai quattro ai sei mesi infatti si completa la maturazione dell’intestino e il piccolo può introdurre altri cibi senza rischio di allergie. A dispetto della mistica dell’allattamento al seno, invocato all’unanimità dagli esperti per i suoi innumerevoli vantaggi, nella pratica gli ostacoli al suo successo sono tanti e spesso difficili da individuare.

Ecco alcune regole per evitarli:

  1. Vicini fin dall’inizio
  2. Non fatevi tentare dalle aggiunte
  3. Cercate il pediatra giusto
  4. fatevi coccolare
  1. coltivate la fiducia
  2. individualizzare
  3. mangiare e bere bene
  4. vivete la casa
  1. non date il ciuccio
  2. informatevi

 

Vicini fin dall’inizio

Dice l’antropologa Sheila Kitzinger che avere un figlio è come innamorarsi. Passate i primi giorni perdute nel suo sguardo, inebriate dal contatto del suo piccolo corpo profumato.

Sono tutti stimoli, ricorda Franca Maffei in Primo cibo, primo amore appena pubblicato da Franco Angeli, che alimentano ondate di ormoni -come prolattina e ossitocina- capaci di favorire la montata lattea. E più si sta vicini più gli ormoni arrivano. “Il rooming in, cioè la pratica di tenere mamma e bambino nella stessa stanza fin dalla nascita, è previsto nei dieci punti stilati dall’OMS per la buona riuscita dell’allattamento materno, ed è attuato ormai in diverse strutture sanitarie”, spiega il dottor Giuseppe Banderali , della Clinica Pediatrica dell’Ospedale San Paolo di Milano.

Cercate di partorire in un ospedale che preveda questa possibilità, e informatevi se il vostro bambino sarà attaccato al seno subito dopo la nascita, quando il riflesso di suzione è al massimo e assicura una partenza ottimale.

Non fatevi tentare dalle aggiunte

Il seno funziona con un meccanismo di domanda offerta. Più il piccolo succhia più latte arriva. Ma se, di fronte a un calo di produzione-vero o immaginato che sia- cominciate a dare aggiunte di latte artificiale è facile che il vostro se ne vada del tutto.

Tre donne su dieci escono già dall’ospedale con la prescrizione di allattamento misto. “E’ un assurdo”, dice il dottor Maurizio Bonati del Laboratorio per la salute materno infantile dell’Istituto Mario Negri di Milano. “Alle prime difficoltà non si risponde con un sostegno all’allattamento, ma prevedendo già l’aggiunta di latte artificiale.

Certo è comodo per i pediatri, ma non favorisce il benessere del bambino. Non solo. Tutte le donne ricevono sul foglio di dimissione un’indicazione di nome commerciale. Va detto che questa non corrisponde in genere alle effettive esigenze del bambino ma a un accordo di turni tra case produttrici di latti. E’ una prassi illegale condannata recentemente anche dell’antitrust”.

Ma che fare se effettivamente il latte cala? Leggete ai punti successivi.

Cercate il pediatra giusto

Cioè quello che vi incoraggia ad allattare, cerca di analizzare con voi i problemi e non passa subito all’aggiunta. “I tre mesi sono un momento critico”, dice Banderali. “Il latte può diminuire perché è normale che la crescita del bambino in questa fase rallenti.

Non bisogna preoccuparsi, né tantomeno fare analizzare il latte che rimane il miglior alimento. Solo se il pediatra accerta un arresto della crescita o una reale mancanza di latte- casi del resto rari- è il caso di passare ai prodotti artificiali. Altrimenti di solito basta qualche giorno di riposo”. “Il sostegno tecnico è fondamentale per allattare bene”, aggiunge Marta Campiotti, presidente del coordinamento nazionale ostetriche per il parto a domicilio.

“L’ideale è essere seguite dallo stesso operatore in tutto il percorso dalla gravidanza allo svezzamento. L’allattamento è un processo delicato, che richiede conoscenza e fiducia reciproca. Tutte cose che si costruiscono con il tempo, ma che danno i loro frutti perché l’intervento, quando si rende necessario, è più efficace”.

Fatevi coccolare

“Uno dei motivi principali per cui si smette di allattare è lo stress”, dice la dottoressa Anna Sasso, pediatra e psicoterapeuta. “Le donne si fanno carico di troppi impegni, mantenendo i ritmi maschili che avevano prima della gravidanza.

Ma ora è importante calarsi completamente nella propria femminilità e lasciarsi andare a un rapporto istintivo con il bambino”. Le coccole sono anche il miglior antidoto contro i cali di umore del dopoparto, dovuto alla grande vulnerabilità di questo momento. “Il supporto affettivo del compagno e dei membri della famiglia è fondamentale in questo momento”, dice Marta Campiotti. “Bisogna accettare di non poter far tutto come prima perché si è impegnate in un compito più importante”.

Certo la società non aiuta. E resta lontano il modello scandinavo, dove tutte le mamme possono stare a casa fino a un anno di età del bambino pagate quasi interamente

.

Coltivate la fiducia

Non si dovrebbe mai dimenticare- sosteneva Lorenzo Braibanti, pioniere in Italia del parto naturale- che nascita e allattamento sono meccanismi collaudati da madre natura da milioni di anni.

E, nella grandissima maggioranza dei casi, perfetti. “Solo il due-tre per cento delle donne non può allattare”, dice Banderali. “I problemi più comuni sono malformazioni del capezzolo e agalattia completa”. Essere consapevoli della propria capacità di allattare è un fattore di successo basilare e decisivo. La fiducia non va persa soprattutto nei momenti difficili.

Le esperte dei Melograni, una rete di associazioni per la maternità suggeriscono di proteggersi da influssi negativi circondandosi di persone favorevoli all’allattamento. Se il latte cala il consiglio è di riposarsi, allattare più spesso e non pesare continuamente il bambino.

Parola d’ordine: individualizzare

 

 

 

“Allattare al seno è difficile perché, come tutti i processi naturali, non si può standardizzare”, dice Marta Campiotti. “Come il seno produce latte sempre diverso in funzione del singolo bambino e dei momenti della giornata, così non esistono regole fisse né formule magiche valide per tutti. Orari e modalità vanno cercati individualmente, facendosi anche guidare dal bambino.

Ma una cosa è certa. Non si può mettere l’allattamento in agenda come fosse un impegno di lavoro, perché i tempi dell’amore e della qualità della vita non sono quelli della produttività”. “Biberon e latte materno non sono solo due modi di nutrire il bambino, ma due culture”, osserva il dottor Paolo Losa, pediatra all’Ospedale di Gallarate. “

La cultura della fretta e del malessere contro quella della flessibilità dei ritmi e del rispetto della fisiologia. O crediamo veramente all’allattamento al seno o non ne usciamo”. E in pratica? Cercate di capire se il vostro piccolo piange perché ha fame, o perché vuole solo essere coccolato o ha mal di pancia.

Le migliori esperte siete voi.

Mangiare (e bere) bene

“Non ci sono alimenti che favoriscono la produzione di latte”, dice il dottor Banderali. “Conta molto invece avere una dieta equilibrata e varia , con tutte le sostanze che servono per nutrire anche il bambino. Dato poi che il latte è costituito per il 90 per cento da acqua è molto importante bere, soprattutto se si vive in un ambiente molto caldo”.

Per la diminuzione di latte la tradizione suggerisce tisane di semi di finocchio o galega. “A volte serve di più fare una cura con qualche integratore”, suggerisce Marta Campiotti. “Eleuterococco o avena sono utili per i cali di energia, equiseto se si perdono i capelli”.

Vivete la casa

Nelle società postindustriali, ammoniva già trent’anni fa il sociologo Ivan Illich , la casa perde la funzione di ospitare gli eventi, ordinari e straordinari, della vita per diventare albergo e dormitorio. “Una delle difficoltà principali che spesso vive la neomamma è ritrovarsi per ore e ore in una casa vuota, dove prima ha vissuto ben poco”, dice Marta Campiotti. “Anche questo può influire negativamente sull’umore e di conseguenza sull’allattamento al seno, e accelerare magari il rientro al lavoro”.

Il consiglio è di organizzarsi in anticipo: negli ultimi mesi di gravidanza state di più a casa, preparatevi angoli piacevoli. E, per evitare la solitudine, intessete rapporti con vicine di casa e compagne di corsi per il parto.

Non date il ciuccio

E’ dimostrato che l’uso frequente del succhiotto influisce negativamente sulla durata dell’allattamento. Il piccolo deve usare una tecnica diversa per succhiare il ciuccio o la tettarella, e il suo istinto di suzione ne esce indebolito. Inoltre, se date il ciuccio anziché il seno ogni volta che il bimbo piange, perdete occasioni preziose per stimolare il seno e produrre più latte.

Informatevi

In gravidanza è normale prestare poca attenzione alla preparazione all’allattamento: tutti i pensieri sono concentrati sul parto. Ma siate previdenti e procuratevi almeno gli indirizzi giusti dove chiedere aiuto in caso di necessità. Infatti quando si allatta, e sorge un problema, drammatizzare è facile: sono in gioco la vita del bambino e la vostra autostima come madre.

Non fate troppo affidamento sul pediatra, spesso poco competente in tema di allattamento al seno, e se non vi offre soluzione valide rivolgetevi alle associazioni di esperte.

La principale è La Leche League- Lega per l'allattamento materno, funziona con una rete nazionale di consulenti.    La sede è a Firenze, telefono 055781737, www.lalecheleague.org.

I Melograni :
Gallarate (VA) Via Giusti 10, 21013 tel. 0331 / 701542
Verona, Via Villa 12, tel 045 / 8300908
Roma
Via Saturnia 4A, tel 06 / 704.756.06
Ancona Viale della Vittoria 48, tel 071 / 35333
www.melograno.org.

I vantaggi del latte di mamma

 Contiene speciali anticorpi (immunoglobuline) che nel neonato tappezzano le mucose intestinali, favorendo la maturazione delle difese immunitarie e impedendo il passaggio di molecole tossiche.
  Previene allergie, infezioni intestinali, problemi respiratori (anche l’asma), appendiciti.
 Favorisce il corretto sviluppo della mascella, prevenendo difetti ortodontici, carie e disturbi posturali.
  Migliora l’acuità visiva e favorisce lo sviluppo psicologico e intellettivo.
  A lungo termine previene diabete, aterosclerosi, obesità, ipertensione.
  Nella mamma, previene il tumore al seno.

Gli articoli precedenti di Rossana:

La sparizione dell'infanzia (30/3/00)     Le uova simbolo di rinascita (23/04/00)   Usate il buon senso (27/5/00)

Smettere di allattare (28/8/00)    Lasciate che i bambini abitino il loro corpo. (19/9/00)


home