Socialismo Unificato

 

 

Il Centro di Ricerche Storiche d’Ambra vuole ricordare il fascino ideale e politico di tre padri nobili del Socialismo: Pietro Nenni (1891-1980), Giuseppe Saragat (1898-1988) e Francesco De Martino (1907-2002), mai coinvolti in  suggestioni velleitarie e demagogiche.

   Emblemi di una formazione intellettuale laica, tollerante, pluralista e democratica, furono di insegnamento e di esempio a tanti giovani che ebbero la fortuna di accedere ai loro alti valori, che ancora oggi animano fermenti culturali mai sopiti.

  Con riconoscenza e gratitudine.

 

 

Avanti!

QUOTIDIANO DEL PSI-PSDI UNIFICATI

                                Roma – Sabato 26 ottobre 1968

                                                               (pagg. 1 e 2)

  La terza giornata del Congresso del Partito Socialista

  ________________

  [L’INTERVENTO DI] 

D'AMBRA

   Il compagno Giovanni d’Ambra delegato della mozione locale di base dell’Isola d’Ischia, ha precisato che buona parte dei militanti di base ritiene che una delle principali cause della flessione elettorale è dovuta all’impressione data allo elettorato italiano, che i socialisti, durante l’esperienza governativa non abbiano condotto un’azione sufficientemente incisiva per liquidare il fenomeno del cosiddetto sottogoverno. Ha proseguito asserendo che la base sente profonda la necessità della liquidazione delle correnti e dei circoli frazionistici. La divisione dei vertici si riflette inesorabilmente sui militanti. Di qui la necessità di esaminare e di mettere a punto, per l’avvenire, un dibattito su tesi relative alle grandi scelte politiche. Gli uomini di cultura e i dirigenti del Partito, a tutti i livelli, dovrebbero intraprendere un’azione positiva, intesa a rimuovere quegli ostacoli, soprattutto di carattere informativo e culturale, che impediscono alla base di esprimersi liberamente.

   La stabilità democratica è uno dei primi obiettivi del Partito socialista, ma non deve diventare ossessionante a tal punto da risolversi, in prospettiva, in una sistematica distruzione delle istanze della classe lavoratrice. E’ necessario imporre il rispetto dello statuto ed una precisazione minuziosa sulle incompatibilità.

   Non sono i giovani che devono precisare quello che vogliono. E’ compito dei politici recepire la protesta e tradurla in termini concreti. La base sente forte la necessità che il Partito rimanga sempre coerente alla sua matrice rivoluzionaria, che una volta si concretava nella lotta clandestina o nella lotta armata, ora si deve concretare (a parte l’azione strettamente politica ed il superamento dei dogmi inattuali) in una continua e quasi spasmodica tensione morale e politica, che si manifesta in un incessante controllo del costume democratico sia all’interno che allo esterno del Partito.

   Ha concluso col dire che il Partito è debitore verso quei vecchi militanti di base, che non ricoprono cariche ma prestano la loro preziosa e insostituibile opera per i nostri comuni ideali.