ISCHIA. L’isola ritrova la sua Reggia, uno dei
simboli più forti della sua storia intrigante. « Porte aperte», per lo
stabilimento balneo- termale militare intitolato nel
Un’apertura
sottolineata appunto dalla comunicazione di d’Ambra su « Il palazzo reale
nella storia di Ischia», organizzata dalla sezione isolana della Fidapa nel
salone dove nell’agosto del 1853 il re Ferdinando II di Borbone tenne le
sedute del Consiglio di Stato, per la prima volta nell’Isola verde. Immagini e
documenti d’epoca recuperati dal Centro di Ricerche Storiche d’Ambra faranno
da corollario all’incontro. « Il Palazzo reale- ricorda Nino d’Ambra- fu
costruito nel 1735 come villa privata e fu realizzato dal famoso medico e
possidente ischitano Francesco Buonocore (1689-1738), che accumulò immense
ricchezze espletando la sua professione alla corte di Spagna. La villa ospitò
re, principi e molti personaggi di chiara fama, tra cui Letizia Bonaparte, madre
di Napoleone. Nel 1799,
poi, fu teatro della tragedia della famiglia Buonocore, allorché i Borbone
fecero impiccare a Procida il capitano del Castello d’Ischia, Francesco
Buonocore, omonimo pronipote del famoso medico, perché aveva aderito alla
Repubblica Napoletana, con il conseguente saccheggio della villa stessa. I
discendenti decisero più tardi di abbandonare l’isola e concordarono con il
Governo dell’epoca la permuta dei loro beni ad Ischia con altri demaniali di
egual valore nella provincia di Caserta: il decreto di trasferimento fu firmato
da Gioacchino Murat, re di Napoli, il 6 marzo del 1813».
(“Il
Mattino”, 14 marzo 1996, pag. 24)