“ IL GOLFO” quotidiano di Ischia e Procida n.70 del 26 marzo 1993
Conseguenzialmente si deve
dare merito al cav. Rizzoli di aver dato il primo vigoroso impulso affinché
Ischia diventasse meta turistica d’elite
Da
secoli per gli abitanti isolani si rendeva, quindi, indispensabile immagazzinare
l’acqua proveniente dalle precipitazioni dell’autunno-inverno in capaci
cisterne per poter sopravvivere nel periodo estivo. I più fortunati
utilizzavano i pozzi che, tuttavia, risultavano più o meno salmastri. Per
raffigurare la gravissima crisi di acqua che affliggeva l’intera isola,
vogliamo ricordare un personaggio molto noto a Forio, arguto ed intraprendente:
Giovanni detto «lo zuozzo» che vendeva l’acqua del “Serino” a
dieci lire al bicchiere, acqua che, tramite il corriere, si faceva portare in
damigiane da Napoli, con uno dei pochi battelli, il “Peppino” che
trasportavano merci da Napoli ad Ischia in quel periodo. Ebbene vogliamo rendere
onore al merito all’ ing.Vincenzo d’Ambra (fratello del noto avv. Nino
d’Ambra), pioniere nel campo delle trivellazioni del sottosuolo dell’isola,
che se a sue spese, senza il contributo di chicchessia, effettuò delle
perforazioni alla ricerca di acqua potabile nell’immediato dopoguerra. Con
sonde a percussione, in quel tempo non esistevano le moderne macchine a
rotazione, realizzò tre pozzi profondi oltre 100 mt; nella località Baiola in
Forio, e mise in esercizio un impianto di estrazione di acqua, non esistevano
ancora le potenti pompe sommerse attuali, con una portata di circa mille metri
cubi giornalieri. Si
deve all’operosità, all’ingegno di questo benemerito concittadino se non
solo si realizzò la prima fontana pubblica di Forio, appunto quella di Cava
delle Pezze, ma i suoi pozzi permisero la costruzione della prima grande,
moderna Azienda alberghiera dell’isola: il complesso Rizzoli di Lacco Ameno.
Infatti un’ acquedotto di circa tre chilometri, partendo dai pozzi di Baiola,
ha rifornito per diversi anni, fino all’entrata in funzione dell’acquedotto
Campano, il prestigioso Centro termale, e fatto zampillare la bellissima fondata
ornamentale di piazza S. Restituta quale segno di abbondanza di quell’acqua
potabile di cui Ischia è poverissima. Conseguenzialmente si deve dare merito al
Cav. Rizzoli di aver dato il primo vigoroso impulso affinché Ischia puntasse
verso un turismo più qualificato, dotò le Terme Regina Isabella di
modernissime attrezzature, costruì sontuosi alberghi ponendo Lacco Ameno all’
avanguardia del termalismo nazionale; si può dire che, quella di Rizzoli, fu
l’iniziativa pilota che aprì una nuova era per tutta l’isola.
Rizzoli
organizzò decine di congressi nazionali e internazionali con oggetto l’idrotermalismo
di Ischia. Fece conoscere Ischia in Italia e al mondo attraverso la pubblicità,
ma soprattutto con scritti sui più importanti quotidiani e settimanali italiani
ed esteri, per propagandare l’isola fece realizzare, dalla sua casa
Cinematografica un film intitolato «Vacanze ad Ischia» che ebbe un successo
enorme sia in Italia che all’estero. Tenacemente lottò per il progetto
dell’acquedotto sottomarino sfruttando le sue conoscenze parlamentari,
consapevole che la valorizzazione dell’isola sarebbe avvenuta solo al
completamento di questa opera senza la quale l’industria alberghiera e quella
del termalismo non avrebbero certamente raggiunto le proporzioni di oggi.
Col
senno del poi c’è da chiedersi come sarebbero andate le cose senza l’acqua
dei pozzi del nostro ing.Vincenzo dAmbra[1911-1983] che permise la realizzazione
del complesso Rizzoli. Sempre a proposito di questi pozzi di Baiola, è
necessario accennare ad un esempio verificatasi molti anni dopo e precisamente
nel 1972, quando i tecnici della Cassa per il Mezzogiorno, nel tentativo di
fronteggiare, in certo qual modo, la carenza di acqua dei mesi estivi ( le
difficoltà di approvvigionamento si verificarono già da alcuni anni),
attivarono uno dei pozzi di Baiola, ma purtroppo senza effettuare nessun
trattamento preventivo di correzione e miscelazione, immisero l’acqua
direttamente nel serbatoio che alimentava l’abitato di Forio. Dal punto di
vista quantitativo i risultati furono ottimi, ma l’acqua di questo pozzo, pur
essendo batteriologicamente pura, diede adito alle proteste della cittadinanza e
l’impianto fu in fretta e furia smantellato. Peccato, non bisognava fermarsi
ma utilizzare queste acque adottando i mezzi che la moderna tecnica e la scienza
mette a disposizione per renderle potabili al cento per cento.
Per
concludere, l’ing. d’Ambra, con il suo lavoro di avanguardia rischiando in
proprio, ha contribuito non poco al progresso economico e allo sviluppo
turistico dell’isola d’Ischia e deve essere conosciuto e ringraziato dalle
popolazioni isolane.
Virgilio Pulicati