Cartolina a cura del Centro di Ricerche Storiche
d'Ambra in occasione del 50° Anniversario della "Convenzione Europea
dei Diritti dell'Uomo".
Garibaldi
e il prestito del Banco di Napoli
Nel1874 Menotti Garibaldi richiese un prestito di £. 200.000= al Banco di
Napoli; la richiesta era accompagnata da una lettera garbata di garanzia del
padre Giuseppe, datata “Caprera 2 settembre 1874…E questa mia garanzia
servirà sino a totale estinzione del debito suddetto” (Testualmente).
Evidentemente però la Direzione dell’epoca del Banco di Napoli preferì una
garanzia “reale” in aggiunta a quella, pur di grande prestigio (ma morale),
di Giuseppe Garibaldi. Infatti il prestito fu concesso a Menotti con garanzia
ipotecaria su beni immobili di proprietà dello stesso Menotti, siti “nell’agro
romano”(Testualmente).
Poiché nel 1877 il debito non era stato ancora saldato, Giuseppe Garibaldi, di
sua iniziativa, scrisse al Direttore del Banco di Napoli una lettera in cui, fra
l’altro, affermava: “in ogni modo io sono sempre responsabile verso il
Banco di Napoli della somma prestata a mio figlio”. Da sottolineare: pur
essendoci la garanzia ipotecaria!
Dopo
la morte di Giuseppe Garibaldi – avvenuta, com’è noto, il 2 giugno 1882 –
sull’ondata di sconcerto e di commozione (basta leggere i giornali
dell’epoca italiani, europei e americani), il Banco di Napoli con apposita
deliberazione, decise, spontaneamente, di rinunziare al credito.
E’ facile arguire che la generosità era accompagnata ad una ponderata
operazione d’immagine, che fruttò una grande ondata di simpatia nei confronti
del Banco di Napoli.
Menotti Garibaldi, con lettera datata “7 luglio 1883”, inviata al Direttore
del Banco di Napoli, ringraziava per la generosità del dono e chiedeva, di
conseguenza, la cancellazione dell’ipotecasui suoi beni immobili in Roma.
Tutto qui. In nessuno degli scritti di Giuseppe Garibaldi, di qualsiasi epoca,
si rinviene una frase: vi ho liberati, dunque pretendete pure di essere
pagati, o di analogo significato. Non era proprio nel suo stile. I documenti
di cui si è parlato e scritto in questi ultimi giorni, sono noti da oltre venti
anni e sono esposti alla visione di tutti gli interessati nelle bacheche del
benemerito Archivio Storico del Banco di Napoli.
Nino d’Ambra
Presidente
del Centro di Ricerche Storiche d’Ambra
Forio d’Ischia(NA)
(“Corriere della
Sera”, domenica 8 dicembre 2002, pag.41)